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Oncologia
Donatella Barus
pubblicato il 09-07-2022

Muoversi fa bene (anche solo nel weekend)



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Riabilitati i "weekend warriors". L'attività fisica concentrata nei giorni liberi ha effetti preventivi paragonabili a quella ben distribuita

Muoversi fa bene (anche solo nel weekend)

Li chiamano i “weekend warriors”, i guerrieri del finesettimana, che dopo cinque giorni di vita più o meno sedentaria tirano fuori biciclette, racchette e scarpe da corsa. Cosa sappiamo dell’effetto sulla loro salute? Sarebbe meglio distribuire l’attività fisica durante la settimana, ma chi non può? Si sta perdendo qualcosa? È la domanda a cui un team internazionale di ricercatori ha cercato risposta, andando a confrontare, su grandi numeri, le differenze in termini di mortalità.

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LA RICERCA

Lo studio, apparso sulla rivista JAMA Internal Medicine, ha preso in esame 351.000 adulti negli USA, suddivisi in fisicamente inattivi (meno di 150 minuti a settimana di attività fisica almeno moderata) e attivi (almeno 150 minuti a settimana di attività moderata o 75 minuti di attività intensa). Gli “attivi” sono poi stati ulteriormente classificati in “guerrieri del weekend” (una o due sessioni settimanali) e "regolari" (almeno tre sessioni a settimana di esercizio), oltre che per frequenza, durata e intensità dell’attività svolta. In media queste persone sono state seguite per una decina di anni, confrontando nei vari gruppi i numeri di decessi per malattia tumorale o cardiovascolare, il cui rischio è influenzato dallo stile di vita, attività fisica compresa.

I RISULTATI

A fare la differenza sul rischio di morte è l’attività fisica praticata, non il modo in cui la si distribuisce nella settimana. A parità di movimento infatti non sono emerse differenze rilevanti fra weekend warriors e regolari, mentre rispetto alle persone inattive il loro rischio è risultato ridotto rispettivamente dell’8 e del 15 per cento. Morale: i benefici per la salute ci sono e sono simili per tutti coloro che praticano movimento nelle quantità raccomandate ormai da ogni autorità sanitaria.

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OGNI MOVIMENTO CONTA

A fine 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, al grido di “Every move counts” aveva presentato le nuove linee guida per l’attività fisica e la sedentarietà, sottolineando che il movimento, di qualunque tipo (conta fare sport ma anche il movimento impiegato per spostarsi, lavorare o sbrigare le faccende domestiche, far giocare i bambini, curare il giardino, portare a spasso i cani) purché sicuro e commisurato alla persona, fa bene ad ogni età e in ogni condizione fisica. Per tutti, almeno tre certezze: anche muoversi poco è meglio di niente, se si aumenta la quantità di esercizio un po’ alla volta ci si fa del bene, meno si sta fermi e seduti e meglio è. A seconda delle età, invece, ecco le quantità di movimento raccomandate.

BAMBINI E RAGAZZI

I giovanissimi dovrebbero praticare almeno un’ora al giorno di attività fisica da moderata a intensa (meglio se di tipo aerobico) e almeno tre volte a settimana fare esercizio aerobico più intenso, per rafforzare muscolatura e scheletro.

ADULTI

Tutti dovrebbero muoversi regolarmente. Almeno 150-300 minuti di attività aerobica moderata o almeno 75-150 minuti di attività intensa o una combinazione equilibrata fra le due nel corso della settimana. Meglio ancora, poi, se si riesce anche a praticare attività di potenziamento muscolare un paio di volte a settimana.

DOPO I 65 ANNI

Le persone più mature dovrebbero svolgere esercizio aerobico moderato per almeno 150-300 minuti o intenso per 75-150 minuti a settimana, eventualmente combinati, per ricavare benefici significativi per la salute. In più dovrebbero impegnarsi almeno un paio di volte a settimana in attività che rafforzano la muscolatura e migliorano l’equilibrio.

I VANTAGGI

«Muoversi regolarmente – ricorda l’OMS – può prevenire e aiutare a gestire malattie cardiache, diabete e tumori, possono ridurre i sintomi di ansia e depressione e migliorare la capacità di pensare e imparare, e il benessere generale»

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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