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Fumo
Fabio Di Todaro
pubblicato il 01-03-2019

Le IQOS potrebbero essere dannose quanto le sigarette tradizionali



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Il dato emerge da uno studio che ha confrontato gli effetti delle sigarette tradizionali, di quelle elettroniche e dei prodotti che scaldano il tabacco (IQOS) su cellule umane

Le IQOS potrebbero essere dannose quanto le sigarette tradizionali

Il fumo di sigaretta rimane uno dei principali «nemici» della salute pubblica: per impatto, è il primo fattore di rischio evitabile per ridurre la portata delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Un problema che persiste, visto che almeno in Italia, dopo un calo durato quasi vent'anni, il numero dei fumatori s'è stabilizzato (poco più di 12 milioni).

Ma a preoccupare maggiormente, per il presente e per il futuro, sono le conseguenze che potrebbe avere la diffusione delle sigarette elettroniche e dei nuovi dispositivi che non bruciano il tabacco (in Italia sono in vendita l'IQOS e la GLO).

Questi device sono degli «ibridi» sempre più diffusi, soprattutto tra i giovani. Il loro utilizzo, nell'arco di un decennio, potrebbe far registrare numeri superiori a quelli delle sigarette.

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SIGARETTE E NUOVI DEVICE A CONFRONTO

Tra la maggior parte dei consumatori, è diffusa l'idea che le sigarette elettroniche e i nuovi dispositivi che «riscaldano» il tabacco siano meno dannosi per la salute. Ma è realmente così? L'evidenza scientifica, al momento, non permette di fare una simile considerazione.

Di sicuro c'è che il quantitativo di sostanze cancerogene sprigionate è inferiore rispetto all'analogo delle sigarette tradizionali. Per il resto, invece, è ancora difficile sbilanciarsi. Sebbene non esista un confronto diretto sui polmoni umani tra le IQOS, le sigarette elettroniche e quelle tradizionali, uno studio condotto su campioni di cellule umane ha evidenziato analoga tossicità per l'ultimo dispositivo e le sigarette tradizionali.

Lo stesso effetto è invece emerso a fronte di concentrazioni più elevate dei vapori sprigionati dalle sigarette elettroniche.

I ricercatori hanno testato gli effetti di tutte e tre le fonti di nicotina (a diverse concentrazioni) su due tipi di cellule prelevate dalle vie aeree umane: cellule epiteliali (prima linea di difesa per le particelle estranee all'organismo) e cellule muscolari lisce (sostengono la struttura delle vie aeree), le cui alterazioni possono comportare una riduzione della funzione respiratoria.

Danni che, a seguito di un'esposizione cronica, possono portare all'insorgenza di malattie quali la polmonite, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e il tumore del polmone. Oltre ad accrescere il rischio di ammalarsi di asma o ad acuire la condizione, se già esistente. 

LE CONSEGUENZE SULL'INFIAMMAZIONE

«A seconda dei livelli di esposizione, abbiamo osservato diversi gradi di tossicità», afferma Sukhwinder Sohal, membro del gruppo di ricerca sulle malattie dell'apparato respiratorio dell'Università della Tasmania (Australia) e primo autore dello studio pubblicato sull'European Respiratory Journal.

«Ciò che è emerso, però, è che i nuovi prodotti che scaldano il tabacco hanno una tossicità cellulare analoga a quella delle sigarette tradizionali».

Uno dei test utilizzati dagli autori dello studio si è basato sull’analisi di un particolare marker di tossicità cellulare, la lattato deidrogenasi, la cui produzione da parte delle cellule è risultata aumentata a concentrazioni differenti di fumo di sigaretta, di vapore delle sigarette elettroniche e di aerosol delle IQOS.

I ricercatori hanno inoltre misurato i livelli di alcuni marcatori dell'infiammazione, per concludere che «anche le IQOS, come le sigarette tradizionali e quelle elettroniche, stimolano nelle cellule analizzate la produzione di queste molecole».

Un altro punto a sfavore, dal momento che il perpetrarsi di uno stato infiammatorio, a livello di qualsiasi organo, è considerato un fattore di rischio per lo sviluppo di una malattia oncologica.

IQOS: LA PRUDENZA E' D'OBBLIGO

L'uso di IQOS è relativamente recente e, se per far cadere i veli sugli effetti delle sigarette sul nostro organismo è stato necessario attendere quasi mezzo secolo, ci vorranno diversi anni prima di trarre conclusioni definitive.

Ma in considerazione anche della quota di mercato crescente acquisita (IQOS è sul mercato italiano dal 2014 e oggi è diffusa quanto i sigari), l'invito alla prudenza è doveroso. «L'IQOS è commercializzata con l'indicazione a un taglio delle emissioni dei composti tossici pari al 95 per cento, ma i pochi studi indipendenti finora realizzati hanno in realtà evidenziato che esiste comunque un loro rilascio, con molecole che in alcuni casi hanno anche un effetto cancerogeno», avverte Charlotta Pisinger, epidemiologa dell'Università di Copenaghen e presidente del comitato per il controllo del tabacco della European Respiratory Society.

Cauto si mostra pure Roberto Boffi, responsabile della struttura di pneumologia e del centro antifumo dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: «Le conclusioni dell'articolo sono rilevanti e confermano quanto emerso anche da due nostri lavori, che ci avevano fatto rilevare le emissioni di black carbon e di aldeidi, indicatori della possibile presenza di sostanze tossiche e cancerogene all'interno delle IQOS», afferma l'esperto, membro del comitato scientifico di No Smoking Be Happy. «Visto il notevole incremento nell'uso di questi nuovi tipi di sigarette, servirebbero più fondi da destinare alla ricerca indipendente». 

 

IQOS NON ADATTA AI GIOVANI

Alla luce di questi dati, i nuovi dispositivi, contenenti nicotina, non possono dunque essere considerati una valida alternativa per chi da anni fuma le sigarette tradizionali.

Puntualizza Pisinger: «Dagli studi disponibili, non emerge un'attenuazione dell'infiammazione nei fumatori dalle sigarette all'IQOS».

A preoccupare, come detto, è soprattutto l'immagine edulcorata che potrebbe sedurre i giovani. Agli occhi dei non fumatori, infatti, i nuovi device che non bruciano il tabacco e le sigarette elettroniche potrebbero rappresentare il giusto compromesso tra la tutela della salute e la necessità di stare al passo con i tempi.

Il rischio è invece quello di avvicinare ragazzi fino a quel momento lontani dal mondo del fumo a una realtà che tutto è, meno che un valido supporto per la salute. 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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