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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 15-06-2023

BE Car7-T: una nuova cura per la leucemia linfoblastica acuta?



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Nelle forme di malattia a cellule T resistenti alle terapie convenzionali l'utilizzo di una nuova tecnica ha consentito di realizzare cellule Car-T da donatore. Il caso descritto sul New England Journal of Medicine

BE Car7-T: una nuova cura per la leucemia linfoblastica acuta?

Negli ultimi anni le Car-T hanno rivoluzionato la cura di molti tumori del sangue. Terapie su misura, preparate dalle cellule stesse del malato, che però non sempre è possibile utilizzare. Questo perché alle volte sono le stesse cellule del malato a non essere "modificabili". Ecco perché ultimamente gli scienziati sono al lavoro nel tentativo di realizzare Car-T da donatori sani. Una di queste è BE Car7-T, una nuova terapia cellulare -la più all'avanguardia mai realizzata- che si è dimostrata utile nel salvare una ragazza con leucemia linfoblastica acuta refrattaria a qualsiasi trattamento. Un risultato importante descritto sulle pagine del New England Journal of Medicine.

CHE COS'È LA LEUCEMIA LINFOBLASTICA ACUTA?

La leucemia linfoblastica acuta è un tumore del sangue che origina dai linfociti, particolari cellule del sistema immunitario. Quando ciò accade i linfociti cominciano a riprodursi a velocità sostenuta, senza completare la loro maturazione, invadendo altre parti del corpo come linfonodi, milza, fegato e sistema nervoso. La leucemia linfoblastica acuta, pur essendo una malattia rara, è il tumore più frequente in età pediatrica e adolescenziale: un tumore su 4 nella fascia di età dagli 0 ai 18 anni è una leucemia linfoblastica acuta. Tra tutte le leucemie del bambino, questa rappresenta l'80% dei casi.

LE CURE

In linea di massima la leucemia linfoblastica acuta viene curata con successo nella maggior parte dei casi grazie a specifiche combinazioni di chemioterapici. Grazie alla ricerca negli anni la sopravvivenza alla malattia è passata dal 60-70% ad oltre il 90%. Ma proprio perché non tutte le LLA sono uguali, alcune forme sono più difficili da curare e altre presentano un rischio di recidiva nel breve termine molto elevato. Mentre per le forme che presentano una particolare caratteristica genetica -il riarrangiamento KMT2- recentemente (come raccontato qui in un nostro articolo) l'immunoterapia si è dimostrata utile, per altre non esistono ancora schemi di cura efficaci quando la malattia non risponde alle terapie tradizionali e al trapianto di midollo.

L'UTILIZZO DELLE CAR-T

Un altro approccio che negli ultimi anni si è dimostrato utile nei tumori del sangue è l'utilizzo delle Car-T. La tecnica consiste nel prelievo dei linfociti T del malato per modificarli geneticamente in modo che sulla superficie esprimano un recettore -Car appunto- capace di riconoscere ed eliminare le cellule cancerose. Reinfusi nel paziente, queste cellule ingegnerizzate si sono dimostrate utili nel trattamento di diversi tumori, leucemia linfoblastica acuta compresa. C'è un però: alcune forme di leucemia linfoblastica originano dalle cellule T stesse (le altre forme dalle cellule B). Per questa ragione prelevare dei linfociti T sani da correggere per attaccare il tumore è pressoché impossibile. Per questa ragione le Car-T contro questo tipo specifico di malattia non possono essere utilizzate.

LA BE CAR7-T: ULTIMA FRONTIERA

Per superare il limite oggettivo dell'indisponibilità di queste cellule gli scienziati stanno provano a percorrere vie alternative di approvvigionamento. Se da un lato di lavora sulla Car-NK (come raccontato in questo nostro articolo), dall'altro grazie allo sviluppo di nuove tecniche di editing genetico come la CRISPR-Cas9 diversi gruppi di ricerca stanno cercando di sviluppare delle Car-T da donatori sani. Il problema legato al loro mancato utilizzoinfatti  è sempre stato correlato al rigetto. Esattamente come per gli organi, iniettare cellule T di un'altra persona seppur compatibile espone ad un rischio. Per quanto riguarda le leucemie, ad esempio, il trapianto di midollo espone allo sviluppo della "malattia del trapianto contro l'ospite" (graft-versus-host disease), complicanza in cui le cellule immunitarie trapiantate attaccano l'ospite. Ma grazie alla possibilità di correggere con estrema precisione il Dna con le tecniche di editing, un gruppo di ricercatori del Great Ormond Street Hospital for Children e della University College of London ha messo a punto BE Car7-T, una nuova terapia cellulare capace di bypassare il problema dovuto al rigetto. In particolare gli scienziati, partendo da cellule T prelevate da un donatore sano -oltre ad aver ingegnerizzato queste ultime per riconoscere ed eliminare i linfociti T malati- hanno modificato il Dna dei linfociti eliminando alcuni geni essenziali responsabili sia della graft-versus-host disease sia della mancata risposta contro le cellule tumorali. 

LA TERAPIA FUNZIONA

L'efficacia di questo nuovo approccio è stata testata su una ragazza di 13 anni in cui tutte le terapie, compreso il trapianto di midollo, avevano fallito. Sottoposta al trattamento, dopo 28 giorni dall'infusione di BE Car7-T nella paziente si è registrata una "remissione molecolare" completa della malattia. Successivamente la ragazza è stata sottoposta a trapianto di midollo e ad oggi non presenta segni di malattia. Un risultato importante, pur da confermare su molti altri pazienti, che indica la bontà di questo nuovo approccio. Una strategia che potrebbe consentire di riuscire a curare con successo tutte le persone con leucemia linfoblastica acuta refrattarie alle terapie convenzionali. 

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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