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Alimentazione
Francesca Morelli
pubblicato il 07-06-2013

Anche la dieta può aiutare la fertilità



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Settimo appuntamento con la prevenzione a tavola. Stile di vita e alimentazione giocano un ruolo nella possibilità di essere genitori. Dall’esperto i consigli per uomini e donne

Anche la dieta può aiutare la fertilità

Sono in crescita le coppie che si trovano ad affrontare problematiche di infertilità. Secondo le ultime stime ISTAT, solo in Italia sono ogni anno tra le 60.000 e le 80.000, rappresentando all’incirca il 20-25% delle 300.000 nuove unioni. Un dato confermato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che attesta il fenomeno in circa il 15-20% di coppie nei paesi industriali avanzati.

LE CAUSE –Le cause dell’infertilità, sia femminile che maschile, sono numerose e di diversa natura. Possono essere correlate a specifiche patologie – quali obesità (che specie nel maschio possono influenzare anche erezione e libido), infezioni da malattie a trasmissione sessuale (sifilide, gonorrea, chlamydia), endometriosi, policisti ovarica – ma anche a fattori sociali (la ricerca di un figlio in tarda età) o allo scorretto stile di vita (l’uso di droghe, l’abuso di alcool, il fumo, le condizioni lavorative, l’inquinamento). Fra quest’ultima serie di fattori, un ruolo importante ha anche l’alimentazione. Come migliorarla, che dieta seguire per pervenire l’infertilità?

INFERTILITA’ FEMMINILE – Al fine di favorire la fertilità, dicono gli esperti, non si può prescindere dallo stile di vita e dall’alimentazione che sono le basi non solo per la salute generale e ginecologica della donna, ma anche, in caso di gravidanza, per la salute ed il corretto sviluppo del feto. Occorre perciò, facendo prevenzione primaria, puntare su una corretta alimentazione poiché il peso corporeo può giocare un ruolo fondamentale. Essere normopeso rappresenta infatti la condizione ideale per portare avanti la gravidanza in maniera ottimale; di contro donne sottopeso o coloro che praticano un’intensa attività fisica possono avere difficoltà di ovulazione, e dunque di concepimento, con ricadute sui rischi per la crescita del feto. Anche quando si è alla ricerca di un figlio, la dieta va studiata con un medico specialista o un nutrizionista, ma gli esperti ricordano i fattori nutrizionali più generali che possono favorire la fertilità.
Ogni dieta ‘in rosa’ dovrebbe prevedere:

  • la supplementazione di ferro eme (una componente dell’emoglobina e di altre proteine contenuto in piccola parte nel ferro alimentare) derivato da prodotti animali, quali la carne, e di ferro non-eme derivato da alimenti di origine vegetale, latte e simili
  • il consumo di proteine di origine vegetale, in particolare di legumi, e di cereali integrali (pane, pasta e riso)
  • il corretto apporto di vitamine
  • il consumo di carne non più di 5 volte a settimana, alternato a pesce e legumi, una porzione di verdura ad ogni pasto e circa tre frutti al giorno
  • l’utilizzo di olio di oliva a crudo, integrato con piccole quantità di olio di semi
  • il rispetto del fabbisogno giornaliero di acido folico, presente in particolare nelle verdure a foglia verde scuro, da addizionare quando necessario e sotto prescrizione medica con integratori nutrizionali

e quelli che invece possono aumentare il rischio di infertilità. Occorre fare attenzione:

  • all’eccessivo consumo di latte scremato e derivati, quali yogurt e gelato, al posto di latte intero, fonte di calcio e vitamina D
  • al consumo di grassi saturi, presenti prevalentemente nei grassi di origine animale (burro, lardo, strutto) a discapito dell’apporto di carboidrati e grassi insaturi.

INFERTILITA’ MASCHILE – Recenti evidenze hanno sottolineato che 1 giovane su 3 in Italia è a rischio di infertilità, confermando l’evidenza di un problema non solo sanitario ma anche sociale ed economico e l’urgenza di attuare un piano atto ad educare e sensibilizzare soprattutto i giovani sui rischi di comportamenti, abitudini e stili di vita che possono avere risvolti negativi non solo sulla fertilità ma anche sulla salute generale. Fra questi in età infantile e durante lo sviluppo puberale, un ruolo importante è svolto dall’eccessivo aumento ponderale (spesso causa di uno squilibrio ormonale con riduzione del principale ormone maschile, il testosterone, e un aumento degli ormoni “femminili” gli estrogeni) e dalla sedentarietà, associati ad abitudini alimentari non appropriate. Di contro, anche nell’uomo, una dieta equilibrata, completa e ricca di antiossidanti, e il contenimento dei fattori di rischio - mantenere un peso adeguato, attività fisica moderata e costante, stile di vita salubre, assenza di consumo di sostanze d’abuso e dopanti -  rappresentano poche e semplici regole utili per ottimizzare la fertilità e la sessualità, e per preservare l’organismo in salute.

 

Consulenza: Prof. Carlo Foresta, Professore Ordinario in Endocrinologia, Coordinatore del Servizio per la Patologia della Riproduzione Umana, Università degli Studi di Padova.


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