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Daniele Banfi
pubblicato il 27-12-2022

L'eredità di Louis Pasteur a 200 anni dalla sua nascita



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Dal settore alimentare alla chirurgia passando per la moderna vaccinazione. A 200 anni dalla nascita, ecco le principali rivoluzioni portate dallo scienziato francese

L'eredità di Louis Pasteur a 200 anni dalla sua nascita

Il 27 dicembre 1822, esattamente duecento anni fa, nasceva Louis Pasteur, scienziato francese destinato a rivoluzionare la storia della medicina moderna. Dalla comprensione delle malattie infettive all'avvento della chirurgia passando per la creazione dei vaccini, ecco le principali "scoperte" ad opera di Pasteur di cui beneficiamo ancora oggi.

LA PASTEURIZZAZIONE

Il termine -italianizzato- "pastorizzato" è probabilmente una delle "scritte" più diffuse sugli involucri di molti contenitori alimentari. Dai prodotti caseari a vino e birra, questo processo porta il nome dello scienziato francese, il primo ad aver intuito che il deterioramento precoce di alcuni alimenti avveniva a causa dei microrganismi. Pasteur, fisico e chimico di estrazione, ipotizzò e dimostrò che la fermentazione di questi alimenti era causata dalla presenza di batteri. Ecco perché, eliminandoli attraverso il calore, questo processo veniva meno consentendo agli alimenti di durare più a lungo. Non solo, esso portò ad un'estrema riduzione nell'incidenza di diverse malattie associate alla cattiva conservazione dei prodotti. Tale "riscaldamento" fu denominato pastorizzazione, processo termico oggi ancora utilizzato nella preparazione di molti alimenti.

COSÌ SI TRASMETTONO LE MALATTIE

Attenzione però a ridurre la portata dell'invenzione di Pasteur alla sola sfera alimentare. La vera rivoluzione dello scienziato francese fu quella di spazzare via una delle teorie più in voga al tempo. Secondo gli scienziati dell'epoca i microrganismi, patogeni e non, comparivano per generazione spontanea. Una teoria senza alcun fondamento scientifico, come dimostrato dal processo messo a punto da Pasteur. Tale cambio di visione provocò una rivoluzione nel campo medico. Pasteur infatti formulò e dimostrò la fondatezza della teoria germinale delle malattie infettive secondo cui il contagio si deve alla capacità dei microrganismi di trasmettersi da una persona all'altra attraverso l'aria o il contatto. Una vera e propria rivoluzione che cambiò radicalmente l'approccio medico. Pasteur può infatti considerarsi a tutti gli effetti il padre dell'igiene in medicina: strumenti e accessori utilizzati in chirurgia, da quelle scoperta in poi, cominciarono ad essere accuratamente sterilizzati per evitare il passaggio dei patogeni da un paziente all'altro.

I VACCINI MODERNI

Ma un'altra grande eredità di Pasteur fu la vaccinazione. Il primo a mettere in pratica l’idea fu, nel lontano 1796, il medico inglese Edward Jenner. Lo scienziato osservò che le mungitrici che contraevano il vaiolo bovino (una forma molto più lieve del vaiolo che colpisce l’uomo), e successivamente guarivano, non contraevano mai il vaiolo umano. Egli provò quindi ad iniettare del materiale preso dalla pustola di vaiolo bovino in un ragazzo di 8 anni e la malattia non si sviluppò. Tale processo però consisteva nell'esporre una persona a una malattia simile ma più debole. Per questo motivo si limitava alle malattie umane di cui si conosceva una "parente" in altri animali. Pasteur fece un passo avanti ulteriore: pur non teorizzando la vaccinazione -ad arrivare qualche decennio prima fu appunto Jenner- Pasteur pose le basi per la creazione dei moderni vaccini. Isolando e indebolendo l'agente patogeno che causava direttamente la malattia nell'uomo, era possibile creare un vaccino "attenuato" non più in grado di scatenare la malattia ma sufficientemente capace di causare una risposta immunitaria in grado di proteggere dal futuro contagio. Una vera e propria rivoluzione che ha consentito di sviluppare quei vaccini che a partire dal 1900 hanno salvato la vita a milioni di persone. 

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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