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Alimentazione
Daniele Banfi
pubblicato il 05-09-2023

Latte crudo: nei bambini il consumo è sconsigliato



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Se non sottoposto a trattamento termico, il latte crudo può presentare contaminazioni batteriche che possono provocare la sindrome emolitico-uremica

Latte crudo: nei bambini il consumo è sconsigliato

Nei bambini il consumo di latte crudo e dei prodotti che ne derivano è fortemente sconsigliato. Se non sottoposto a bollitura il rischio di infezione da parte di alcuni batteri è molto elevato. A riaccendere nuovamente i riflettori sui rischi è il caso di una bambina di due anni e mezzo ricoverata in gravi condizioni dopo aver consumato del formaggio preparato con latte crudo. La piccola, a causa del microrganismo Escherichia coli presente all'interno del latte, è andata incontro a sindrome emolitico-uremica.

LATTE CRUDO: I RISCHI

Quando si parla di latte crudo ci si riferisce ad un latte che dopo la mungitura non subisce alcun trattamento termico. Tale procedura si effettua con l'obiettivo di eliminare potenziali microrganismi patogeni presenti nel liquido. In assenza di questo trattamento il latte crudo e tutti i prodotti realizzati a partire da questa materia prima possono contenere batteri. Per questa ragione, anche se il consumo di latte crudo e derivati è consentito, nelle aziende dove si producono questi alimenti gli standard di igiene sono molto elevati. Ciononostante vi è la possibilità che in questi prodotti vi sia la presenza di microrganismi patogeni. La contaminazione del latte con microrganismi infatti può avvenire al momento della mungitura, raccolta, lavorazione, immagazzinamento e distribuzione del latte. In particolare, il contatto con superfici contaminate come, ad esempio, la pelle delle mammelle delle mucche, le mani degli operatori e le superfici degli impianti di mungitura e dei serbatoi di stoccaggio (contaminazione successiva alla mungitura) può facilitare il passaggio dei patogeni al latte.

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LA SINDROME EMOLITICO UREMICA

Una delle patologie più comuni che si possono sviluppare inegerendo prodotti realizzati con latte crudo contaminati è la sindrome emolitico-uremica, un'infezione batterica che porta alla formazione di micro-coaguli di sangue che possono compromettere la funzione di molti organi, reni in primis. Il decorso è dovuto all'azione di due particolari tossine, la shiga o la verocitotossina, prodotte dai microrganismi come Escherichia coli ed in particolare i sierotipi O 157, 26, 111, 103, 145. La sindrome emolitico-uremica è abbastanza rara: ogni anno in Italia si registrano non più di cinquanta diagnosi, in buona parte in bambini di età inferiore ai quattro anni poiché molto più suscettibili al contagio. Ecco perché, specialmente nei bambini, il latte crudo non deve essere somministrato se non precedentemente bollito.

LA LEGISLAZIONE

Ed è proprio sulla bollitura che si concentra l'attenzione. Se per latte crudo si intende un latte che non è stato trattato, una Ordinanza del Ministero della Salute e previsto dal Decreto legge n. 158 del 13/09/2012 ha disciplinato il consumo di latte crudo per proteggere il consumatore dal pericolo di infezione. Tale ordinanza prevede l'obbligo di esporre sulle macchine erogatrici l'indicazione "Prodotto da consumarsi solo dopo bollitura", misura indispensabile per eliminare l’eventuale presenza di agenti patogeni.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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