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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 14-09-2022

Immunoterapia neoadiuvante: una svolta nel tumore del colon dMMR



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Nei tumori caratterizzati dal difetto nel mismatch-repair, l'utilizzo dell'immunoterapia prima dell'operazione porta ad una risposta completa alla malattia. Gli straordinari risultati presentati ad ESMO

Immunoterapia neoadiuvante: una svolta nel tumore del colon dMMR

Il 15% dei tumori del colon-retto sono caratterizzati dall'avere un difetto in un particolare meccanismo di riparazione del Dna. Una caratteristica chiamata mismatch repair-deficient (dMMR). In questi casi l'utilizzo dell'immunoterapia nella modalità neo-adiuvante, ovvero prima dell'operazione chirurgica di rimozione del tumore ai primi stadi di sviluppo, è in grado di portare ad una risposta completa alla malattia. Il risultato, che conferma un precedente studio pubblicato nell'aprile 2020 su Nature Medicine, è stato presentato al congresso dell'European Society for Medical Oncology

CHE COS'È IL TUMORE DEL COLON-RETTO DMMR?

Ogni anno in Italia, secondo i dati dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica, sono circa 48 mila le nuove diagnosi di tumore del colon-retto. In circa il 20% dei casi la malattia viene purtroppo scoperta quando è già in metastasi. Non tutti i tumori del colon però sono uguali. Una quota di questi tumori, pari a circa il 15% del totale, presenta una particolare caratteristica molecolare nota come dMMR. In sostanza queste cellule sono carenti di un meccanismo di riparazione del Dna che le esponde dunque a produrre proteine anomale che possono essere maggiormente riconosciute dal sistema immunitario. Proprio in virtù del fatto di avere un Dna particolarmente ricco di mutazioni, questo tipo di tumore bene si presta alla sperimentazione con farmaci immunoterapici. Questo perché il sistema immunitario, opportunamente stimolato, riesce a riconoscere con maggiore facilità cellule che contengono "molti errori".

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I PRIMI TENTATIVI

Uno dei primi studi che ne ha verificato la fattibilità è stato NICHE, trial clinico i cui risultati sono stati pubblicati nel 2020 sulle pagine di Nature Medicine. L'utilizzo di una successione di immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) in neo-adiuvante, ovvero prima di sottoporsi a trattamento di rimozione chirurgica del tumore, ha portato ad una risposta completa. Un risultato straordinario, ottenuto su un ristretto numero di individui, che ha posto le basi per l'avvio di NICHE-2, il trial clinico volto a verificare e validare la bontà di questo approccio.

I RISULTATI DELLO STUDIO NICHE-2

Lo studio presentato ad ESMO, che ha coinvolto 112 pazienti con tumore del colon dMMR, ha confermato ulteriormente i risultati del trial precedente. L'immunoterapia prima dell'operazione ha permesso di ottenere una risposta nel 99%, una risposta patologica maggiore (ovvero la presenza di meno del 10% di cellule neoplastiche attive nel reperto operatorio) del 95% e una risposta patologica completa (assenza di cellule tumorali) nel 67% dei casi.

LE PROSPETTIVE FUTURE

Quanto ottenuto rappresenta una conferma della bontà dell'utilizzo dell'immunoterapia neodiuvante in questo particolare tipo di tumore. Risultati che potrebbero in futuro -aspettando i dati sulla sopravvivenza globale- cambiare radicalmente la pratica clinica nella gestione dei tumori del colon-retto dMMR in fase precoce. Ma la combinazione testata potrebbe non essere la sola utilizzata. Loi scorso mese di giugno, in una pubblicazione avvenuta sulle pagine del New England Journal of Medicine, i ricercatori del Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York sono riusciti ad ottenere una risposta completa in tutti e i 12 pazienti trattati con l'immunoterapico dostarlimab. Risultato straordinario se si considera che in questo caso si trattava di tumore al colon-retto con difetto nel mismatch-repair già in stadio localmente avanzato.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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