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Daniele Banfi
pubblicato il 09-03-2023

Vaccini per Covid-19: la prospettiva di un richiamo annuale



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Il virus non sparirà ma si avvia verso una stagionalizzazione. Per questo motivo, soprattutto negli anziani, la gestione sarà simile a ciò che accade con l'influenza con un richiamo annuale

Vaccini per Covid-19: la prospettiva di un richiamo annuale

Il 9 marzo 2020, esattamente tre anni fa, l'Italia intera entrava in lockdown. Oggi la fase di emergenza Covid-19 è ormai alle spalle ma ciò non significa che il virus sia solo un lontano ricordo. Tutt'altro. Covid-19 è entrata di diritto tra le malattie infettive con cui convivere. Gran parte del merito sul controllo della malattia è dovuto alla massiccia campagna vaccinale, strumento che ha permesso di ridurre drasticamente l'impatto della pandemia. Vaccinazione che in futuro, di fronte ad un virus che continuerà a circolare con queste caratteristiche, assomiglierà sempre più a quella antinfluenzale: per Covid-19 si prospetta un richiamo annuale, fortemente consigliato negli anziani e nei pazienti fragili.

LA TEMPESTA PERFETTA

Sars-Cov-2, il virus che ha rivoluzionato la nostra vita degli ultimi 3 anni, ha rappresentato la tempesta perfetta. Di fronte ad un virus a diffusione aerea anche nella sua fase asintomatica e ad una popolazione “vergine” da un punto di vista immunologico, nel giro di poche settimane siamo stati travolti dal numero di nuove infezioni. Una situazione che ha messo in ginocchio l'intera nazione ed in particolare il sistema sanitario nazionale. Ad oggi le cifre ufficiali, nella sola Italia, parlano di 188 mila decessi attribuiti al virus. Un numero fortemente al ribasso. Un recente studio pubblicato su The Lancet ha stimato 259 mila decessi a fronte dei 137 mila ufficializzati lo scorso dicembre. Situazione simile anche a livello globale: secondo l'analisi le vittime della pandemia potrebbere essere di oltre tre volte superiore rispetto alle stime ufficiali.

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UN VIRUS ENDEMICO

Andando ad osservare il grafico dei decessi nel tempo -nonostante il virus sia estremamente più contagioso rispetto alla ceppo originario di Whuan- è evidente come le “ondate” si siano fatte sempre più piccole. Ciò accade perché ci troviamo di fronte ad un nemico a cui progressivamente il nostro sistema immunitario ha preso le misure. E’ in questa situazione che il virus da pandemico diventa endemico. «Man mano che un virus diventa endemico, pur continuando a circolare, non produce ondate improvvise e, soprattutto, la proporzione di casi gravi diminuisce poiché gli individui che incontra nella popolazione sono almeno parzialmente immunizzati» spiega il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo presso l’Università del Salento.

IL CONTRIBUTO DEI VACCINI

A contribuire a questo fenomeno ci hanno pensato in larga parte i vaccini, strumenti che hanno permesso di ridurre drasticamente l'impatto di Covid-19. I vaccinati -è utile ricordarlo sempre- hanno probabilità di ricovero e decesso estremamente inferiore rispetto ai non vaccinati. Un esenpio? I due terzi dei ricoveri in terapia intensiva sono relativi a persone non vaccinate nonostante queste rappresentino solo il 10% della popolazione. Con il tempo e il generarsi di nuove varianti sono stati prodotti dei vaccini aggiornati alla "versione" del virus maggiormente circolante. Ad oggi quelli attualmente in uso sono stati creati per difendersi dalla variante Omicron BA.4-5.

IL VIRUS ESISTE ANCORA

Emergenza alle spalle, come comportarsi per il futuro? «Con il tempo abbiamo capito -prosegue Lopalco- che i vaccini attualmente disponibili non riescono a frenare così efficacemente il contagio. Per questa ragione, finché non avremo dei vaccini spray in grado di abbattere la trasmissione virale, dovremo convivere con Covid-19 imparando a gestirlo. Questo significa innanzitutto non cadere nell'errore che il virus non esista più». Con il progressivo miglioramento della situazione si è verificato un drastico calo dei richiami, anche nelle persone che ne avrebbero bisogno. Emblematici i dati sulla somministrazione della quinta dose negli anziani e nei fragili: ad oggi, delle 3.1 milioni di persone che ne avrebbero diritto, la copertura è di poco superiore al 15%

LE STRATEGIE PER L'AUTUNNO

«Nei prossimi mesi -continua l'esperto- la platea di persone che vedrà ridursi l'efficacia della vaccinazione o di una pregressa infezione umenterà considerevolmente. Ma il virus, come abbiamo detto, esiste ancora e si sta avviando verso una stagionalizzazione. Se le condizioni rimarranno queste la gestione di Covid-19 assomiglierà sempre di più a quella del virus influenzale». Sia FDA sia EMA negli ultimi mesi hanno espresso un parere che va proprio in questa direzione, ovvero nell'offerta di un richiamo stagionale in autunno. «Anche se al momento nulla è stato ancora definito, l'ipotesi di una gestione Covid-19 simile alla strategia in uso contro il virus influenzale si sta concretizzando sempre più. Questo significa che ogni anno verrà prodotto un vaccino aggiornato a seconda della variante maggiormente circolante. Vaccino che verrà proposto in primis ad anziani e fragili ma consigliato a tutti, esattamente come l'antinfluenzale» conclude Lopalco. Non è un caso che già da tempo siano allo studio vaccini, con tecnologia a mRNA, finalizzati a proteggere contro Covid-19 e influenza stagionale con un'unica somministrazione.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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