Dona ora
Altre News

Tumore della vescica: nuove cure per chi non può fare la chemio

Nelle persone non eleggibili alla chemioterapia, la combinazione di immunoterapia e anticorpi coniugati migliora la sopravvivenza dopo la chirurgia

Nel tumore della vescica muscolo-invasivo circa la metà dei pazienti non può ricevere la chemioterapia a base di cisplatino. In questi casi si interviene con la sola chirurgia ma le probabilità che la malattia si ripresenti o non venga curata adeguatamente sono molto elevate. Una prospettiva che presto potrebbe cambiare grazie ad un nuovo studio (KEYNOTE-905) presentato al congresso dell'European Society for Medical Oncology (ESMO). L'utilizzo prima e dopo l'operazione di immunoterapia con pembrolizumab e l'anticorpo coniugato enfortumab vedotin ha migliorato in modo significativo la sopravvivenza.

QUANDO LA CHEMIO NON SI PUÒ FARE

Con 31 mila nuovi casi diagnosticati in Italia nel 2024, il tumore della vescica rappresenta una delle neoplasie più frequenti. Spesso legata al consumo di tabacco, ne esistono di diverse forme. La più aggressiva è il carcinoma della vescica muscolo-invasivo, tumore che per essere curato richiede nella maggior parte dei casi la rimozione della vescica (cistectomia radicale). Quando le condizioni del paziente lo permettono, prima dell’intervento si utilizza una chemioterapia a base di cisplatino volta ad aumentare le probabilità di eliminare le cellule tumorali residue e prevenire le recidive. Tuttavia circa la metà dei pazienti non può ricevere questo trattamento per motivi di salute (insufficienza renale in primis) e fino a oggi per loro la chirurgia rappresentava l’unica opzione curativa.

COMBINARE IMMUNOTERAPIA E ANTICORPI CONIUGATI

Ed è proprio su questa tipologia di pazienti -e quelli che per altre ragioni hanno rifiutato la chemioterapia- che si è concentrato lo studio presentato ad ESMO. Il trial clinico ha coinvolto 340 pazienti divisi in due gruppi: uno ha ricevuto enfortumab vedotin e pembrolizumab prima e dopo l’intervento; l'altro è stato trattato con la sola chirurgia. A due anni dal trattamento, la combinazione di immunoterapia e anticorpo coniugato ha ridotto del 60% il rischio che la malattia tornasse dopo l’intervento, raddoppiando di fatto il numero di pazienti liberi da recidiva. «Si tratta di un risultato molto importante per i nostri pazienti: più del 70% è libero da malattia a 2 anni e potenzialmente guarito. È un traguardo senza precedenti in una popolazione composta in gran parte da pazienti non eleggibili al cisplatino, finora privi di opzioni di cura efficaci» ha spiegato Patrizia Giannatempo, Dirigente della struttura Dipartimentale di Oncologia Medica Genitourinaria, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

CAMBIARE DA SUBITO LA PRATICA CLINICA

Un risultato importante destinato a cambiare da subito lo scenario per questo genere di pazienti. «Lo studio KEYNOTE-905 dimostra, per la prima volta, che una terapia perioperatoria riduce il rischio di recidiva ed aumenta la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma della vescica muscolo infiltrante. La pratica clinica è destinata a cambiare con la terapia pembrolizumab più enfortumab vedotin per i pazienti non candidabili o che rifiutano la chemioterapia» commenta Giuseppe Procopio, Direttore del Programma Prostata e della struttura Dipartimentale di Oncologia Medica Genitourinaria, Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

LE PROSPETTIVE FUTURE

Se per i pazienti che non possono ricevere la chemioterapia a base di cisplatino la combinazione pembrolizumab più enfortumab vedotin rappresenta un nuovo punto di riferimento, anche per chi può ricevere la chemio lo scenario sta rapidamente evolvendo. Sono infatti in corso diversi studi clinici che valutano l’efficacia di immunoterapia e anticorpi coniugati in associazione alla chemioterapia standard, con l’obiettivo di aumentarne la potenza e ridurre il rischio di recidiva. I primi stanno già mostrando risultati incoraggianti, aprendo la strada a nuovi approcci combinati capaci di migliorare la sopravvivenza complessiva anche nei pazienti che possono sottoporsi a chemioterapia.

Fai una donazione regolare

Sostieni la ricerca, sostieni la vita

Frequenza di donazione
Importo della donazione