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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 27-09-2019

Tumore al seno: il test genomico per evitare la chemio sarà gratuito in Lombardia



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Oncotype Dx, utile nell'evitare la chemioterapia in alcuni casi di tumore al seno, in Lombardia verrà eseguito gratuitamente

Tumore al seno: il test genomico per evitare la chemio sarà gratuito in Lombardia

La chemioterapia in alcuni casi di tumore al seno non sempre è necessaria. Evitarla per proseguire solo con la terapia ormonale è una questione di genetica.

Grazie all'utilizzo di un test (Oncotype Dx), che analizza il profilo molecolare del tumore in questione, è possibile selezionare quelle pazienti che possono evitare la chemioterapia.

Un test, validato già da tempo grazie ad ampi studi su migliaia di donne, in Lombardia sarà disponibile gratuitamente in tutti gli ospedali. Un grande passo avanti verso una medicina personalizzata e con il minor impatto sulla qualità di vita.

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LA CHEMIOTERAPIA NON SEMPRE E' NECESSARIA

Una delle strategie più diffuse per evitare il rischio di sviluppare recidive nel tumore al seno prevede la somministrazione, immediatamente dopo l'intervento, di una terapia adiuvante a base di chemioterapia e terapia ormonale.

L'obbiettivo principale è quello di ridurre al minimo la possibilità che la malattia si ripresenti eliminando le potenziali cellule tumorali presenti in circolo. Questo approccio negli anni ha portato ad una netta riduzione nel numero di recidive.

Non sempre però la chemioterapia risulta necessaria. E' questo il caso dei tumori del seno positivi ai recettori ormonali in stadio precoce e a rischio intermedio. Negli anni è stato infatti visto che se il tessuto tumorale presenta determinate caratteristiche molecolari, analizzabili grazie ad appositi test genomici, è possibile evitare la chemioterapia e procedere alla sola terapia ormonale.

Questi test, è utile ricordarlo, non si applicano alla terapia neoadiuvante, ovvero ai cicli di chemio che si prescrivono prima dell'operazione per ridurre la massa tumorale

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In particolare, attraverso l’analisi di 21 geni presenti nel tessuto tumorale, Oncotype Dx è in grado di fornire una previsione attendibile del rischio di vedere ripresentarsi la malattia nei dieci anni successivi.

Se questo è basso, oggi gli oncologi hanno la possibilità di evitare di somministrare la chemioterapia. Un vantaggio non indifferente in termini di qualità di vita e di gestione degli effetti collaterali della chemioterapia.

Sino ad oggi le donne potevano ricorrervi pagando oltre tremila euro, salvo avere alcune polizze sanitarie private o essere in cura in grandi centri di ricerca in grado di offrirlo grazie agli accordi assunti con la società che lo ha messo a punto.

Oggi, in Lombardia, tutti gli ospedali lo offriranno con il costo a carico della Regione.

OLTRE MILLE CHEMIO RISPARMIATE

«Uno studio condotto su 400 pazienti, operate e poi selezionate per ricevere la chemioterapia, ci ha permesso di ridurre il ricorso a quest’ultima nel 50% dei casi - afferma Carlo Alberto Tondini, direttore dell'unità operativa di oncologia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo -. Proiettando questi risultati a livello regionale, è stato calcolato che l’utilizzo di Oncotype Dx consente di risparmiare circa mille chemioterapie all’anno».


Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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