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Alimentazione
Serena Zoli
pubblicato il 03-01-2019

Sonno, dieta e salute: quanto conta il cronotipo?



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Gufi e allodole: siamo noi, divisi in cronotipi più propensi a far tardi la notte o ad alzarsi presto il mattino. Una revisione di studi segnala un nesso fra cronotipo serale e dieta meno sana

Sonno, dieta e salute: quanto conta il cronotipo?

Meglio essere un gufo, ammaliato dalle ore notturne, o una vivace allodola che col suo canto dà la sveglia al mattino? E le ore di sonno come influiscono sulla dieta e sulla salute? Parliamo di cronotipi, categorie create per classificare tipi umani ben definiti e ben riconoscibili all’interno di gruppi che si avvicinano più all’uno o più all’altro, senza essere così rigidamente connotati. La grande varietà degli esseri umani, si sa, vive di sfumature…. Ma dal punto di vista salute vanno bene sia l’uno sia l’altro tipo? In Gran Bretagna si è cercato di rispondere alla domanda con un’ampia rivisitazione (review) di precedenti studi internazionali condotta alla Northumbria University e sono emerse differenze interessanti.

I ricercatori hanno precisato che c'è ancora molto da lavorare per migliorare i metodi di indagine e che siamo agli inizi di un settore di ricerca promettente come quello su cronotipi, sonno, dieta e alcune malattie molto diffuse come le malattie cardiovascolari e quelle metaboliche (come il diabete). Molti studi però rilevano rischi aggiuntivi per la salute di “quelli della notte”, legati soprattutto alla sregolatezza nella dieta e alla preferenza per cibi poco sani.

QUELL’OROLOGIO DENTRO DI NOI

I dati della ricerca sono stati riportati su Advances in Nutrition, dove si parte dalla premessa che il nostro organismo funziona su un ciclo di 24 ore regolato dal nostro orologio interno, che viene chiamato ciclo circadiano (derivato dal latino circa “intorno” e dies “giorno”) o anche cronotipo. Quest’orologio biologico che abbiamo nel cervello regola diverse funzioni fisiche, fra cui i ritmi del sonno e dell'alimentazione. Ed è il cronotipo di ciascuno che spinge alcuni verso il risveglio precoce e soddisfatto (“il mattino ha l’oro in bocca”) e altri li sollecita a tirar tardi la notte con altrettanta soddisfazione. Ma la gioia degli innamorati della “notte piccola così” nasconde un’insidia non da poco: è emerso da vari studi della review che sono più esposti al rischio di disturbi cardiovascolari e del diabete di tipo 2. Non si tratta della maledizione di ore buie e stregate, ma dello stile di vita che ad esse si accompagna. I nottambuli tendono a mangiare in modo disordinato e non salutare, consumano più alcolici, zuccheri, bevande con la caffeina e ricavano una quota maggiore di energia dai grassi. Tutte abitudini che sembrano meno diffuse fra le persone mattiniere che, alzandosi per tempo, trascorrono le loro giornate in maggior armonia con i “comandi” che il nostro orologio invia. Dunque, in modo più “naturale”.

SE LA NOTTE PORTA CON SE’ PASTI SREGOLATI E ALCOL

“Quelli della notte”, invece, spesso saltano la prima colazione e cenano tardi la sera. Dalle loro risposte ai quesiti degli studiosi si evidenzia anche un consumo scarso di cereali e di verdure; dichiarano anche di fare meno pasti del dovuto, però più abbondanti. Tra i “quelli del giorno” risulta invece maggior consumo di frutta e di verdure oltre a una regolarità di massima per i pasti. Alcune delle abitudini dichiarate dai “gufi” potrebbero spiegare la maggior presenza fra loro di alcune malattie croniche. Per esempio, mangiare tardi la sera o quand’è già notte, è stato visto che accresce il rischio di avere il diabete, in quanto il ritmo circadiano influenza il modo in cui il glucosio viene metabolizzato nell’organismo. I livelli di glucosio dovrebbero declinare lungo tutto il giorno e raggiungere il livello più basso durante la notte. Ma poiché i nottambuli spesso mangiano poco prima di andare a letto, i loro livelli di glucosio salgono quando stanno per dormire. Va a rotoli dunque la regola naturale che organizzerebbe questa funzione sugli zuccheri. Uno studio di quelli ripresi in esame all’Università di Northumbria mostrava che “uno della notte” rischia due volte e mezzo di trovarsi col diabete in confronto a “quelli del mattino”.

DOPO I 50 SI TORNA MATTINIERI COME DA BAMBINI

Altre informazioni emerse dalla review piuttosto interessanti:

- le preferenze per un risveglio precoce al mattino o per fare tardi la sera cambiano con l'età. Il cronotipo mattiniero è molto comune tra i bambini e può apparire già dopo poche settimane di vita. Ma verso i sei anni questa tendenza scivola dal 90 per cento al 58 per cento dei casi e punta dritto verso uno stile nottambulo durante la pubertà. L’abitudine può restare per tutta la maturità, ma quando gli anni sono 50 e passa si assiste a una riconversione verso “l’oro in bocca” del mattino

- anche il fattore etnico e la società possono spingere la bilancia delle preferenze verso l’inizio o la fine del giorno. Così dagli studi è risultato che i tedeschi tendono a preferire le ore tarde diversamente, per esempio, dagli indiani e dagli slovacchi. Altre differenze possono darsi tra chi vive in città e in chi abita in campagna

- i ricercatori hanno trovato pure che i “gufi” generalmente accumulano “debiti di sonno” per cui dormono più a lungo nel week-end mentre le mattiniere “allodole” tendono a non avere grandi differenze nelle ore di sonno durante la settimana. E altri studi hanno dimostrato che il surplus di dormite tra sabato e domenica hanno il potere di “compensare” le ore di sonno perdute

 

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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