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Pediatria

Punture di insetti nei bambini: come prevenirle e quando preoccuparsi?

Con la bella stagione aumenta il rischio di punture da zanzare, api, vespe e altri insetti. Ecco come proteggere i più piccoli, riconoscere le reazioni da monitorare e intervenire in modo corretto

I bambini, trascorrendo più tempo all’aria aperta, in estate sono particolarmente esposti alle punture di insetti come zanzare, api, vespe e calabroni. Nella maggior parte dei casi si tratta di fastidi temporanei, ma è importante saper riconoscere quando è opportuno consultare il pediatra.

Abbiamo chiesto al dottor Marco Marano, responsabile del Centro Antiveleni dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma di rispondere ai dubbi più frequenti su questo argomento.

Cosa succede dopo una puntura?

Le punture di insetti sono più comuni nei mesi caldi, in particolare in primavera e in estate. I bambini trascorrono molte ore all’aperto, aumentando la probabilità di contatto con insetti pungenti, soprattutto imenotteri (api, vespe e calabroni).

Nella maggior parte dei casi, la puntura provoca dolore locale, arrossamento, gonfiore (di solito limitato a 4-5 cm). Si tratta di una reazione che si risolve spontaneamente in poche ore o giorni.

Il trattamento iniziale prevede:

  • applicazione di ghiaccio (avvolto in un panno per evitare il contatto diretto con la pelle)
  • utilizzo di creme a base di cortisone o antistaminici
  • pulizia della zona con acqua corrente o soluzione disinfettante

Gli antibiotici non sono necessari, a meno che non compaiano segni di infezione come pus, febbre, peggioramento del gonfiore, nel qual caso e bene consultare un medico. Nel caso delle api, è importante rimuovere il pungiglione rimasto nella cute, aiutandosi con una pinzetta disinfettata.

Quando preoccuparsi?

In alcuni casi, la reazione può essere più importante. È bene consultare il pediatra se:

  • il gonfiore si estende oltre la zona della puntura
  • compare una tumefazione marcata (>8-10 cm)
  • il bambino ha difficoltà a respirare, vomito, vertigini o altri sintomi sistemici

In presenza di una reazione allergica grave (anafilassi), la situazione richiede un intervento immediato: è una condizione rara, ma potenzialmente pericolosa.

Allergie alle punture di insetto: cosa sapere

Quando si sospetta un’allergia al veleno di api o vespe, è importante rivolgersi a un allergologo pediatrico, che eseguirà test specifici. Se confermata, il bambino può intraprendere un percorso di desensibilizzazione.

In caso di allergia nota, i genitori dovrebbero sempre avere con sé:

  • una siringa di adrenalina autoiniettabile
  • antistaminici o cortisonici prescritti dal medico
  • impacchi freddi riutilizzabili per ridurre il gonfiore

Avere un parente allergico non è di per sé un motivo per fare test allergologici al bambino. L’indicazione esiste solo se il bambino ha avuto una reazione significativa a una puntura.

Come proteggere i bambini?

La prevenzione è il primo strumento per evitare le punture. Ecco alcuni comportamenti utili:

  • Vestire i bambini con indumenti leggeri, di cotone, a maniche lunghe e di colore chiaro (bianco o beige): i colori accesi attirano gli insetti.
  • Evitare l’uso di profumi o detergenti profumati, che possono attrarre api e vespe.
  • Non lasciare cibi zuccherati o bevande all’aperto, soprattutto in aree verdi.
  • Usare repellenti a base di icaridina o DEET, in concentrazioni non superiori al 20-30%, solo se indicati per l’età del bambino. È importante che l’applicazione sia effettuata da un adulto e che il prodotto non venga a contatto con occhi, bocca o mani.

Un promemoria importante: il vaccino contro il tetano

Le punture di insetti possono esporre al rischio di tetano. È fondamentale assicurarsi che il bambino sia in regola con le vaccinazioni previste dal calendario vaccinale nazionale. Nei più piccoli la protezione è già inclusa, ma in caso di dubbio è sempre bene verificare con il pediatra.

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