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Cardiologia
Serena Zoli
pubblicato il 05-03-2020

Cuore di donna più a rischio (ma lei spesso non lo sa)



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Fino a poco tempo fa malattie cardiovascolari e infarto si ritenevano problemi maschili. Ora nuovi esami mostrano che la precocità è della donna

Cuore di donna più a rischio (ma lei spesso non lo sa)

Le donne hanno semplicemente raggiunto gli uomini nel numero dei disturbi cardiovascolari come effetto collaterale di una vita emancipata oppure seguono un loro (pericoloso) percorso naturale? Fino a poco tempo fa, la prima opzione era la più seguita. Ma adesso una nuova ricerca indica che i vasi sanguigni delle signore invecchiano più rapidamente di quelli degli uomini. Questa tesi spiegherebbe anche perché le donne tendano a sviluppare tipi diversi di disturbi cardiovascolari e secondo età diverse dagli uomini.


Medicina di genere: quando essere donna fa la differenza

LA «DIVERSITA'» DELLE DONNE

La ricerca in questione è stata pubblicata da un gruppo di ricercatori dello Smidt Heart Institute del Cedars-Sinai Medical Center sulla rivista Jama Cardiology. Il lavoro sottolinea che il processo si verifica sia nelle piccole che nelle grandi arterie. Dichiara Susan Cheng, coordinatrice dell’indagine. «Lo studio non solo conferma che le donne hanno una diversa biologia e fisiologia, ma anche perché possono essere più portate a sviluppare alcuni tipi di problemi cardiovascolari e secondo una differente tempistica nella vita». 

DONNE E UOMINI HANNO BISOGNO
DI CURE DIFFERENTI? 

LA PRESSIONE DI 33MILA PERSONE

Usando i dati raccolti da vari centri, Cheng e i suoi hanno condotto un’analisi orientata sul sesso mettendo a confronto la pressione sanguigna, indicatore del rischio cardiovascolare. In tutto si è trattato di circa 145mila misurazioni della pressione, raccolte più volte lungo un periodo di 43 anni. Poiché il rischio di avere un infarto, un arresto cardiaco o uno scompenso cardiaco parte da una pressione molto alta, i ricercatori del Cedars-Sinai hanno vagliato i dati in loro possesso (relativi a 32.800 persone, tra i 5 e i 98 anni) per individuare il momento della vita in cui i valori della pressione sanguigna hanno iniziaro a salire. Poi, anziché un confronto tra uomini e donne, hanno effettuato il paragone tra individui dello stesso sesso. In questo modo è venuto fuori che l’origine e l’andamento della salute vascolare tra i due sessi è parecchio differente. E, in particolare, che l’innalzamento della pressione avviene molto prima nel sesso femminile che negli uomini.


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L’IPERTENSIONE FEMMINILE E’ PRECOCE

«I nostri dati hanno mostrato che i tassi di accelerazione nell'aumento della pressione sanguigna erano più alti nelle donne e che cominciavano in un’età minore che negli uomini - ha continuato la dottoressa Cheng -. Questo significa che, se fissiamo la stessa soglia tra i sessi per l’ipertensione, una donna ipertesa di 30 anni forse corre maggiori rischi cardiovascolari rispetto a un coetaneo con gli stessi valori». Secondo Christine Albert, sempre dello Smidt Institute, questa nuova ricerca deve sollecitare i medici a un approccio quando visitano il cuore delle donne. Diversa può essere la diagnosi, diversa la cura. E conclude con un richiamo alla medicina di genere: «Nella ricerca occorre studiare il corpo femminile indipendentemente da quello maschile». Segno che le indagini sull’uomo non si prestano a essere estese, come una copia, alle donne. Le quali hanno bisogno, e diritto, a una medicina tagliata su misura per loro.


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LA PROTEZIONE DEGLI ESTROGENI?

Un’altra ricerca pubblicata su Nature Medicine, trattando il medesimo tema, si spinge oltre e ipotizza che nell’evoluzione della donna un ruolo rilevante lo abbiano anche gli estrogeni. Nel senso che la donna, perde questi ormoni femminili con la menopausa, si ritrova con arterie più rigide e la pressione alta. Eva Gerdts dell’Università di Bergen in Norvegia e Vera Regitz-Zagrosek dell’Università di Berlino in Germania sottolineano: «Tra le persone sotto i 60 anni la pressione alta è più diffusa tra gli uomini, mentre dopo i 60 anni tra le donne. Conta anche il fatto che le donne cominciano a fumare più tardi degli uomini e il fumo danneggia molto i vasi sanguigni». Anche il peso aumenta, in genere, dopo la menopausa e questo è un altro fattore di rischio. 

I CENTRI DEDICATI...A LEI

Al Centro cardiologico Monzino di Milano si è deciso di creare un settore specifico, il Monzino Women, sul modello degli Women’s Heart Center americani, dedicati alla sola cardiologia femminile. «Il nostro è un progetto culturale perché il primo obiettivo è sfatare l’idea che la salute del cuore sia soprattutto un problema maschile - spiega la responsabile, Daniela Trabattoni -. Vero è il contrario, ma le donne non lo sanno e non fanno prevenzione». Le cifre che illustrano la realtà oltre le dicerie. Le malattie cardiovascolari sono fatali per il 43 per cento della popolazione femminile contro il 35 per cento di quella maschile. Muoiono così 123.000 donne e 93.000 uomini all’anno. Ma chi lo sa? Non di certo le dirette interessate che, interpellate, nella maggior parte rispondono dicendo che l’infarto è un malattia essenzialmente maschile. Dunque perché preoccuparsene e fare gli esami di controllo? Eppure una diagnosi precoce può essere vincente.


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SAPERE E PREVENIRE 

Ma per fare prevenzione, che cosa deve fare una paziente? Risponde Rita Spirito, responsabile coordinamento clinico-scientifico della chirurgia vascolare ed endovascolare del Centro Cardiologico Monzino. «La donna non deve aspettare la menopausa per occuparsi dei fattori di rischio che ha.  Predisposizione familiare? Può anche esserci, ma la cosa vale pure per gli uomini e non c’è molto da fare. C’è invece tanto di cui occuparsi per i rischi generati da stili di vita sbagliati. Primo non fumare, controllare obesità, pressione, diabete, fare movimento. Ecco quanti rischi per il cuore possiamo eliminare». Trabattoni, che è anche responsabile dell’unità operativa di cardiologia interventistica 3, ci tiene a sottolineare la particolarità di Monzino Women: «Il centro nasce per seguire le donne che non hanno sintomi di malattia, di età in genere sopra i 40 anni. Imparano quali sono i loro rischi, si sottopongono agli esami di controllo, nel caso fosse necessario hanno a disposizione tutti gli specialisti possibili». Chi non riesce a persuadersi di questo «sbilanciamento» del cuore a danno delle donne, senta questa: la fumatrice ha un rischio fino a 5 volte superiore a un fumatore. 

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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