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Neuroscienze
Fabio Di Todaro
pubblicato il 10-05-2017

Ictus cerebrale, la riabilitazione per recuperare la vista



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Contro l’emianopsia è possibile ottenere progressi significativi «allenandosi» un’ora al giorno per tre mesi. Sono duecentomila le persone colpite ogni anno da ictus cerebrale in Italia

Ictus cerebrale, la riabilitazione per recuperare la vista

In gergo medico ha un’etichetta specifica: emianopsia. Nella pratica si intende la perdita di una metà del campo visivo a seguito di una lesione cerebrale. Una conseguenza che riguarda soprattutto le persone rimaste vittime di un ictus cerebrale, fino a oggi considerata senza rimedio. Una soluzione, invece, potrebbe esserci. La speranza giunge da uno studio pubblicato su Neurology, la rivista della società americana di neurologia.
 

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IL RECUPERO DELLA VISTA E’ PROPORZIONALE ALL’IMPEGNO

I ricercatori dell’Università di Rochester (Stati Uniti) sono arrivati a questa conclusione sperimentale dopo aver sottoposto a riabilitazione visiva dopoictus cerebrale 17 pazienti, i quali hanno recuperato mediamente circa 108 gradi di campo visivo. Il confronto è stato effettuato con cinque pazienti che, senza essere sottoposti a esercizi riabilitativi, hanno recuperato in maniera spontanea soltanto sedici gradi. L’entità del recupero, secondo gli autori della ricerca, è stata proporzionale all’impegno. «I pazienti sono passati dal non vedere nulla al recupero di una visione che, sebbene parziale, è stata ritenuta soddisfacente», afferma Matthew Cavanaugh, ricercatore della clinica oculistica del Rochester Medical Center e coautore della pubblicazione.

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Nel lavoro sono riportate anche alcune testimonianze. Come quella di un uomo con più di settant’anni che conferma di non avere più esitazioni quando si trova a dover andare in bagno in un locale pubblico. «Prima non riuscivo a leggere le prima due lettere che differenziano woman da man e mi chiedevo come mai ci fossero due bagni per gli uomini e nessuno per le donne». Problema risolto. Questa scritta, così come altri oggetti che alla sua vista apparivano deformati, sono tornati a essere visibili nelle loro normali proporzioni. I miglioramenti sono risultati indipendenti dall’età del paziente, dalla dimensione del deficit iniziale e dal momento in cui la lesione era insorta.
 

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LA POSSIBILITA’ DI RIDURRE IL DEFICIT VISIVO

La riabilitazione visiva dopo un ictus cerebrale è dunque possibile, sebbene a lungo si sia creduto che le lesioni a carico della corteccia primaria fossero impossibili da rimarginare. È in quest’area che le immagini provenienti dalla retina vengono rielaborate e inviate sotto forma di impulso nervoso al cervello, che elabora una risposta. Fino a pochi anni fa si credeva che il deficit visivo tendesse a rimarginare i danni a partire dai sei mesi successivi all’evento cerebrovascolare. Una soluzione considerata soltanto parziale e comunque non modulabile dall’intervento dello specialista, come invece accade nel caso della riabilitazione motoria. Nel 2006 un gruppo di ricercatori dell’Università di Atlanta dimostrò, attraverso le colonne dell’American Journal of Ophtalmology, che l’emianopsia omonima presenta un miglioramento spontaneo nel primo mese nel cinquanta per cento dei casi, molti casi proseguono tale processo fino al terzo mese, raramente fino al sesto. E il recupero spontaneo risulta completo nel trentotto per cento dei casi. L’ipotesi, adesso, è in fase di revisione. Ad aprire la breccia fu una ricerca pubblicata nel 2009 sul Journal of Neuroscience: la prima a parlare dell’efficacia della riabilitazione visiva nei pazienti colpiti da ictus cerebrale: duecentomila ogni anno in Italia. Adesso i ricercatori stimano che ogni pazienti colpiti da un ictus potrebbe avere significativi benefici nel recupero della vista allenandosi per tre mesi due volte al giorno per mezz’ora (ad allenamento). Un aspetto destinato ad assumere rilevanza, visto che «la mortalità in fase acuta per ictus cerebrale è in calo, di conseguenza aumenta la prevalenza», per dirla con le parole di Stefano Paolucci, direttore del laboratorio clinico di neuro riabilitazione sperimentale della Fondazione Santa Lucia di Roma.

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LA GINNASTICA PER RECUPERARE LA VISTA

«Nell’ictus ischemico il recupero della funzione cerebrale avviene dopo la risoluzione dell’edema peri-infartuale e il ripristino della perfusione - afferma Stefano Pensiero, responsabile della struttura complessa di oculistica e riabilitazione visuo-motoria all’ospedale Burlo Garofolo di Trieste -. Il miglioramento della visione nell’emicampo affetto segue una sequenza che inizia dalla percezione luminosa e continua con la percezione del movimento, poi della forma e infine del colore». Esistono tre tipi di riabilitazione dell’emianopsia, tutti caratterizzati dalla costante ripetizione di esercizi visivi: i primi due (optical ed eye-movement therapy) cercano di compensare il deficit del campo visivo, il terzo di recuperarlo (vision restoration therapy). «Le terapie oculomotorie appaiono le più efficaci e presentano maggiori vantaggi rispetto alle terapie ottiche, essendo meno costose e richiedendo meno tempo per l’adattamento - chiosa l’esperto -. Ma la terapia riabilitativa deve essere scelta in base alle condizioni di ogni singolo paziente».

  

Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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