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Daniele Banfi
pubblicato il 13-01-2021

Covid-19: quanto dura l'immunità?



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Valutare l'immunità naturale e quella da vaccino è fondamentale per capire la durata della protezione. Ad oggi è documentata in almeno 8 mesi dopo l'infezione naturale

Covid-19: quanto dura l'immunità?

Covid-19 e immunità: quanto dura la protezione generata dall'infezione naturale e quella che si instaura dalla vaccinazione? Per rispondere a questo quesito numerosi i gruppi di ricerca stanno lavorando nel tentativo di capire qualcosa in più su come il nostro sistema immunitario si comporta quando incontra Sars-Cov-2. L'ultimo studio di una lunga serie, pubblicato nei giorni scorsi sulla rivista Science, lascia spazio alla speranza: la memoria immunologica che si instaura in seguito all'infezione naturale è ancora presente nella maggior parte delle persone a 8 mesi dall'insorgenza dei sintomi.

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COME FUNZIONA LA RISPOSTA AL VIRUS?

Quando il nostro corpo viene in contatto con un agente esterno potenzialmente dannoso produce una reazione immunitaria composta da due fasi: quella aspecifica -presente già alla nascita e non dipendente da incontri pregressi- e quella specifica -diretta in maniera precisa contro quel determinato agente esterno. Quest'ultima è essenzialmente mediata da due tipi di cellule: i linfociti B e i linfociti T. I primi sono i responsabili della produzione di anticorpi, i secondi della risposta cellulare al virus. In entrambe in casi in seguito da un'infezione o alla vaccinazione si creano specifiche cellule della memoria in grado di attivarsi in caso di incontro con il patogeno.

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QUANTO DURA LA MEMORIA IMMUNOLOGICA?

Nello studio da poco pubblicato, opera dei ricercatori del La Jolla Institute for Immunology, gli scienziati hanno analizzato le singole componenti del sistema immunitario di 188 persone con Covid-19 -di cui 44 con infezione terminata da oltre sei mesi-. In particolare lo studio ha quantificato nel tempo la concentrazione di anticorpi contro la proteina Spike e quella delle cellule della memoria sia dei linfociti B sia dei T. Dalle analisi è emerso che la concentrazione degli anticorpi IgG è rimasta costante a 6 mesi dall'avvenuto contatto con Sars-Cov-2. Le cellule della memoria dei linfociti B è risultata invece in crescendo dopo il primo mese per poi assestarsi a 6 mesi. Per quanto riguarda la risposta cellulare, i linfociti T della memoria hanno avuto un'emivita media di 3-5 mesi. In baso a quanto raccolto gli scienziati hanno affermato che nel 95% dei casi analizzati l'infezione naturale genera una robusta memoria immunologica che persiste a 8 mesi dall'infezione.

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QUANTO PROTEGGONO GLI ANTICORPI?

Un grande risultato, quello dei ricercatori statunitensi, che si aggiunge ad un altro importante studio -apparso sempre su Science ad inizio dicembre- in cui la presenza di anticorpi neutralizzanti contro la proteina Spike è stata documentata, su oltre 30 mila persone, a 5 mesi dall'infezione. Presenza che equivale ad un rischio di ammalarsi nuovamente decisamente ridotto. In uno studio pubblicato poco prima di Natale sulle pagine del New England Journal Of Medicine, gli scienziati inglesi dell'Oxford University Hospitals Staff Testing Group, hanno documentato che negli operatori sanitari la presenza di IgG neutralizzanti ha ridotto -a sei mesi dall'infezione- enormenente le probabilità di reinfezione

QUANTO DURA L'IMMUNITA' DA VACCINO?

Quanto invece alla durata dell'immunità indotta da vaccino, la scarsità di dati non permette ancora di fare previsioni. Questo non perché i vaccini siano meno efficaci ma perché occorrerà aspettare del tempo. Ad oggi però le premesse perché i vaccini producano una risposta immunitaria duratura ci sono tutte. In uno studio pubblicato la scorsa settimana sul New England Journal of Medicine, gli sperimentatori del vaccino a mRNA Moderna -da poco approvato anche in Europa- hanno mostrato che il vaccino è in grado di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti che risulta robusta e stabile a 3 mesi dalla seconda iniezione di vaccino.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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