Anche il sonno influisce sul rischio di sindrome metabolica
Fra i rischi del dormire troppo o troppo poco sembra esserci anche la comparsa della sindrome metabolica o di alcune delle due componenti: obesità addominale, ipertensione, trigliceridi alti, basso colesterolo Hdl e glicemia sopra 110 (includendo anche il diabete). Tutti legati riduzione o eccessi delle ore di sonno: meno di sei o più di dieci ore a notte. A questa conclusione è arrivata una ricerca pubblicata sulla rivista Bmc Public Healthe condotta su un campione di 133.608 uomini e donne adulti.
I ricercatori dell’Università di Seul hanno constatato che, a confronto con gli individui che dormivano 6-7 ore al giorno, gli uomini che dormivano meno di sei ore più facilmente presentavano la sindrome metabolica e una più alta circonferenza addominale. Quanto alle donne con la stessa riduzione del sonno, più spesso presentavano soltanto un girovita più ampio, considerato un parametro utile a valutare il rischio cardiovascolare (la misura ideale del punto vita per la donna è al massimo di 80 e di un uomo 102 centimetri). Ma anche il sonno prolungato quotidiano sembra sortire effetti: il dormire più di dieci ore al giorno risultava associato con la sindrome metabolica, una più alta circonferenza vita e più alti livelli di trigliceridi negli uomini. Nelle donne gli stessi effetti: più zucchero nel sangue e meno colesterolo buono.
SINDROME METABOLICA: COME CORREGGERE LA DIETA E LO STILE DI VITA?
DATI E CAMPIONI
Gli scienziati coreani hanno potuto usufruire di una così vasta coorte di persone esaminate perché si sono agganciati allo studio «Hexa» condotto a livello nazionale negli anni 2004-2013, raccogliendo una granda mole di informazioni: caratteristiche socio-demografiche, storia sanitaria, uso di farmaci, storia familiare, stili di vita, regime alimentare, attività fisica e, per le donne, storia riproduttiva. Ma non basta. La ricerca comprendeva la raccolta di campioni di plasma, siero, cellule del sangue, indicazioni del Dna e urina. In più, i partecipanti all’indagine si erano sottoposti a visite mediche. Dalla ricerca, pur così articolata, non è emerso con chiarezza che cosa ci sia sotto l’associazione tra durata del sonno e sindrome metabolica. Si sono fatte varie ipotesi, tra cui un elevato livello di ormoni che fanno aumentare l’appetito e il conseguente apporto calorico o ridurre la spesa di energie nelle persone che dormono meno di 7 ore al giorno, il che piegherebbe l’aumento della circonferenza addominale e dell’obesità. Oltre a sottolineare la necessità di nuovi studi di approfondimento, i ricercatori fanno presente che nella loro indagine non hanno distinto tra sonno notturno e pisolini diurni.
MENO SONNO, PIU’ INFIAMMAZIONE
Lino Nobili, docente universitario a Genova, esperto di neurofisiologia, «dormire di meno crea uno stress ossidativo e genera infiammazione. Altera inoltre la propensione al cibo, spinge a mangiare di più, soprattutto zuccheri e carboidrati. Insonnia e abbuffate sono un’associazione nota. Forse chi è deprivato del sonno ha un minor controllo dei propri impulsi, in quanto si riduce l’efficacia dell’area cerebrale lobo-frontale che presiede agli istinti. Si riduce anche la risposta all’insulina». Eppure si sa di diverse persone cui bastano pochissime ore di sonno per essere in forma. Un caso famoso è Napoleone. «Chi dorme poco, probabilmente, condensa in tempi più brevi un sonno più profondo. Quasi una maggiore concentrazione». E quelli che dormono di più? «Si pensa lo facciano per compensare un sonno disturbato - conclude Nobili -. Per esempio, in chi ha apnee notturne, è molto probabile che le ore in più servano a rafforzare un sonno non riparatore. Il dormire male genera il rischio di malattie cardiovascolari, di squilibri ormonali o di altro genere. Poi, in fisiologia, restano i cosiddetti corti e lunghi dormitori che non hanno conseguenze problematiche».
Dieci consigli per prevenire il diabete di tipo 2
Il segreto per mantenersi in forma Mantenere il peso al livello ideale o poco superiore o, se in eccesso, cercare di perderlo: sono queste le raccomandazioni dei diabetologi italiani per ridurre il rischio di sviluppare la malattia
Consigli per la tavola La prevenzione del diabete di tipo 2 passa anche da un adeguato consumo quotidiano di frutta (almeno due) e verdura (almeno una)
Attenzione agli zuccheri L'indicazione dei diabetologi italiani è quella di alternare i cereali integrali a quelli raffinati
I grassi non sono proibiti, ma attenzione alle quantità I grassi hanno un ruolo importante all'interno della dieta: tanto delle persone sane quanto dei diabetici. Ma non tutti i grassi sono uguali: da qui l'indicazione a consumare con cautela formaggi e salumi
L'importanza di un adeguato apporto proteico Nella dieta mediterranea, le proteine devono costituire il 10-15 per cento dell'apporto energetico quotidiano. Per prevenire l'insorgenza del diabete si consiglia però di dare più spazio ai legumi e al pesce, piuttosto che alla carne
Quali grassi prediligere? L'olio d'oliva, sia a crudo sia per le cotture, è il più indicato per condire i piatti e prevenire l'insorgenza del diabete di tipo 2. Ma anche in questo occorre attenersi alle indicazioni della piramide della dieta mediterranea, che raccomanda un consiglio massimo giornaliero di 30-40 millilitri (3-4 cucchiai)
Come comportarsi di fronte ai dolci? Sono una tentazione, sopratutto per i più piccoli. Ma i dolci e le bevande zuccherate vanno consumati con moderazione: i primi non più di due volte alla settimana, le seconde soltanto in occasioni eccezionali (non devono essere sempre presenti nel frigorifero)
Caffè e alcolici: quanti se ne possono consumare? Per prevenire l'insorgenza del diabete di tipo 2, non ha senso porsi particolari limiti per il caffè. Diverso è il discorso per gli alcolici: di vino non si dovrebbero bere più di due bicchieri al giorno, mentre più stringenti sono i limiti posti per i liquori (meglio se ne consumano, meglio è). Ma una precisazione è doverosa: non esiste una quantità innocua di alcol e anche consumi moderati influiscono sul rischio di varie malattie, compresi alcuni tumori
Le sigarette sono sempre dannose Anche per la prevenzione del diabete di tipo 2, la raccomandazione degli specialisti è chiara: meglio non fumare e non far fumare chi ci circonda
Dire addio alla sedentarietà Per prevenire il diabete di tipo 2, è importante ritagliarsi ogni giorno un intervallo di tempo per l'attività fisica. I diabetologi italiani consigliano di camminare per almeno trenta minuti al giorno