Dona ora
Oncologia

Tumore al seno metastatico HR+: superare le resistenze è possibile

Due studi presentati ad ASCO aprono nuove strade per superare la resistenza alla terapia ormonale. Grazie a diagnosi molecolare precoce e nuovi farmaci orali, il controllo della malattia diventa più duraturo

Nel tumore al seno metastatico lo sviluppo di una resistenza alla terapia endocrina è uno dei fattori che più mette e rischio il percorso di cura. Fortunatamente oggi, grazie alla combinazione di diagnostica avanzata e nuovi farmaci mirati, la possibilità di superare questi ostacoli è sempre più concreta. Al congresso dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO) sono stati presentati due studi  (SERENA-6 e VERITAC-2) che mostrano come riconoscere per tempo i meccanismi di resistenza del tumore e agire in modo mirato possa cambiare l’evoluzione della malattia. Due strategie diverse ma unite da un obiettivo comune: impedire che il tumore diventi insensibile alle cure.

IL TALLONE D'ACHILLE DEI TUMORI AL SENO POSITIVI AI RECETTORI ORMONALI

Nel trattamento del tumore al seno positivo ai recettori ormonali in fase avanzata (HR+), la terapia endocrina rappresenta lo standard di cura iniziale. Purtroppo però, nonostante il successo iniziale, molte pazienti sviluppano forme di resistenza che compromettono l’efficacia dei trattamenti. Una delle più comuni è legata alla mutazione nel gene ESR1. L'effetto finale è che il recettore degli estrogeni (HR appunto) risulta sempre attivo dando così il segnale alla cellula tumorale di continuare a replicarsi. In altri casi invece la cellula tumorale mette in atto meccanismi di adattamento a livello della proteina recettoriale ERα su cui agiscono i farmaci endocrini. In entrambi i casi la conseguenza è la stessa: il tumore riprende a crescere, spesso in modo più aggressivo. Ecco perché da un lato è necessario comprendere quali tumori andranno incontro più incontro a resistenza, dall'altro è utile sviluppare farmaci ulteriori per superare questo fenomeno.

PREVEDERE LA RESISTENZA E ADATTARE LA TERAPIA

Al congresso ASCO sono stati presentati due studi che vanno proprio in questa direzione. Il primo è SERENA-6. La ricerca ha  testato una strategia innovativa: invece di aspettare che la malattia peggiori, le pazienti venivano sottoposte ad una biospia liquida per individuare la mutazione ESR1 legata alla resistenza alla terapia ormonale. Quando questa mutazione veniva trovata, anche se la malattia era ancora sotto controllo, si passava subito a un nuovo farmaco orale, camizestrant. Il risultato è stato netto: questa scelta precoce ha permesso di ritardare la progressione del tumore. Il tempo senza peggioramento è salito in media da 9 a oltre 15 mesi, con una riduzione del rischio di progressione o morte del 56%. «Per la prima volta -ha dichiarato Giampaolo Bianchini, responsabile del Gruppo mammella all’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano- uno studio dimostra il vantaggio di un cambio precoce di terapia guidato da una progressione molecolare. Con l’uso della biopsia liquida è possibile anticipare la progressione clinica». Sulla stessa linea anche Alberto Zambelli, direttore dell’Oncologia dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, secondo cui i risultati dello studio «supportano il valore dell’approccio proattivo per prolungare il controllo della malattia».

UN NUOVO FARMACO EFFICACE

In un contesto diverso, quello delle pazienti in cui la malattia è già andata avanti nonostante almeno una linea di terapia ormonale, lo studio VERITAC-2 ha messo a confronto un nuovo farmaco orale, vepdegestrant, con il trattamento standard fulvestrant, che viene somministrato per via iniettiva. I primi risultati sono promettenti: le pazienti trattate con il nuovo farmaco hanno vissuto più a lungo senza peggioramento della malattia (in media 5,7 mesi contro 3,7), e in una percentuale più alta si è osservata una riduzione del tumore. Sono dati ancora iniziali, ma che confermano come i nuovi SERD orali possano diventare un’alternativa efficace e più semplice da assumere.

UNA CURA SU MISURA 

Questi risultati confermano che lo scenario del tumore al seno metastatico HR+ sta cambiando rapidamente. Non solo grazie agli anticorpi coniugati, che iniziano a trovare spazio già in prima linea, ma anche grazie a nuove strategie di monitoraggio e farmaci ormonali innovativi, come i SERD orali. L’obiettivo oggi è duplice: riconoscere per tempo l’insorgenza della resistenza e disporre di opzioni terapeutiche efficaci e semplici da assumere. Un’evoluzione che apre la strada a un controllo sempre più duraturo della malattia e a un approccio di cura realmente personalizzato.

Fai una donazione regolare

Per combattere i tumori femminili la ricerca ha bisogno di te

Frequenza di donazione
Importo della donazione