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Pediatria
Redazione
pubblicato il 18-06-2013

Celiachia: ecco il nuovo test per diagnosticarla in anticipo



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Celiachia: le immunoglobuline sarebbero responsabili dell'aumentata permeabilità intestinale al glutine

Celiachia: ecco il nuovo test per diagnosticarla in anticipo

La scoperta di un gruppo di immunologi del “Gaslini” di Genova: le immunoglobuline sarebbero responsabili dell’aumentata permeabilità intestinale al glutine

Se la terapia senza glutine rimane l’unico trattamento efficace, ci si muove soprattutto in ambito diagnostico per anticipare al massimo l’insorgere della malattia. In questo senso la celiachia ha fatto registrare notevoli passi avanti, da vent’anni a questa parte. Fino agli anni ’90 era necessario ricorrere alla biopsia intestinale per riconoscere l’intolleranza al glutine, mentre oggi il primo approccio avviene a partire dal dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi e anti-endomisio: ritenuti marcatori sierologici di grande affidamento.

LA SCOPERTA

La  valutazione di questi due anticorpi ha quasi del tutto soppiantato quella delle immunoglobuline dirette contro la gliadina, ma il futuro prossimo potrebbe riservare presto un approccio nuovo e anticipato. Un gruppo di ricercatori dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova ha infatti scoperto la positività dei celiaci agli anticorpi diretti contro il rotavirus, responsabile delle più diffuse forme di gastroenterite virale nei bambini fino ai cinque anni. «Con una semplice analisi del sangue è oggi possibile prevedere l’insorgenza della malattia celiaca nei soggetti geneticamente predisposti con largo anticipo rispetto ai test diagnostici convenzionali - spiega Antonio Puccetti, immunologo clinico e sperimentale coautore dello studio pubblicato su “Immunology Research” -. La scoperta rappresenta un importante passo avanti per una diagnosi precoce di celiachia e può essere particolarmente utile in caso di celiachia con sintomatologia  atipica extraintestinale o nei casi di celiachia silente. La malattia è spesso subdola e può portare danni notevoli a un organismo in accrescimento: perciò una diagnosi precoce è di particolare rilevanza». Nello studio genovese su 357 bambini, si è visto come il 10% di quelli che si ammalavano di celiachia avevano anticorpi diretti contro la proteina Vp7 del rotavirus: presenti già almeno dieci anni prima della diagnosi e del tutto assenti nei coetanei sani. «Gli  anticorpi anti-Vp7 possono destabilizzare la barriera intestinale lasciando aperta una via di ingresso al glutine, contro il quale viene rivolta la risposta infiammatoria che tipicamente si sviluppa da parte del sistema immune dei soggetti celiaci».

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FATTORI AMBIENTALI

Della celiachia si sa che alcuni geni del complesso maggiore di istocompatibilità determinano la predisposizione all’intolleranza al glutine: la seconda più diffusa al mondo, dopo quella al lattosio. Medici e ricercatori sono però da tempo a caccia di un altro fattore, genetico o ambientale, che contribuisca alla manifestazione del quadro clinico. Non è da escludere che un ruolo venga giocato proprio dalle infezioni virali, molto diffuse tra i bambini. Il primo studio sull’associazione tra rotavirus e celiachia risale al 2006. Ma l’ultima pubblicazione evidenzia anche come la positività agli anticorpi diretti contro il virus è riscontrabile prima che compaiano altre risposte immunitarie. Si è inoltre notato che le stesse immunoglobuline modulano l’espressione di alcuni geni coinvolti nei meccanismi di permeabilità intestinale.

Fabio Di Todaro
@fabioditodaro


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