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Oncologia
Fabio Di Todaro
pubblicato il 01-05-2017

Tumori pediatrici: diagnosi in aumento, come la sopravvivenza



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L’incremento è anche la conseguenza di una maggiore accuratezza nelle diagnosi. In Italia sono oltre 44mila le persone che hanno superato un tumore nel corso dell’infanzia

Tumori pediatrici: diagnosi in aumento, come la sopravvivenza

Cresce il numero dei nuovi ammalati. Ma lievitano pure i tassi di guarigione. I tumori pediatrici  sono più frequenti rispetto a trent’anni fa. Nel confronto con lo stesso periodo, però, anche le chance di guarigione risultano più alte. Sono queste le conclusioni che si deducono da due ricerche sull’’impatto e sulle le conseguenze dei tumori infantili.
 

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TUMORI INFANTILI: IN ITALIA OLTRE 44MILA SOPRAVVISSUTI

La notizia confortante è che oggi in Italia ci sono 44135 persone vive dopo aver avuto un tumore diagnosticato prima del quindicesimo anni di età. Il dato emerge da una ricerca pubblicata sull’International Journal of Cancer e coordinata dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con l’Istituto per le ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr, il Centro di riferimento per l’epidemiologia e la prevenzione oncologica in Piemonte e dell’Associazione italiana Registri tumori. L’indagine conferma l’incremento dei tassi di sopravvivenza già documentato a livello europeo l’estate scorsa. Gli autori, utilizzando i dati forniti da quindici registri tumori italiani, hanno stimato il numero di persone vive fino al primo gennaio 2010. Tra queste, s’è visto che il 54 per cento erano uomini. Mentre i tumori più frequenti sono risultati essere quelli a carico del sistema nervoso centrale e le leucemie linfoidi acute. A seguire i linfomi di Hodgkin.


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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

DIAGNOSI PIU' RAPIDE, CURE PIU' EFFICACI

«Si tratta del primo studio in Europa capace di stimare il numero totale di persone vive anche in età avanzata dopo una diagnosi di tumore», afferma Luigino Dal Maso, epidemiologo del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano, tra gli autori della pubblicazione. «Il numero di persone che vivono dopo un tumore pediatrico è significativo e destinato ad aumentare, grazie a diagnosi tempestive e al miglioramento delle cure. L’auspicio è che uno studio come questo possa essere utile a sviluppare linee guida volte a ridurre il peso di trattamenti tardivi durante l’infanzia e alla pianificazione di un’efficace attività di monitoraggio di questi pazienti nel corso della vita».

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CASI IN AUMENTO

Di pari passo all’aumento della sopravvivenza, s’è però registrato un incremento delle nuove diagnosi. È questa la conclusione di uno studio coordinato dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), pubblicato sulla rivista The Lancet Oncology. I ricercatori francesi, analizzando quasi trecentomila diagnosi effettuate in 62 Paesi, hanno osservato un aumento del 13 per cento dell’incidenza tra il 2001 e il 2010, in confronto allo stesso valore misurato negli anni ’80. Ciò equivale a dire che oggi per un bambino le probabilità di ammalarsi di tumore sono maggiori rispetto al passato? Probabilmente sì, ma non per forza. Gli stessi autori dello studio si sono affrettati a precisare che «una simile evidenza può essere anche dovuta a una maggiore accuratezza diagnostica». Nei bambini, nel periodo d’osservazione, leucemie, tumori del sistema nervoso centrale e linfomi sono risultati i più ricorrenti. In quelli con meno di cinque anni, un terzo dei casi erano dovuti a tumori embrionali: come il neuroblastoma, il retinoblastoma, il nefroblastoma o l’epatoblastoma.  Negli adolescenti, invece, i tumori più comuni sono stati i linfomi, carcinomi e i melanomi.
 

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CAUSE GENETICHE

In Italia sono 1.400 i bambini (0-14 anni) che ogni anno s’ammalano di tumore. Un po’ di meno gli adolescenti: circa 800. Secondo l’oncologo pediatra Tezer Kutluk, ex presidente dell’Unione Internazionale per il Controllo del Cancro, «i tumori sviluppati nei bambini hanno maggiori probabilità di essere innescati da cause genetiche, rispetto a quanto si osserva negli adulti», in cui il ruolo degli stili di vita risulta di pari rilievo, se non superiore.


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RILEVAZIONI POCO ATTENDIBILI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO

Lo studio ha inoltre evidenziato la difficoltà di indagare i tumori dell’infanzia nelle realtà meno sviluppate. Da qui deriverebbero, secondo i ricercatori, i più bassi tassi di incidenza: e non da un reale minor impatto della malattia. La raccolta dei dati, in questi contesti, è resa più difficile dalla mancanza di servizi di sanità pubblica, dalla scarsa attenzione posta ai rilievi statistici e dalle pressoché inesistenti politiche di assicurazione sanitaria.

 

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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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