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Uomini e topi, salumi e cervello

Più salumi si mangiano, più alto è il rischio di ammalarsi di disturbo bipolare? Uno studio con troppe lacune

Uomini e topi, salumi e cervello

Un articolo dello scorso luglio, pubblicato su una prestigiosa rivista internazionale di psichiatria, ha messo in relazione il consumo di salumi con la presenza di un’importante malattia psichiatrica, la mania del disturbo bipolare (un tempo chiamato disturbo maniaco-depressivo). Si tratta di uno studio molto complesso, in parte effettuato sugli esseri umani, in parte sui ratti. Le conclusioni? Chi mangia più salumi ha più probabilità di soffrire di mania. Il meccanismo (testato sul ratto, ma non sull’uomo) sembra legato all’effetto pro-infiammatorio e di modifica del microbiota intestinale causato dai salumi e, in generale, dalle carni conservate con nitrati e nitriti.


Quindi zero salumi per tutti? Secondo me no, per due validi motivi:

1) studi simili, per essere pienamente attendibili, devono essere validati su gruppi di persone più ampi ed in centri di ricerca differenti

2) il modo di allevare gli animali e di preparare i salumi è profondamente diverso tra Italia e Stati Uniti (molto, ma molto meglio in Italia)

Mangiamo con tranquillità il nostro salume preferito, ma non tutti i giorni (massimo una volta alla settimana è la dose consigliata) e possibilmente da animali allevati in maniera non intensiva. Nel panino ci possiamo mettere una frittata, un formaggio fatto bene o una bella crema di ceci col rosmarino. Il nostro umore se ne gioverà sicuramente.



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