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Neuroscienze
Daniele Banfi
pubblicato il 23-02-2023

Ictus: recuperare il movimento con la neurostimolazione midollare



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L'utilizzo di elettrodi impiantabili a livello del midollo spinale ha consentito di recuperare il movimento dell'arto danneggiato dall'ictus. I risultati pubblicati su Nature Medicine

Ictus: recuperare il movimento con la neurostimolazione midollare

Grazie alla neurostimolazione midollare è possibile trattare con successo le paralisi parziali che sopraggiungono in seguito ad in ictus. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine della rivista Nature Medicine. Impiantando dei piccoli elettrodi a livello del midollo spinale gli scienziati statunitensi dellla University of Pittsburgh and Carnegie Mellon University, guidati dall'italiano Marco Capogrosso, sono riusciti nell'impresa di fare recuperare il movimento del braccio a due persone colpite da paresi parziale da ictus.

COSA SONO GLI ICTUS?

L'ictus ischemico, in gergo tecnico lo "stroke", si verifica quando le arterie che garantiscono il corretto flusso di sangue al cervello sono ostruite per la presenza di un coagulo. Come per l’infarto del miocardio, dove sono le coronarie ad essere ostruite, le aree a valle del blocco che non possono essere sufficientemente irrorate vanno incontro a morte. Rimuovere il coagulo è fondamentale per evitare danni e, nei casi più gravi, il decesso del paziente. Nel nostro Paese l'ictus rappresenta la terza causa di morte, dopo le malattie cardiovascolari e tumori. Si calcola che siano circa 150 mila gli italiani che vengono colpiti ogni anno e la metà dei superstiti rimane con problemi di disabilità anche grave. Ad oggi sono circa un milione i pazienti sopravvissuti e che convivono con problemi di disabilità più o meno marcata.

LA PARALISI PARZIALE

Una delle complicanze più diffuse post-ictus è rappresentata dalla paralisi parziale. Tecnicamente gli addetti ai lavori la definiscono emiplegia ovvero quando il paziente subisce una paralisi che interessa la metà del corpo e compromette la normale attività motoria. Una disabilità, più o meno marcata, che coinvolge circa il 75% degli individui colpiti da ictus. Il deficit più diffuso è la perdita parziale del controllo e della forza del braccio e della mano. Paralisi, anche lievi, che però limitano enormemente le semplici attività quotidiane come scrivere, mangiare e vestirsi. Purtroppo, ad oggi, i possibili interventi di riabilitazione sono limitati. Per questa ragione la ricerca è al lavoro nel tentativo di individuare nuove possibili strategie per il recupero del movimento.

IL RUOLO DELLA NEUROSTIMOLAZIONE MIDOLLARE

Un aiuto nel recupero dalla paralisi parziale dell'arto potrebbe venire dalla neurostimolazione midollare. Ma andiamo con ordine: la causa della paralisi post-ictus è il danneggiamento, spesso irreversibile, delle fibre nervose che connettono il cervello con i muscoli. Quando questo fascio nervoso è danneggiato, il controllo e la forza dei movimenti è alterata. Ed è proprio su questo meccanismo che interviene la neurostimolazione midollare. Nello studio pubblicato su Nature Medicine gli scienziati hanno inserito chirurgicamente, a livello del midollo, degli elettrodi in grado di stimolare i fasci nervosi coinvolti con l'obiettivo di potenziare quell'impulso nervoso prodotto a livello cerebrale che senza intervento esterno risulta troppo debole. Il risultato è stato straordinario: grazie a questo approccio le due persone trattate hanno prodotto un movimento e una forza dell'arto tale da riuscire a compiere autonomamente azioni che prima non erano in grado di portare a termine. Un vantaggio in termini di movimento valutato grazie a test specifici che hanno confermato l'efficacia. Ma c'è di più: inaspettatamente il miglioramento ottenuto persisteva anche a dispositivo spento, segno di un avvenuto -almeno temporaneamente- recupero.

LE PROSPETTIVE FUTURE

Un risultato straordinario, quello descritto nello studio, che non deve però indurre nell'errore di pensare di aver trovato la soluzione al problema della riabilitazione post-ictus. Il "device" utilizzato oltre ad essere molto costoso prevede, per la sua inserzione, una procedura chirurgica di elevata specializzazione. Essendo un'operazione invasiva è dunque difficile pensare che questo approccio possa essere utilizzato nelle persone particolarmente fragili -come gli anziani- che rappresentano la percentuale maggiore di individui che subiscono un ictus. Il successo di questo metodo però è di buon auspicio perché dimostra come l'utilizzo di stimoli elettrici possa essere utile nel recupero di alcune funzioni motorie. Ad oggi infatti sono allo studio numerosi metodi che mirano, attraverso la stimolazione tramite elettrodi di superficie applicati sul collo a livello della colonna cervicale, a migliorare il meccanismo di propagazione dell'impulso danneggiato dall'ictus.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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