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Città più vivibili grazie all'analisi dei Big Data

Il trasporto condiviso e le auto senza conducente consentiranno di eliminare l'80% dei veicoli circolanti. A sostenerlo è Carlo Ratti parlando di Big Data in occasione di «The Future of Science»

Sveglia ore 7. Colazione veloce, prepara i bambini e esci di corsa per metterti in macchina. Il primo lo lasci all'asilo, il secondo alle elementari. Per non trovare traffico cerchi mille scorciatoie. Alle nove, dopo una buona ora passata a guidare a passo d'uomo o quasi, finalmente sei al lavoro. E se questo scenario, tipico delle grandi città, un giorno fosse solo un lontanissimo ricordo? Tutto ciò potrà essere fatto probabilmente nella metà del tempo, migliorando notevolmente la qualità di vita. Uno scenario futuristico -ma non troppo- possibile grazie all'analisi dei dati che ogni giorno più o meno consapevolmente rilasciamo in rete. Big-data che opportunamente analizzati ci stanno già cambiando la vita. Le città del futuro saranno “Senseable”, a misura d'uomo. A raccontarle a The Future of Science è Carlo Ratti, torinese trapiantato al MIT di Boston.

 

SEMPRE PIU' CONNESSI

Oggi le città ci forniscono dati in continuazione. La tecnologia mobile la fa da padrone. Se ad ora le connessioni sono circa sette miliardi, nel 2020, arriveremo a 50 miliardi di collegamenti. «La nostra è un'epoca - spiega Ratti - dove ad essere collegate non sono più solo le persone. Oggi oggetti ed individui si scambiano dati in continuazione. Una quantità enorme - i cosiddetti Big-data - che necessità di strumenti per manipolarli e analizzarli al fine di trarne beneficio». Un esempio di quanto queste informazioni ci possono migliorare la vita è l'ottimizzazione del traffico urbano.

 

TRASPORTO CONDIVISO

Da tempo il gruppo di ricerca di Ratti ha creato, utilizzando i dati provenienti dagli spostamenti dei taxi di Lisbona e New York, una mappa dei flussi del traffico della città. Flussi che analizzati hanno portato a teorizzare che è possibile ridurre, ad esempio, del 40 per cento il numero di taxi circolanti. Come? Attraverso la condivisione delle corse con altri utenti. «Studiando gli spostamenti delle automobili siamo stati in grado di mappare le tratte più percorse dai taxi. In collaborazione con Huber Pool abbiamo sviluppato un sistema di condivisione di queste tratte. Più persone, utilizzando la stessa auto, possono arrivare al luogo prescelto. Risultato? Meno auto in circolazione, trasporti più veloci» spiega Ratti. Utopia? No, oggi a San Francisco la metà degli spostamenti avviene già attraverso questa modalità.

 

RIVOLUZIONE SELF DRIVING CAR

Uno scenario, quello del trasporto condiviso con i taxi, che potrebbe già essere vecchio. In un prossimo futuro infatti la rivoluzione dei trasporti avverrà grazie alle auto senza conducente. A differenza di quanto si possa pensare la vera novità di queste auto non è la mancanza di conducente. Tutt'altro. «Quello che ci deve sorprendere di queste auto è la capacità di semplificarci la vita. Oggi quando andiamo al lavoro la nostra macchina rimane parcheggiata tutto il tempo in cui siamo in ufficio. Con le self driving car una volta arrivati a destinazione la nostra auto tornerà indietro e potrà essere utilizzata su altre tratte dai nostri famigliari. Attraverso questo sistema ibrido di trasporto calcoliamo che le auto circolanti saranno il 20% rispetto al numero attuale», conclude Ratti. Uno scenario che rivoluzionerà le nostre città. Non più code, più tempo per dedicarci ad altro. Le ore passate a guidare a passo d'uomo -in cui abbiamo prodotto dati utili al miglioramento del traffico - non saranno state vane. 

 

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