Vaccino contro la varicella: un'opportunità per grandi e bambini
La profilassi della varicella è divenuta obbligatoria con l'approvazione del nuovo piano vaccinale. Due le modalità di somministrazione: combinata (col vaccino Mpr) o separata
Gratuita per tutti i neonati a partire dal 2015, la vaccinazione contro la varicella è una delle dieci richieste per l'iscrizione alla scuola dell'obbligo. Una decisione che non ha convinto tutti fino in fondo, dal momento che nell'immaginario collettivo è forte l'idea di essere di fronte a una malattia banale. «La varicella? L’abbiamo fatta tutti». Quante volte abbiamo ascoltato, se non proprio pronunciato, queste parole? Ma della varicella è giusto avere paura o no?
VACCINI OBBLIGATORI: IL PARERE DI ALBERTO MANTOVANI
VARICELLA: LA SITUAZIONE ITALIANA
La parola giusta, in questo caso, è rispetto. L'infezione non è da sottovalutare, in primis per i numeri: circa cinquecentomila i nuovi contagi che si registrano ogni anno in Italia. Di questi, in un caso su venti si registrano complicanze: neurologiche (encefalite), ematologiche (trombocitopenia) o respiratorie (polmonite, sopratutto negli adulti). Sono soprattutto i genitori di questi bambini a rendersi conto dell'importanza della prevenzione per quella che rimane una delle più diffuse malattie esantematiche, per la quale un vaccino è disponibile anche in Italia da quindici anni. Ma lo stesso è rimasto ai più sconosciuto fino a pochi mesi fa, quando il disvelamento del nuovo piano nazionale vaccinale ha determinato una sua (necessaria) maggiore diffusione. Secondo un'indagine condotta nel 2015 da Datanalysis, infatti, su cinquecento genitori che hanno avuto il figlio ricoverato per le complicanze della malattia, il 67,2 per cento consiglierebbe la vaccinazione. Ma prima di avere il figlio ricoverato, però, più della metà degli intervistati (il 57 per cento) ignorava l’esistenza del vaccino.
L'OPPORTUNITA' DELLA VACCINAZIONE
«In realtà, anche questa malattia in alcuni casi può risultare pericolosa - ha spiegato Vincenzo Baldo, responsabile del dipartimento di igiene e sanità pubblica dell'Università di Padova, intervenendo al congresso di antibioticoterapia appena conclusosi a Milano -. Per esempio, nella forma neonatale, nelle donne incinte, negli adulti e in particolare nelle persone immunodepresse, tra i quali può provocare encefaliti e infezioni del cervelletto. L’obiettivo della vaccinazione è proteggere i più deboli, che non possono accedere ai vaccini». Alcune regioni - come la Puglia, la Toscana, il Veneto, la Sicilia, la Basilicata, la Calabria, la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia - hanno iniziato a offrire gratuitamente il vaccino già dal 2003 a tutti i bambini a partire dal primo anno di vita (con chiamata attiva). Tutte le altre lo hanno messo a disposizione in maniera facoltativa e a pagamento (all'incirca 50 euro a dose), fino al provvedimento con cui è stata stabilita l'erogazione gratuita nel 2015 e la successiva obbligatorietà per l'iscrizione ad asili e scuole dell'obbligo per tutti i nati nel 2017. Una sorta di federalismo vaccinale che ha determinato una situazione a macchia di leopardo, lungo la Penisola: dove la copertura complessiva non raggiunge il settanta per cento. Ma che, a rileggere i dati di incidenza e ospedalizzazione legati alla varicella diffusi in uno studio pubblicato sulla rivista Human Vaccines & Immunotherapeutics, premia la scelta delle regioni precorritrici.
TROPPI VACCINI RAVVICINATI POSSONO COMPROMETTERE IL SISTEMA IMMUNITARIO?
UN VACCINO, DUE OPPORTUNITA': COMBINATO O SINGOLO
La disponibilità di vaccini monovalenti e combinati, assieme all'antidoto trivalente (morbillo, parotite, rosolia), tutti sicuri e efficaci, ha innescato il dibattito sulla scelta del vaccino da utilizzare e sulla tempistica delle somministrazioni. Una prima risposta è giunta da una ricerca di post-marketing - condotta cioè a posteriori rispetto all'ingresos sul mercato dei due antidoti - pubblicata su Human Vaccines & Immunotherapeutics, tra i cui firmatari compare lo stesso Baldo. «Il maggior effetto collaterale indotto dalla vaccinazione contro la varicella è la febbre, come peraltro si registra ogni qual volta si utilizza un vaccino vivo attenuato: come quelli che ci proteggono dal morbillo, dalla parotite e dalla rosolia. In alcuni casi, in bambini predisposti, la febbre può determinare delle convulsioni che non sono la spia di una forma epilettica e che regrediscono spontaneamente quanto più ci si allontana dal giorno della vaccinazione. In questi casi la vaccinazione monovalente ha dimostrato ridurre la frequenza e l'intensità degli eventi febbrili». Già, ma come riconoscere la predisposizione? «L'unica possibilità deriva dalla familiarità - prosegue l'esperto -. Ciò vuol dire che, se si ha già un figlio che ha avuto una convulsione febbrile, col secondo conviene procedere scindendo la vaccinazione trivalente da quella per la varicella. In tutti gli altri casi, al momento, non c'è differenza». La separazione delle due vaccinazioni non implica per forza una distanza temporale. «Si possono differire i due momenti di un mese, ma non è sconsigliato procedere nello stesso giorno: avendo la precauzione di iniettare i due vaccini (il trivalente e quello per la varicella, ndr) in due sedi differenti. Basta questo per ridurre il rischio di insorgenza della febbre». E, di conseguenza, della probabilità di sviluppare una convulsione febbrile.
La profilassi contro la varicella prevede un'iniezione a partire dal primo anno di vita e una seconda consigliata tra il quinto e il sesto anno. L'intervallo può essere anche più ampio se ci si vaccina in età adulta: un aspetto che interessa soltanto chi non ha avuto la malattia durante l'infanzia. «Le donne che non hanno avuto la varicella dovrebbero vaccinarsi almeno un mese prima di rimanere incinte - chiosa Baldo -. Il discorso riguarda anche i futuri padri, se mai ammalatisi prima. La varicella contratta in età adulta aumenta il rischio di sviluppare il Fuoco di Sant'Antonio o Herpes Zoster».
Vero e falso sui vaccini dall'Istituto Superiore di Sanità
I vaccini possono indebolire il sistema immunitario e portare alla comparsa di malattie autoimmuni - FALSO La nostra capacità di rispondere agli antigeni si sviluppa prima ancora della nascita e il sistema immunitario di un neonato è perfettamente capace di rispondere ogni giorno a migliaia di antigeni, molti di più di quelli contenuti nei vaccini
I vaccini contengono sostanze tossiche e pericolose come mercurio, formaldeide, alluminio - FALSO Nessuno dei vaccini commercializzati in Europa contiene da diversi anni derivati del mercurio, di cui peraltro non è mai stata dimostrata la pericolosità nelle quantità e nelle forme contenute nei vaccini. Le quantità di formaldeide, alluminio e altre sostanze sono minime e tali da non causare alcun danno alla salute.
I vaccini, in particolare quello contro Morbillo, Parotite e Rosolia (MPR), causano l’autismo - FALSO Dai numerosi studi effettuati non emerge alcuna correlazione tra il vaccino MPR e l’autismo. Lo studio erroneamente citato a sostegno di questo presunto legame, pubblicato su Lancet, è stato infatti ritirato dalla rivista perché dimostrato fraudolento e l’autore è stato, inoltre, radiato dall’albo dei medici del Regno Unito
A causa del decreto sull’obbligo aumentano i vaccini somministrati ai bimbi nel primo anno di vita - FALSO Il decreto non modifica il calendario vaccinale, le immunizzazioni e la scansione temporale restano le stesse. I genitori che negli anni passati hanno fatto fare ai figli sia quelle obbligatorie che le raccomandate al momento del loro ingresso a scuola li avevano protetti dalle 10 malattie previste dalla legge in discussione, e in alcune Regioni anche da altre, ad esempio lo pneumococco
Esistono degli esami che possono predire eventuali effetti collaterali dei vaccini - FALSO Non esiste nessun test in grado di predire gli effetti collaterali dei vaccini
La riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di malattie come il morbillo - VERO L’attuale riduzione delle coperture vaccinali ha provocato la recrudescenza di alcune malattie come il morbillo, e potrebbe portare al ritorno di patologie ormai assenti dal nostro paese, come la polio o la difterite, ma non ancora debellate dal resto del mondo
Il morbillo può essere causa di gravi complicanze - VERO Il morbillo può essere causa di gravi complicanze e danneggiare temporaneamente le difese immunitarie. Tutto ciò può essere prevenuto dal vaccino
La sicurezza dei vaccini è ben documentata - VERO La sicurezza dei vaccini è documentata da milioni di dosi somministrate, dalla costante attività di sorveglianza dei possibili eventi avversi e dagli studi di sicurezza che vengono effettuati sia prima dell’autorizzazione che dopo l’immissione in commercio di ogni vaccino. Gli effetti collaterali gravi da vaccino hanno una frequenza estremamente più bassa di quelli delle malattie da cui proteggono
L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico - VERO L’Italia è uno dei 14 Paesi dove il morbillo è ancora endemico ed è nella “top ten” dei paesi che hanno segnalato più casi a livello mondiale da Novembre 2016 ad Aprile 2017. Dall’inizio del 2017 sono stati notificati oltre 3.500 casi, molte complicanze gravi inclusi casi di polmonite, 2 casi di encefalite e 2 decessi. Il 40% circa dei casi è stato ricoverato in ospedale, a conferma della gravità della malattia. Il 35% circa dei casi ha riportato almeno una complicanza
La malattia impegna il sistema immunitario molto di più della corrispondente vaccinazione - VERO Inoltre nella composizione dei vaccini attuali gli antigeni presenti sono molti meno rispetto a quelli che venivano somministrati trenta anni fa