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Pediatria

Cosa fare se una medusa punge un bambino?

Dal primo intervento ai segnali da non sottovalutare: tutte le informazioni utili per affrontare le punture di medusa in modo sicuro e consapevole

Durante l’estate, uno dei rischi più comuni per chi frequenta il mare è rappresentato dalle punture di medusa. Sebbene nella maggior parte dei casi non siano pericolose, possono causare dolore, bruciore e reazioni cutanee fastidiose, soprattutto nei bambini. Il dottor Marco Marano, responsabile del centro antiveleni dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, ci aiuta a capire cosa fare in caso di contatto con una medusa.

Perché le meduse pungono?

Le meduse sono animali marini dotati di tentacoli urticanti, con i quali si difendono e catturano le prede. Anche un contatto involontario può attivare il rilascio di una tossina che provoca dolore e infiammazione sulla pelle. In alcuni casi, i tentacoli possono essere lunghi diversi metri, perciò è possibile essere punti anche senza avvistare l’animale.

La puntura di medusa provoca in genere:

  • Dolore e bruciore immediati
  • Arrossamento e gonfiore della zona colpita
  • In alcuni casi, bollicine o strie simili a graffi

Cosa fare in caso di puntura?

Il trattamento iniziale è sintomatico e serve a ridurre il dolore e l'infiammazione. È importante:

  • Allontanarsi dall’acqua e tranquillizzare il bambino.
  • Non grattare e non strofinare la parte colpita.
  • Applicare calore: le tossine della maggior parte delle meduse del mediterraneo sono termolabili, quindi possono essere inattivate con acqua calda (la più tollerabile possibile, in genere 40°C) o con sabbia molto calda raccolta in superficie e applicata sulla zona colpita.
  • Se disponibile, è possibile applicare aceto da cucina (acido acetico) con una garza o un panno pulito per 15-30 minuti.
  • Dopo il trattamento termico, si può sciacquare con acqua di mare e disinfettare con acqua ossigenata.
  • Applicare ghiaccio (avvolto in un panno sottile) per ridurre il gonfiore e il dolore. 

Cosa evitare?

  • Non usare alcool: può aumentare il rilascio di tossine.
  • Non usare ammoniaca, urina o acqua dolce: sono rimedi popolari ma inefficaci o controproducenti.
  • Non grattare o usare oggetti appuntiti sulla pelle.

Come rimuovere eventuali residui?

A volte i tentacoli possono lasciare sulla pelle piccole ventose, visibili a occhio nudo, contenenti la tossina. In questi casi è bene raschiare delicatamente la zona con una carta rigida (come una carta di credito) per rimuovere i residui.

Quando rivolgersi al medico

Nella maggior parte dei casi, la reazione si risolve in poche ore o giorni, senza bisogno di assumere antibiotico. Ad ogni modo è opportuno, nei giorni successivi all’esposizione, monitorare la zona colpita e, se compare febbre o se la situazione infiammatoria evolve, consultare il pediatra.

Vaccinazione antitetanica: è importante?

In caso di ferite marine, non solo punture di medusa, ma anche spine, aculei di tracine o ricci, è fondamentale che il bambino sia in regola con il vaccino antitetanico. Nei più piccoli la copertura è garantita dal calendario vaccinale, ma in caso di dubbio è bene verificare con il pediatra.

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