Il ruolo di claudina-7 nella progressione dei carcinomi ovarici
- DoveUniversità degli Studi di Brescia
- Durata12 mesi
- Area di ricercaNon definito
Il carcinoma ovarico è un tumore difficile da diagnosticare precocemente e le limitate terapeutiche disponibili sono limitate; inoltre, il 70% delle pazienti presenta metastasi già al momento della diagnosi. Recenti studi hanno evidenziato analogie tra i carcinomi ovarici e un sottotipo di tumore al seno chiamato “caudini-low”, che presenta una bassa quantità di claudine. Le claudine sono proteine presenti sulla membrana delle cellule coinvolte nei contatti cellula-cellula: la loro mancanza diminuisce l’unione tra le cellule conferendo alle stesse una maggior libertà di movimento, caratteristica che le rende più prone a generare metastasi. Studi recenti, infatti, mostrano come bassi livelli di claudina 7 nei tumori ovarici sono associati a una maggior capacità di metastatizzare attraverso il circolo sanguigno. L’obiettivo della ricerca sarà analizzare i meccanismi molecolari con cui claudina 7 influenza la capacità metastatica dei tumori ovarici, per identificare nuovi e potenziali bersagli terapeutici.
Dove si svilupperà la ricerca:
Università degli Studi di Brescia
Il ruolo della Claudina7 nello sviluppo del carcinoma ovarico
- DoveUniversità degli Studi di Brescia
- Durata12 mesi
- Area di ricercaNon definito
Il carcinoma dell’ovaio si sviluppa quando le cellule dell’ovaio crescono e si dividono in modo incontrollato. Il tumore, poi, può diffondersi in altre parti del corpo attraverso un processo chiamato metastasi. Claudina7 è una proteina che si trova sulle membrane delle cellule e ha il ruolo di mantenerne l’organizzazione in tessuti. Nei tumori ovarici, però, la sua presenza è ridotta e questo provoca una minore adesività tra le cellule, favorendo la migrazione e le metastasi. Per studiare questo processo verrà sviluppato un modello cellulare di tumore ovarico in cui è impedita la produzione di claudina7. Grazie a una tecnica avanzata di microscopia, verrà osservata in tempo reale la motilità delle singole cellule e di aggregati cellulari su diverse superfici, tra cui alcune che imitano la struttura porosa dei tessuti del corpo. Inoltre, verranno usati biosensori per studiare le forze intracellulari per meglio comprendere il ruolo del microambiente nel processo metastatico. Infine, verrà valutata la capacità metastatica di queste cellule anche in vivo, per osservare come le cellule tumorali si muovono attraverso i vasi sanguigni e si infiltrino nei tessuti circostanti.
Università degli Studi di Brescia