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Preghiera e meditazione non curano il tumore

Si può credere che un atto spirituale come la meditazione possa aiutare a guarire il tumore? Mi sono dovuto informare in che cosa consista la meditazione tibetana Tong Len, quando ho saputo che sperimentalmente 40 pazienti oncologici nell’ospedale Bellaria di Bologna la applicano.

Preghiera e meditazione non curano il tumore

Si può credere che un atto spirituale come la meditazione possa aiutare a guarire il tumore? Mi sono dovuto informare in che cosa consista la meditazione tibetana Tong Len, quando ho saputo che sperimentalmente 40 pazienti oncologici nell’ospedale Bellaria di Bologna la applicano.

Uno dei principi su cui si basa sostiene che  quando sviluppiamo una grande compassione prendiamo su di noi la sofferenza e le cause di sofferenza degli infiniti altri esseri viventi, e le utilizziamo per distruggere il nostro pensiero egocentrico ed egoista, che è la fonte di ogni nostro problema e malattia. Trovo molto bello  questo concetto sul piano spirituale ma trovo difficile immaginare che la meditazione su questo e analoghi concetti possa risultare efficace  terapeuticamente. Il tumore si cura con la radioterapia, la chirurgia, la chemioterapia e soprattutto con la prevenzione attuata  con esami e screening, stili di vita corretti, alimentazione sana. Una volta mi chiesero se la preghiera aiuta a curare; e se oggi qualcuno mi chiedesse se la meditazione serve a curare il tumore rispondo come allora, che non ci sono né possono esistere evidenze scientifiche in tal senso.

Eppure sono sempre stato convinto che la psiche, e dunque la psicologia, ha una grande importanza nel percorso di cura del tumore e io mi sono sempre impegnato per affiancare alle cure scientificamente appropriate una grande attenzione ai fattori psicologici che possono ritardare il processo di guarigione, come l’ansia che paralizza i pazienti dopo la diagnosi di tumore, lo stress che vi si accompagna, e qualche volta il panico incontrollato.

Tutto ciò che riesce ad alleviare il peso dell’angoscia e dia serenità al malato e porti il paziente ad avere fiducia nel suo medico e nelle terapie che gli vengono applicate partecipa indirettamente alla cura. E se la “meditazione tibetana” affianca queste cure serie e sperimentate (così com’è per i pazienti di Bologna, per i quali “il Tong Len” va ad “aggiungersi” alle terapie già in atto), le osservazioni che emergeranno da questo studio potranno rivelarsi importanti, sui rapporti tra corpo e psiche, che furono intuiti già da Ippocrate.

Umberto Veronesi



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