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Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 06-12-2011

Donne e cuore: attente alla menopausa



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Il gentil sesso, una volta considerato immune alle patologie cardiovascolari, è più esposto quando inizia il periodo della menopausa. Smettere di fumare la miglior arma per fare prevenzione

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Chi l'ha detto che le malattie cardiovascolari colpiscono solamente gli uomini? In passato, sino alla fine degli anni '70, il binomio classico era tumore alla mammella per le donne e patologie cardiovascolari per gli uomini. Oggi si sa che non è più così. Ma che cos'è cambiato rispetto a 30 anni fa? Lo abbiamo chiesto alla professoressa Elena Tremoli, nuova direttrice scientifica dell'Istituto Cardiologico Monzino, centro di eccellenza per la ricerca e cura delle malattie cardiovascolari.

MENOPAUSA

Una delle principali cause dell'infarto è l'ostruzione delle arterie provocata dalla presenza di placche aterosclerotiche. Si tratta di veri e propri intoppi che impediscono il corretto flusso del sangue. Quando le coronarie, ovvero quei vasi che irrorano il cuore, si ostruiscono il sangue non riesce più ad arrivare e di conseguenza il tessuto cardiaco muore poiché non riceve più nutrimento. Come spiega la professoressa Tremoli, «mentre nell'uomo l'accumulo dei grassi avviene in maniera costante già a partire dalla giovane età, nelle donne la formazione delle placche aterosclerotiche inizia nel periodo della menopausa. Questo è un vantaggio dovuto a quella sorta di “scudo protettivo” fornito dagli estrogeni, gli ormoni femminili». Quando però sopraggiunge la menopausa questa protezione viene persa. Il gentil sesso diventa vulnerabile al pari dell'uomo. Ed è proprio in questo periodo che la donna deve fare più attenzione ai segnali del proprio corpo. «Si può quindi affermare -continua la professoressa Tremoli- che nelle donne la protezione fornita dagli ormoni può ritardare di diversi anni la comparsa delle placche. Non è un caso infatti che, mentre negli uomini il rischio cardiovascolare è compreso tra i 40 e i 70 anni, nelle donne inizia dopo i 60. L'allungamento della vita media ha fatto venire allo scoperto quello che prima era considerato un problema che riguardava in gran parte l'universo maschile».

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DIFFERENZE STRUTTURALI

Sarebbe però sbagliato pensare che dopo il periodo della menopausa la donna sia in tutto e per tutto identica all'uomo. I meccanismi che caratterizzano le patologie cardiovascolari nell'uomo non sono paragonabili a quelli femminili. «A partire dalla semplice osservazione che uomo e donna sono anatomicamente differenti anche dal punto di vista cardiovascolare, è un dato ormai ben chiaro che queste diversità possono condizionare significativamente lo sviluppo della malattia e il conseguente trattamento» spiega la professoressa Tremoli. Una su tutte è quella rappresentata dalla struttura delle coronarie. Nella donna la loro ostruzione è più localizzata a livello periferico. «Questo fatto -spiega la Tremoli- ha un forte impatto dal punto di vista terapeutico. In molti casi gli infarti vengono trattati attraverso un intervento di angioplastica. Nei vasi periferici però può diventare difficile e, alle volte, non è proprio realizzabile». Ma anche la sintomatologia può essere differente. Se nell'uomo il sintomo classico di infarto è un dolore al petto, nelle donne i sintomi possono essere più confusi e generici e quindi di più difficile interpretazione.

STOP AL FUMO

Nonostante le differenze quelli che non cambiano sono i fattori di rischio. Come spiega la professoressa Tremoli, «oltre all'ipertensione e al colesterolo alto, il fumo di sigaretta rimane uno dei più pericolosi poiché constribuisce considerevolmente e in maniera deleteria al danneggiamento dei vasi sanguigni. L'allarme però non sembra essere recepito poichè sono poche quelle che comprendono i reali rischi della sigaretta. Dai dati sul consumo di tabacco emerge infatti che la percentuale di fumatrici è in costante aumento».

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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