Quando si parla di rischio associato ai tumori, è fondamentale comprendere i concetti di rischio assoluto e rischio relativo, poiché entrambi forniscono informazioni e prospettive diverse sulla probabilità di sviluppare una malattia oncologica.
Rischio assoluto
Il rischio assoluto rappresenta la probabilità che una persona sviluppi un tumore in un periodo di tempo definito
Per esempio, se in una popolazione di 1.000 persone, 10 sviluppano un determinato tipo di tumore nell’arco di un anno, il rischio assoluto è dell’1% per quell’anno. Questo valore fornisce una misura diretta della frequenza con cui una malattia si manifesta in una popolazione generale.
Il rischio assoluto di sviluppare un tumore, in un dato gruppo di persone, è dato da una combinazione di fattori di rischio genetici, ambientali e comportamentali, con pesi diversi a seconda del tipo di tumore.
- mutazioni genetiche e familiarità;
- età;
- esposizione a fonti di inquinamento ambientale e/o professionale;
- infezioni batteriche o virali (ad esempio il virus HPV);
- stili di vita: consumo di fumo e alcol; alimentazione scorretta povera di frutta e verdura e ricca di carni rosse e lavorate; obesità e sedentarietà; esposizione al sole senza protezione.
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Smettere di fumare, evitare gli alcolici, mangiare sano, sono solo alcune delle buone abitudini per ridurre il rischio di tumore.
Rischio relativo
Il rischio relativo, invece, confronta la probabilità di sviluppare un tumore tra due gruppi distinti di persone: uno esposto a un determinato fattore di rischio e l’altro non esposto (ad esempio fumatori e non fumatori), e indica l’aumento o la diminuzione del rischio che la malattia si manifesti nei due gruppi. Ad esempio, se i fumatori hanno una probabilità tre volte maggiore di sviluppare un tumore al polmone rispetto ai non fumatori, il rischio relativo è pari a 3. Questo significa che i fumatori hanno un’incidenza della malattia tre volte superiore rispetto a chi non fuma.
Un esempio pratico: il caso del tumore al seno
Immaginiamo di voler comprendere il rischio di sviluppare un tumore al seno e come esso possa variare in base a determinati fattori di rischio.
Supponiamo che, in una popolazione generale di 100 donne, nel corso di 10 anni, 3 sviluppino un tumore al seno. Questo significa che il rischio assoluto per una donna di quella popolazione di ammalarsi di tumore al seno in quel periodo temporale è del 3%.
Ora immaginiamo che un gruppo di donne con una predisposizione genetica ereditaria (ad esempio, portatrici di mutazioni nei geni BRCA1 o BRCA2) abbia una probabilità cinque volte maggiore di sviluppare la malattia rispetto a chi non ha questa mutazione. Questo è un esempio di rischio relativo, che in questo caso è 5.
Tuttavia, cosa significa concretamente questo numero? Non vuol dire che tutte le donne con la mutazione svilupperanno il tumore, ma che il loro rischio assoluto sarà più alto. Se il rischio assoluto nella popolazione generale è del 3%, per le donne con questa predisposizione genetica sarà del 15% nello stesso periodo, ovvero 5 volte di più che nel gruppo delle donne senza mutazione.
Questa distinzione è fondamentale: quando si sente dire che un fattore di rischio "aumenta di cinque volte" la probabilità di una malattia, o aumenta il rischio del 50%, è importante chiedersi sempre: rispetto a quale valore iniziale. Se il rischio assoluto di base è molto basso, anche un aumento significativo del rischio relativo può tradursi in una probabilità complessiva assoluta ancora contenuta. Viceversa, quando il rischio assoluto di base è già elevato, un incremento anche modesto del rischio relativo può avere un impatto molto importante sull’aumento del numero di persone che sviluppano quella malattia.
L’importanza di comunicare bene il rischio
Comprendere la distinzione tra rischio assoluto e rischio relativo è essenziale per valutare correttamente l’impatto dei fattori di rischio e prendere decisioni informate sulla prevenzione dei tumori. Sebbene il rischio relativo possa sembrare allarmante quando viene riportato nei media o negli studi scientifici, è sempre importante metterlo in relazione con il rischio assoluto per ottenere una prospettiva chiara e realistica.