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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 13-07-2022
aggiornato il 05-08-2022

Il bonus psicologo, una piccola grande svolta



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Secondo molti addetti, il bonus psicologo segna una rivoluzione culturale (al di là delle cifre basse). Anche lo Stato ora segnala che la salute mentale non è un lusso

Il bonus psicologo, una piccola grande svolta

Di bonus in bonus, siamo arrivati anche al bonus per pagare lo psicologo privato. Quell’anche si giustifica col fatto che depressione, ansia & Co. sono state sempre considerate faccende personali cui, per esempio, le varie mutue raramente hanno riservato rimborsi, del resto scarsi. Cure costose? Fatti tuoi (sottinteso: evidentemente te le puoi permettere). Insomma, ufficialmente, quasi un lusso. Ecco ora lo Stato compiere il grande passo: in data 28 giugno 2022, data storica, sulla Gazzetta ufficiale arriva la notizia che le sedute con lo psicologo privato di propria scelta, purché iscritto all’apposito Albo, le pagherà l’Inps fino alla misura massima di 600 euro per una persona e di 50 euro per sessione.

 

COME RICHIEDERE IL BONUS

Dal 25 luglio al 24 ottobre si potrà presentare la richiesta sul sito dell’Inps del “Contributo per sostenere le spese relative a sessioni di psicoterapia”

 

CHI PUÒ BENEFICIARNE E FINO A CHE CIFRA?

Solo un contributo, certo, come riconosce il testo di legge, e riservato a chi ha un Isee non superiore a 50.000 euro. E di tale aiuto per un percorso di psicoterapia si potrà usufruire una sola volta. Ma il tetto del bonus complessivo varia col variare dell’Isee:

  • inferiore a 15.000 euro: il beneficiario può ricevere fino a 600 euro
  • tra 15.000 e 30.000 euro: il tetto è di 400 euro
  • tra 30.000 e 50.000 euro il contributo più basso: 200 euro.

Lo spunto per questa iniziativa statale sono le condizioni di isolamento e disagio indotte dalla pandemia e della in parte conseguente crisi economica che hanno diffuso “depressione, ansia, stress e fragilità psicologica” come dice il testo firmato dai ministri della Salute Roberto Speranza e delle Finanze Daniele Franco, che hanno messo a disposizione la cifra totale di 10 milioni di euro (**EDIT 05/08/2022: il 4/08/2022 il fondo per l'assistenza psicologica è stato aumentato a 25 milioni).

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RICONOSCIMENTO DELLA SALUTE MENTALE

Si può parlare di “rivoluzione” per questa svolta, ma la data va forse anticipata al 6 agosto 2020 quando la Conferenza Stato-regioni nel Piano nazionale della prevenzione 2020-2025 “riconosce la salute mentale quale parte integrante della salute e del benessere” che può anche essere anche “influenzata da una serie di determinanti socio-economici”. Sul come presentare la domanda per il contributo di assistenza psicologica sembra occorra aspettare fine luglio quando sarà stata definita e resa pubblica la procedura. Ma intanto, discutiamone: che valore ha questa nuova legge? Il bonus serve o è inadeguato nelle sue cifre? Più delle cifre, importa che sia stato infranto un tabù?

 

IL 25 PER CENTO CON ANSIA E DEPRESSIONE

«Sì, è un segnale che andava dato. E’ una svolta culturale: significa tra l’altro dichiarare che la cura psicologica non è un lusso – dichiara David Lazzari, presidente nazionale dell’Ordine degli psicologi. – Certo, le cifre non sono sufficienti a coprire un bisogno che secondo le statistiche coinvolge un quarto della popolazione con i disturbi più comuni come depressione, ansia, stress. Ma intanto si prende atto che il bisogno c’è». Come rete pubblica esistono i “servizi di salute mentale”, ma seguono i disturbi più gravi. Continua Lazzari: «Su 10 persone con problemi psichici 2 hanno malattie mentali e 8 hanno disturbi psicologici più comuni. Ecco, per questi 8 da noi non esiste un’assistenza pubblica ad hoc. Non c’è una rete di prevenzione né una rete di intervento. Perciò il bonus rappresenta una risposta, pur con i suoi limiti economici, in attesa che si creino servizi pubblici adeguati».

 

NON SI RISOLVE TUTTO, MA È UN AIUTO

Alla domanda di cosa pensa di questa iniziativa governativa, la dottoressa Laura Parolin, presidente dell’Ordine degli psicologi della Lombardia, risponde con tre sì: «È positiva? Sì. È un incentivo? Sì. Ne sono contenta? Sì. Non in assoluto, ovviamente ma è una decisione importante perché segna l’attenzione per un crescente bisogno reso ben visibile dalla pandemia, in ricerche sia nazionali sia internazionali. Il suo valore è che apre la possibilità di chi non ha risorse - e nel pubblico non trova, per le scarse disponibilità di offerta - di incontrare una figura professionale mai incontrata prima». Ma le sedute permesse dalle cifre del bonus consentono dalle 4 alle 12 sedute, poche per chi ha un problema psichico, no? Risposta: «Intanto bisogna vedere che problema ha la persona, a volte una piccola crisi passeggera che si può risolvere. Come dal medico: ci si va una volta o tante? Dipende di cosa soffre il paziente. Certo, non è esaustiva questa misura. È una misura emergenziale, come lo è il disagio diffuso. Servirebbero misure strutturali, servizi di salute mentale dedicati sul territorio e possibilità di sedute continue. Ma è un aiuto. Una porta che si apre».

 

COMBATTERE LO STIGMA SUL DISAGIO PSICOLOGICO

«Il bonus è importante perché lavora contro lo stigma. Ci si vergogna a dire che si va dallo psicologo. Invece deve diventare normale come dire vado dal dermatologo o dal dentista. Anzi, col tempo andrebbe potenziato l’esperto della salute mentale accanto al medico di base». È il parere di Francesca Picanza, psicologa a Milano e Monza «e online», ci tiene ad aggiungere. «Modalità che esisteva anche prima, ma che con i lockdown si è molto estesa». Un rischio del bonus, che apre le porte a una esigua minoranza prima “esclusa” per via dell’Isee, è che alla lunga favorisca gli psicologi privati facendoli diventare scelta elitaria a discapito del pubblico. Un pubblico – continua Picanza – che andrebbe molto incrementato e strutturato. Secondo la psicologa milanese altro pregio del bonus: «Lavora sulla prevenzione: evita che un disagio psicologico iniziale non affrontato subito con queste sedute si aggravi richiedendo poi interventi più pesanti, anche con la medicalizzazione. Il bonus stimola una maggiore apertura mentale nella società».

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Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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