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Alimentazione
Donatella Barus
pubblicato il 21-02-2020

Meno carne e più verdure per aiutare il cuore



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Ridurre i consumi di carne ha effetti positivi per la salute di cuore e arterie. Dalla ricerca ancora conferme che una dieta prevalentemente vegetariana aiuta a limitare i rischi di malattie cardiovascolari

Meno carne e più verdure per aiutare il cuore

In che modo il consumo di carne influenza la salute di cuore ed arterie? Due recenti pubblicazioni, arrivate da oltreoceano, per vie diverse portano alla medesima conclusione: limitare bistecche e salumi a tavola aiuta a tenere lontane le malattie cardiovascolari. Restano molti meccanismi da chiarire e molti nessi da dimostrare, restano limiti di metodo (ad esempio le ricerche in questione non considerano variabili fondamentali come le modalità di cottura), ma il messaggio è importante in termini di salute pubblica, dal momento che si tratta di comportamenti quotidiani, diffusi e, soprattutto, modificabili

LO STUDIO SULLA FLORA BATTERICA INTESTINALE

Un recentissimo lavoro diffuso dall’American College of Cardiology dimostra che una dieta prevalentemente vegetariana ha effetti benefici sul microbioma intestinale, l’insieme dei batteri che popolano il nostro apparato digerente e la cui composizione, a sua volta, ha un impatto su diversi aspetti della nostra salute, dal metabolismo alle difese immunitarie. In particolare, i ricercatori hanno puntato l’attenzione su un metabolita della flora batterica intestinale chiamato TMAO (trimetilammina N-ossido), già noto per essere collegato al rischio di malattie cardiovascolari. Hanno esaminato un gruppo di oltre 700 donne, confrontando varie informazioni sulle abitudini di vita, su patologie coronariche e infarti, e sui livelli plasmatici di TMAO nell’arco di un decennio. 

Ne è emerso che le donne più esposte a danni cardiovascolari hanno livelli più alti di TMAO oltre (prevedibilmente) a un indice di peso corporeo più alto e a una familiarità per queste malattie. Ma hanno anche l’abitudine di mangiare poca frutta e verdura e molti prodotti di origine animale. Fra le donne considerate, i livelli più alti di TMAO erano associati a un rischio di malattia cardiovascolare aumentato anche del 67 per cento. Il pregio di questo lavoro è avere seguito i cambiamenti determinati dalla dieta nel tempo e avere dimostrato che ridurre gli alimenti di origine animale è un modo per ridurre i rischi per il cuore, e che monitorare i livelli di TMAO potrebbe diventare un metodo per aiutare a fare prevenzione.

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RIDURRE CARNI ROSSE E CARNI LAVORATE

Una seconda ricerca, condotta invece includendo oltre trentamila americani adulti, conferma che il consumo di carni lavorate (insaccati, carni sotto sale, affumicate o essiccate) e di carni rosse influenza in negativo la salute delle persone. Nell’indagine, chi consumava più carni risultava esposto a un aumento di rischio di patologie cardiovascolari fra il 3 e il 7 per cento. Un aumento lieve, ma ritenuto significativo dai ricercatori data l’estensione del consumo di questi prodotti. Nessun nesso, invece, fra malattie del cuore e consumo di pesce.

CARNE: PERCHÉ MENO È MEGLIO

Insomma, la carne in tavola è incompatibile con la buona salute? Non necessariamente. Le linee guida degli esperti di nutrizione suggeriscono di moderarne i consumi di carne (100 grammi, per un adulto, non più di 3 o 4 volte a settimana, privilegiando carni bianche e cotture leggere) e soprattutto di non trascurare mai la quantità di verdure nella dieta quotidiana. Tenendo presente che nel mondo attuale semore più i comportamenti alimentari sono da valutare anche in base alla loro sostenibilità etica e ambientale, oltre che medica. «La dieta vegetariana può diventare un’altra pietra miliare sul cammino della salute» scriveva Umberto Veronesi su questo Magazine. E mi auguro che man mano la nostra cultura alimentare si decida a cambiare, ad abbandonare la carne. Non solo per rispetto della vita degli animali, ma perché abbiamo il dovere di ragionare sul modello di sviluppo del nostro pianeta».

 

Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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