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Ginecologia
Daniele Banfi
pubblicato il 15-11-2021

Sì al vaccino anti Covid-19 in gravidanza



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La gravidanza espone a maggiori complicanze da Covid-19. Ecco perché la vaccinazione è fortemente consigliata. Il vaccino è indicato anche per chi ha già avuto la malattia

Sì al vaccino anti Covid-19 in gravidanza

La vaccinazione contro Covid-19 in gravidanza non solo è possibile ma è fortemente consigliata. Ma c'è di più: se la donna decide di vaccinarsi durante l'allattamento, questo non deve affatto essere sospeso. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle principali società scientifiche che si occupano della salute della donna in gravidanza.

LE RAGIONI DEL VACCINARSI

«La gravidanza -spiega il dottor Luca Valsecchi, coordinatore dell'area "Patologia della gravidanza" presso l'Ospedale San Raffaele di Milano- è da sempre considerata un periodo a rischio. Evitare di contrarre un'infezione in questo periodo è molto importante e Covid-19 non fa eccezioni». Sono i dati a parlare: in questi quasi due anni di pandemia è stato osservato che nelle donne in gravidanza i rischi di complicanze e decesso causa infezione da Sars-Cov-2 sono estremamente più elevati (circa 20 volte maggiore) rispetto alle donne non incinta.«Di fronte a questi dati -continua Valsecchi- la vaccinazione rappresenta il miglior modo per ridurre il rischio di questi eventi per mamma e bambino».

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

LA SICUREZZA DEL VACCINO

Una delle principali ragioni della diffidenza verso la vaccinazione durante il periodo della gravidanza è rappresentato dai possibili effetti dannosi del vaccino sul bambino e, più in generale, sul buon proseguimento della gravidanza. Una diffidenza che non trova però riscontro nei dati. «Ad oggi -spiega l'esperto- abbiamo accumulato una quantità di dati importante sull'effetto dei vaccini a mRNA contro Covid-19 durante la gravidanza. Da questi emerge non solo l'efficacia della vaccinazione nell'evitare di sviluppare Covid-19 ma anche l'estrema sicurezza». Non solo, diversi studi hanno anche dimostrato come nel latte materno delle donne vaccinate siano presenti anticorpi contro Sars-Cov-2. Una "barriera" in più a protezione del piccolo che non può vaccinarsi.

QUANDO FARLO?

A differenza di alcune vaccinazioni e per alcuni farmaci -dove si tende ad evitare la somministrazione sino al termine del primo trimestre- i vaccini a mRNA contro Covid-19 possono essere somministrati in qualsiasi periodo della gravidanza. «I primi tre mesi -spiega Valsecchi- sono sempre stati caratterizzati dalla massima cautela. Oggi però, per quanto riguarda Covid-19, i dati ci dicono che la vaccinazione è possibile anche in questa finestra temporale». Trattandosi di un vaccino che contiene mRNA e non il virus, non vi sono motivi biologici che controindicano il suo utilizzo in qualunque fase della gravidanza. Tra i tanti studi a supporto, l'ultimo -pubblicato a fine ottobre sulle pagine del New England Journal of Medicine- ha mostrato come il rischio di aborto spontaneo nei primi tre mesi sia del tutto simile tra chi ha ricevuto la vaccinazione e chi non l'ha avuta. Allo stato attuale l'Istituto Superiore di Sanità, relativamente al primo trimestre, utilizza però il principio di precauzione secondo cui la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento.

VACCINARSI, ANCHE DOPO L'INFEZIONE

Cosa fare invece quando la gravidanza comincia dopo una pregressa infezione? Ha senso vaccinarsi? A quasi un anno dall'arrivo dei vaccini, sono infatti sempre di più i casi in cui chi ha da poco superato un'infezione da Covid-19 affronta una gravidanza. «Anche in questi casi -esattamente come nella popolazione generale- dopo la pregressa infezione è utile vaccinarsi. Lo schema prevede una singola iniezione dopo 6 mesi dalla positività» conclude Valsecchi. L'immunità ibrida, quella conferita da malattia più vaccinazione in singola dose, conferisce una protezione addirittura superiore rispetto alla sola vaccinazione.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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