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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 22-10-2023

Tumore del polmone: la cura diventa su misura



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Terapie target, immunoterapia e anticorpi coniugati stanno trasformando le cure del tumore al polmone. In quest'ottica i test genomici saranno sempre più fondamentali. Le novità da ESMO

Tumore del polmone: la cura diventa su misura

La cura del tumore del polmone sta cambiando radicalmente grazie alla medicina personalizzata. Se nelle forme più avanzate immunoterapia e terapie a target molecolare stanno consentendo di controllare la malattia sul lungo periodo, in quelle più precoci questi due approcci si sono dimostrati fondamentali nel ridurre drasticamente il rischio di recidiva. E' questo, in estrema sintesi, il messaggio principale emerso al congresso dell'European Society of Clinical Oncology di Madrid. Condizione necessaria affinché ciò si verifichi è l'estensione dei test genetici in grado di stabilire le caratteristiche molecolari della malattia. La loro esecuzione è oggi più che mai fondamentale nello stabilire quali terapie somministrare.

IDENTIKIT DEL TUMORE AL POLMONE

Con 41 mila nuove diagnosi all'anno il tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) rappresenta la seconda neoplasia più diagnosticata dopo il tumore al seno. Quando la malattia è in fase avanzata e la rimozione chirurgica non è più possibile, l'obbiettivo delle terapie è quello di controllare le metastasi. Sino al 2010 nessun farmaco era in grado di riuscire ad incidere in maniera significativa sull'aspettativa di vita dei malati ma nei casi in cui il tumore era già in fase avanzata, solo il 5,5% dei pazienti trattati con chemioterapia era vivo a 5 anni dalla diagnosi. Una situazione di totale impotenza sbloccata grazie all'avvento dell'immunoterapia. Secondo gli ultimi dati disponibili la sopravvivenza globale a 5 anni dalla diagnosi nei pazienti trattati con questo approccio in combinazione alla chemioterapia è più che raddoppiata arrivando al 20% circa.

COLPIRE SOLO DOVE SERVE

Ma i tumori del polmone non sono tutti uguali. Un numero sempre più crescente -si calcola almeno un terzo di tutte le diagnosi- presenta delle particolari caratteristiche molecolari che possono essere sfruttate per colpire selettivamente le cellule malate grazie alle terapie a target molecolare. Alcuni esempi sono le mutazioni nei geni EGFR, ROS1, Alk e BRAF per cui già in Italia esistono farmaci approvati.

I RISULTATI PRESENTATI AD ESMO

Ad ESMO i protagonisti sono stati proprio i tumori del polmone con queste mutazioni. Nello studio MARIPOSA in pazienti con tumore in stadio avanzato metastatico aventi la mutazione nel gene EGFR, la combinazione di amivantamab e lazertinib ha migliorato la sopravvivenza libera da progressione di malattia rispetto a osimertinib, la terapia attualmente più efficace. Tradotto: un miglior controllo del tumore e un guadagno di tempo prima della ripresa della malattia. Nello studio MARIPOSA-2 invece è stata testata la stessa combinazione più chemioterapia in pazienti con malattia in ripresa dopo l'uso di osimertinib. Anche in questo caso la sopravvivenza libera da malattia è migliorata rispetto alle cure standard.

EVITARE LE RECIDIVE

Un altro straordinario risultato presentato ad ESMO riguarda lo studio ALINA. In questo caso si tratta di pazienti con tumore del polmone positivo alla mutazione ALK diagnosticato in fase precoce (I-IIIA) e dunque operabile. Sottoposti a trattamento adiuvante -ovvero volto a prevenire lo sviluppo di recidive dopo la rimozione chirurgica- con alectinib, la sopravvivenza libera da malattia a 2 anni dalla chirurgia si è verificata nell'88.7% di pazienti contro il 54% ottenuto somministrando la chemioterapia.

Sempre in ottica di evitare le recidive nei pazienti con malattia in fase precoce e operabile, ad ESMO sono stati presentati due importanti studi sull'importanza della terapia neoadiuvante, ovvero l'utilizzo di farmaci prima dell'operazione di rimozione chirurgica. Sempre più numerose evidenze indicano l'utilità di questo approccio nell'attivare la risposta immunitaria e prevenire lo sviluppo di recidive. Nello studio KEYNOTE-671 l'immunoterapia con pembrolizumab in combinazione alla chemioterapia prima dell'intervento chirurgico e, a seguire, come singolo agente dopo la chirurgia, è stata in grado di ridurre il rischio di morte del 28%. Non solo, la combinazione ha esteso notevolmente la sopravvivenza libera da malattia. Un risultato molto importante che indica chiaramente come si possibile aumentare le probabilità di cura e guarigione.

Infine, sempre nei pazienti con malattia operabile, sono stati presentati i risultati dello studio CHECKMATE 77T in cui l'utilizzo neoadiuvante di chemio e immunoterapia con nivolumab, seguito dal solo nivolumab dopo la rimozione del tumore, ha ridotto del 42% il rischio di recidiva rispetto all'utilizzo della sola chemioterapia. Un risultato importante ottenuto però non in tutti i pazienti e per questa ragione il prossimo passo sarà quello di indagare le ragioni di questa parziale risposta.

I PRIMI ANTICORPI CONIUGATI

Infine l'altra grande novità presentata al congresso ESMO è relativa all'utilizzo di un anticorpo coniugato, il datopatamab deruxtecan, nei pazienti tumore al polmone avanzato trattati già con precedenti terapie. Nello studio TROPION-LUNG01 l'utilizzo di questo farmaco si è dimostrato utile nell'estendere in maniera importante la progressione libera da malattia.

L'IMPORTANZA DI TEST E CLASSIFICAZIONE

Quanto illustrato durante il congresso ESMO, secondo gli addetti ai lavori, porterà a breve un cambiamento nella pratica clinica corrente andando a modificare gli attuali standard di cura. Ma affinché ciò diventi routine sarà sempre più fondamentale il ruolo dei centri di cura: la corretta diagnosi e stadiazione del tumore unita all'esecuzione dei test molecolari utili a orientare le terapie saranno cruciali per fornire la giusta terapia al paziente. Una sfida non indifferente se si pensa che ad oggi la diffusione di questi test stenta ancora a decollare.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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