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Neuroscienze
Fabio Di Todaro
pubblicato il 17-11-2014

Bambini, quando l’iperattività è un (vero) problema



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I casi di Adhd in Italia sono decisamente meno rispetto a quelli registrati negli Stati Uniti. Come distinguere fra esuberanza infantile e patologia

Bambini, quando l’iperattività è un (vero) problema

La discordanza è innanzitutto nei numeri. Di sindrome da iperattività e deficit di attenzione (Adhd), negli Stati Uniti, soffrirebbero più di sei milioni di bambini di età compresa tra 4 e 17 anni. Ben diversa, invece, appare la situazione in Italia, dove uno studio concluso nel 2012 ha stimato una prevalenza del disturbo neuropsichico - i bambini fanno fatica a mantenere la concentrazione per lunghi intervalli di tempo, a controllare gli impulsi e il grado di attività - pari all’1,2%. Su questi dati il dibattito è costante, negli ultimi anni.

 

EPIDEMIOLOGIA

Secondo la letteratura mondiale i bambini e gli adolescenti iperattivi, affetti da una vera e propria patologia, sarebbero il 5,3% della popolazione tra 5 e 17 anni. Ma una ricerca condotta dall’Istituto Mario Negri di Milano, basata sulle statistiche raccolte dal Registro dell’Adhd della Regione Lombardia, emerge un quadro piuttosto diverso. Nella regione più grande del Nord Italia la prevalenza del disturbo è del 3,5 per mille: quindici volte inferiore a quella riportata come media mondiale. «Dai dati raccolti dal Registro e da quelli dei database amministrativi sanitari regionali, i bambini e adolescenti che presentano il disturbo in Lombardia risultano essere 4200, di cui 378 in terapia psicofarmacologica», sostiene Maurizio Bonati, responsabile del dipartimento di salute pubblica dell’istituto Mario Negri di Milano e responsabile del Registro regionale».

Sebbene gli utenti che giungono ai 18 centri regionali di riferimento sono solo quei pazienti che hanno un disturbo medio-grave, «prendendo in considerazione i casi lievi che possono evitare il ricorso al trattamento psicofarmacologico non si arriverebbe ai numeri che si registrano negli Stati Uniti», conferma Antonella Costantino, responsabile della unità operativa di neuropsichiatria infantile del Policlinico di Milano.

 

IL NODO DELLA DIAGNOSI

Sono alcune differenze nei criteri diagnostici a comportare questo squilibrio - per eccesso o per difetto - nei numeri della condizione. Come riconoscere la presenza in un bambino dalla sindrome da deficit di attenzione e iperattività? Lo abbiamo chiesto a Nardo Nardocci, responsabile dell’unità di neuropsichiatria infantile all’istituto neurologico Carlo Besta di Milano.

 


@fabioditodaro

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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