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Cardiologia
Donatella Barus
pubblicato il 22-03-2022

Quando muoversi conviene (in tutti i sensi)



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L'attività fisica aiuta a prevenire il declino funzionale negli over 65 con limitazioni motorie. E permette di risparmiare

Quando muoversi conviene (in tutti i sensi)

Un programma ben studiato di attività fisica di gruppo può non solo aiutare gli anziani a recuperare mobilità ma anche a risparmiare risorse pubbliche preziose (tanto più in società in rapido invecchiamento come le nostre). È quanto ha dimostrato un gruppo di ricercatori britannici che ha coinvolto in una ricerca originale 777 pensionati over 65 affetti da limitazioni motorie.

LA RICERCA

L’obiettivo dello studio era verificare l’efficacia di un programma di salute pubblica chiamato REACT (REtirement in ACTion), finanziato dal National Institute for Health Research e destinato alle donne e agli uomini in pensione o comunque non occupati, con più di 65 anni. Il programma si rivolge in particolare a chi inizia a sperimentare limitazioni alla capacità di movimento, ad esempio fa fatica a salire le scale, a camminare anche per brevi tratti o ad alzarsi dalla sedia. Lo scopo? Prevenire il decadimento fisico e preservare le funzioni motorie, attraverso esercizi mirati a rafforzare gli arti inferiori, migliorare l’equilibrio e la resistenza. Un punto di forza del programma, sottolineano gli autori, è lavorare in gruppo, facendo leva sul divertimento e sulla socialità.

 

SALUTE E RISPARMIO

Dei 777 partecipanti reclutati, una metà ha seguito il programma due volte a settimana per tre mesi e poi una volta a settimana per ulteriori nove mesi; l’altra metà invece ha solo seguito tre lezioni sull’invecchiamento in salute nel corso dell’anno. Come raccontato in due articoli pubblicati sulla rivista Lancet Public Health, dopo due anni (quindi un anno dopo la fine del programma REACT) il primo gruppo aveva una mobilità significativamente più alta, il che indica un effetto benefico capace di durare nel tempo. Inoltre, l’intervento di prevenzione si è dimostrato decisamente un buon affare: il programma è costato 622 sterline per ogni partecipante, ma il risparmio per la sanità nel corso dei due anni è stato calcolato in 725 sterline ciascuno (e nel lungo periodo i risparmi potrebbero essere di molto superiori).

Camminare rallenta il declino cognitivo negli anziani

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07-09-2021
MOBILITÀ E AUTONOMIA

Afroditi Stathi, coordinatrice della ricerca e esperta di invecchiamento attivo presso l’Università di Birmingham, ha spiegato: «L’attività fisica comporta un’ampia serie di benefici per gli anziani, inclusa una vita più lunga e in salute, una maggiore indipendenza e autonomia, una migliore mobilità e benessere. Eppure molti anziani affrontano una spirale discendente in cui meno sono attivi e più limitati diventano». Il lavoro dei ricercatori, prosegue la professoressa Stathi, ha dimostrato che «questo declino è evitabile, può essere prevenuto e in molti casi recuperato con un programma di esercizi progettati su misura e progressivi». Anche una sessione a settimana può fare la differenza e il rapproto costi-benefici è decisamente positivo. «Questo è un forte messaggio di salute pubblica da dare agli adulti maturi, non solo nel Regno Unito ma nel resto del mondo».

 

LA SITUAZIONE IN ITALIA

Secondo gli ultimi dati dello studio PASSI d’argento (2017-2020), in Italia il 40 per cento degli ultrasessantacinquenni è sedentario, con punte che superano il 50 per cento in Basilicata e in Campania. Più attivi risultano nelle province di Trento e Bolzano, in Veneto, in Sardegna. Una parte consistente dell’esercizio fisico risulta collegato ai lavori domestici (occuparsi della casa, dell’orto, del giardino, anche prendersi cura di qualcuno) e meno alle attività ricreative o sportive, particolarmente in declino nel corso del 2020, probabilmente per effetto delle limitazioni dovute alla pandemia. In generale, meno di un terzo degli intervistati ha ricevuto dal medico il consiglio di muoversi di più.

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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