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Fumo
Donatella Barus
pubblicato il 09-02-2021

Sigarette elettroniche: più fumatori fra i ragazzi che le hanno usate presto



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Le sigarette elettroniche sono usate in alternativa a quelle tradizionali o in aggiunta? I dati italiani e internazionali, i dubbi degli esperti

Sigarette elettroniche: più fumatori fra i ragazzi che le hanno usate presto

Iniziare presto a usare sigarette elettroniche può non tenere lontano dalle sigarette vecchio stampo. Anzi, stando a quanto rilevato una ricerca condotta su giovanissimi americani e pubblicata sulla rivista Pediatrics, gli sperimentatori precoci hanno più probabilità di diventare fumatori abituali.

 

LO STUDIO

L’intento dei ricercatori era capire che cosa può predire il rischio di una dipendenza dal tabacco. Così, il team di esperti dell’Università di La Jolla, in California, hanno analizzato i risultati di uno studio annuale sulle abitudini riguardanti il fumo (US Population Assessment of Tobacco and Health Study), focalizzandosi su un campione di oltre 15.800 ragazzi fra i 12 e i 24 anni e confrontando i comportamenti a 4 anni di distanza, ovvero nel 2013 e poi nel 2017. Il quadro emerso merita qualche riflessione.

 

I DATI

Oltre il 60 per cento dei ragazzi ha provato il tabacco e un terzo, nell’arco dei 4 anni considerati, ha provato almeno cinque prodotti da fumo differenti, soprattutto sigarette e sigarette elettroniche. I fumatori abituali, quotidiani, al secondo rilevamento sono risultati essere il 12 per cento del campione, per i due terzi fumatori di sigarette “vecchio stile”. Ma il dato su cui gli autori hanno voluto puntare l’attenzione è che la probabilità di diventare fumatore abituale era tre volte maggiore fra chi aveva fatto uso di e-cig nella prima fase dell’indagine rispetto a chi non le usava. E la possibilità aumentava con il numero dei prodotti sperimentati e con la precocità dello “svapo”. Quindi, concludono i ricercatori, «provare sigarette elettroniche e altri dispositivi da fumo prima dei 18 anni è fortemente associato all’uso quotidiano di sigarette più avanti nella vita».

La preoccupazione negli USA è legata a un contesto peculiare, in cui l’uso di dispositivi elettronici da fumo è aumentato vertiginosamente fra i giovanissimi, con massicci investimenti su questo target di consumatori, con prodotti nuovi, accattivanti, con un meccanismo di rilascio della nicotina particolarmente efficace e in grado di indurre rapidamente una dipendenza. L’effetto, ammoniscono gli autori della ricerca, sarà probabilmente quello di invertire un trend positivo, che aveva visto scendere la quota di fumatori fra gli americani adulti. Può accadere anche in Italia? Chi lavora da tempo sul tema non nasconde la preoccupazione.

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IN ITALIA RADDOPPIATI I BABY-SVAPATORI

Mariasofia Cattaruzza, professoressa all’Università La Sapienza di Roma e presidentessa eletta della Società italiana di tabaccologia (Sitab), così osserva: «Dai dati della Global Youth Tobacco Survey (indagine OMS di prevalenza, rappresentativa a livello nazionale, condotta tra gli studenti italiani di 13-15 anni) è emerso che, tra il 2014 e il 2018, i ragazzi che hanno provato la sigaretta elettronica durante la loro vita sono aumentati significativamente dal 28 al 43,5 per cento. E quelli che hanno dichiarato di utilizzarla al momento delle indagini sono passati dall'8.4 al 17.5 per cento». A 15 anni i liquidi da inalazione, in teoria, neppure si potrebbero acquistare. «Nel 2018 i due terzi degli adolescenti svapatori ha riferito che i rivenditori non si sono rifiutati di vendere loro il prodotto, nonostante l’età inferiore ai 18 anni. Il raddoppio degli utilizzatori di e-cig in Italia, in una popolazione così giovane, dovrebbe comportare una presa di coscienza da parte della Sanità Pubblica e implicare l’adozione di importanti misure di prevenzione da parte dei decisori politici per evitare che nei prossimi anni si assista ad una inversione di tendenza nel controllo del tabagismo, vanificando i risultati ottenuti negli ultimi decenni».

 

I DUBBI DEGLI ESPERTI

Dati anche più recenti confermano che i numeri sono in aumento. Le sigarette elettroniche sono prodotti che hanno mostrato di contenere molte meno sostanze cancerogene rispetto alle sigarette a combustione, ma si usano perlopiù con nicotina (che è una sostanza tossica e in grado di indurre dipendenza) e i loro effetti sulla salute non sono ancora del tutto chiari. Inoltre si tratta di prodotti presentati come non dannosi e che, grazie agli aromi, rendono l’esperienza dello svapo più divertente e “facile” rispetto a quella del fumo. Ecco il perchè delle preoccupazioni degli esperti, che ora si interrogano sul ruolo delle e-cig nei confronti del tabagismo: sono davvero un'alternativa o facilitano il contatto col fumo?

 

TANTI PRODOTTI, SEMPRE NICOTINA

Sabrina Molinaro è responsabile della sezione di Epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari dell’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr e membro del Comitato scientifico per la lotta al fumo di Fondazione Umberto Veronesi. Con i colleghi del Cnr coordina lo studio ESPAD, un’indagine annuale sull’uso di alcol, tabacco e altre sostanze psicoattive fra i 15-19enni in Europa. «La prevalenza di fumo di sigaretta tra gli adolescenti italiani ed europei, così come tra quelli americani riferiti nell'articolo di Pierce, non è semplicemente diminuita nel tempo, ma si è frammentata e spalmata su altri tipi di consumi del tabacco o della nicotina». In particolare, prosegue Molinaro, «Tre studenti italiani su dieci hanno sperimentato sigaretta e/o sigaretta elettronica, e solo un terzo di loro non è mai entrata in contatto con la nicotina in nessuna delle sue forme attualmente disponibili. Anche in Italia, quindi, abbiamo trovato infatti una grande proporzione di giovani tra i 15 e i 19 anni che potremmo definire poli-sperimentatori. I prodotti a base di nicotina “alternativi” alla sigaretta tradizionale, sempre più popolari, finiscono quindi per sommarsi alle sigarette anziché compensarne l’uso».

 

PIÙ DIPENDENZA CON LE SIGARETTE

Ci sono altre analogie fra i comportamenti dei ragazzi europei e quelli americani: «L'abitudine all'uso esclusivo quotidiano si trova con maggiore probabilità tra i fumatori di sigarette tradizionali che tra gli svapatori, a conferma del maggior potere additivo della sigaretta di tabacco. Inoltre, la proporzione di fumatori di sigaretta aumenta al crescere del range di età, mentre resta stabile la proporzione degli svapatori», spiega Molinaro.

 

AUMENTO DEI CONSUMI O COMPENSAZIONE?

La novità importante dello studio californiano è un’altra, come sottolinea la ricercatrice del Cnr: «Dimostra una forte relazione dose-risposta tra il numero di prodotti sperimentati e la progressione verso il consolidamento dell'abitudine al fumo. Questo conferma che l'ampliamento del mercato, in questo come in altri comparti, sostiene un aumento dei consumi, più che una compensazione».

 

TARGET ADOLESCENTI

«Il marketing aggressivo e mirato delle industrie del tabacco è riuscito ad aumentare la popolarità di diversi tipi di prodotti a base di nicotina tra gli adolescenti, riportando la prevalenza di consumo di nicotina (in tutte le modalità di assunzione) ai livelli di dieci anni fa e mandando così "in fumo" dieci anni di attività di prevenzione e contrasto all'abitudine al fumo» ammonisce Sabrina Molinaro. Ma i liquidi per le e-cig non sono vietate ai giovanissimi? «Nonostante il divieto, un gran numero di minori ha accesso al tabacco e ai prodotti alternativi, e considerando la mancanza di uno sforzo normativo chiaro e univoco da parte delle autorità di controllo, il rischio effettivo è quello di lasciar crescere una futura popolazione dipendente dalla nicotina».

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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