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Cardiologia
Caterina Fazion
pubblicato il 03-07-2024

"L'obesità sia riconosciuta come malattia cronica"


Tag:

obesità

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Con la Venice Declaration 2024 gli esperti internazionali chiedono il riconoscimento dell'obesità come malattia cronica, l'accesso a trattamenti equi e lo stop alle discriminazioni

"L'obesità sia riconosciuta come malattia cronica"

L'obesità è una malattia cronica e complessa che colpisce milioni di persone in Europa e nel mondo. Guidata da fattori genetici, ambientali, comportamentali e sociali, può causare problemi di salute significativi e aumenta in modo sostanziale il rischio di sviluppare altre malattie croniche, tra cui malattie cardiovascolari, diabete e tumori. Per mirare a cambiare la narrativa globale sull'obesità, spingendo per una gestione più equa, sostenibile e basata su evidenze scientifiche di questa complessa malattia cronica, è stata recentemente firmata la Venice Declaration 2024 al Lido di Venezia, in occasione del 31° congresso europeo sull’obesità, organizzato da Easo (European Association for the Study of Obesity).

Quali tematiche affronta il documento? A che punto siamo in Italia sul riconoscimento dell’obesità come malattia cronica, ma soprattutto come problema di salute pubblica di cui occuparsi? Ne abbiamo parlato con Luca Busetto, professore associato di medicina interna all’Università di Padova e past president della Società Italiana dell’Obesità.

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LA VENICE DECLARATION

Il riconoscimento dell'obesità come problema di salute pubblica è il punto cardine della Venice Declaration 2024. Questo documento, firmato dai principali esperti del settore, aspira a fare in modo che parlare correttamente di obesità, e trattarla in maniera appropriata, diventi la norma piuttosto che l'eccezione. Tra i vari punti del documento si include:

  • il riconoscimento dell'obesità come malattia cronica non trasmissibile
  • l'accesso equo ai trattamenti
  • la lotta contro i pregiudizi e le discriminazioni legate al peso
  • il supporto agli interventi basati su evidenze scientifiche
  • l'adozione di un approccio integrato per favorire lo scambio di dati
  • il potenziamento dell'accesso alle cure primarie oltre che specialistiche
  • l'impiego dell'intelligenza artificiale per l'analisi dei big data.

«La Venice Declaration rappresenta un passo significativo nel percorso degli ultimi anni verso il pieno riconoscimento dell'obesità come malattia cronica non trasmissibile», spiega Busetto. «L’obesità è un problema sanitario di portata enorme per tutti i Paesi del mondo, compresa l'Italia. Non solo causa diretti problemi di salute, come la riduzione delle capacità fisiche e lavorative, ma aumenta anche il rischio di sviluppare una vasta gamma di complicazioni, tra cui diabete, ipertensione, malattie cardiovascolari e diverse forme di cancro. Queste patologie hanno un impatto significativo sulla società sia dal punto di vista socio-economico sia sanitario».

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TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

STOP ALLO STIGMA

Nonostante tutte queste evidenze, per molti anni l'obesità non è mai stata considerata come una malattia, ma piuttosto come una condizione legata a errori individuali. Quanti credevano, e molti credono ancora, che basti spiegare alle persone che devono mangiare meglio, muoversi di più e avere molta forza di volontà per risolvere il problema dell'obesità?

«Questa narrazione è completamente sbagliata – riflette il professor Luca Busetto – ed è la causa di quello che noi chiamiamo stigma contro la persona con obesità, connotata in maniera negativa, quasi colpevole della sua malattia e dell'incapacità di risolverla. Noi oggi sappiamo che l'obesità è una malattia complessa legata all'interazione di fattori genetici e ambientali, e non basta educare le persone a comportamenti più salutari per risolvere il problema quando questo è già in atto».

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L'OBESITÀ PUÓ ESSERE TRATTATA

L'obesità, come ricorda la Venice Declaration, può essere trattata, ma l'accesso a un'efficace gestione multidisciplinare dell'obesità è spesso limitato, soprattutto per le popolazioni meno avvantaggiate.

«Oggi disponiamo di trattamenti sempre più efficaci per l'obesità – riflette Luca Busetto –, destinati a crescere nei prossimi anni. Tuttavia, solo una piccola parte della popolazione affetta da obesità può beneficiarne, e la situazione peggiorerà se i servizi sanitari nazionali continueranno a trascurare questo problema, creando ulteriori disuguaglianze. L'obesità è infatti più comune nei ceti socioeconomici più bassi, sia in Italia sia nel resto del mondo. I trattamenti disponibili, che includono modifiche comportamentali, supporto psicologico continuativo, chirurgia bariatrica e nuovi farmaci, hanno costi importanti che, se devono essere sostenuti dai pazienti stessi, creano una disparità di accesso tale per cui solo chi ha risorse economiche adeguate potrà accedervi. Non dimentichiamo che la salute è un diritto fondamentale di tutti i cittadini e deve essere garantito equamente».

 

A CHE PUNTO SIAMO?

L'obesità sta gradualmente ottenendo riconoscimento come malattia cronica non solo tra i professionisti della salute, ma anche tra cittadini e politici. Tuttavia, quando si cerca di comprendere la natura della malattia, le sue cause e le opzioni di trattamento, le cose si fanno più complesse.

«Si torna spesso a sostenere che basta l'educazione alimentare per risolvere la problematica – spiega Luca Busetto –, cosa vera in parte solo dal punto di vista preventivo, ma non certo sufficiente dal punto di vista terapeutico. La discriminazione verso le persone con obesità è ancora presente, ma non siamo fermi, ci stiamo muovendo verso una direzione positiva. Ad esempio, la narrazione nei media sta cambiando in meglio e siamo quasi giunti al punto di inserire l'obesità nella lista delle malattie croniche riconosciute dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e il passo successivo sarà implementare questa conquista a livello regionale, sfida non semplice. Riconosciamo, inoltre, che sostenere la cura dell'obesità sia molto complesso, tuttavia, non possiamo ignorare il problema solo perché non possiamo sostenerlo completamente. Dobbiamo trovare il modo di garantire che i pazienti più a rischio e bisognosi ricevano il trattamento adeguato supportato dal SSN».

 

IL RUOLO DELL'IA

Nella Venice Declaration si parla anche dell'importanza di un approccio globale nella gestione dell'obesità e dell'importanza di condividere i dati nell'ambito del contesto europeo. Quali sono i benefici e in che modo l'intelligenza artificiale può essere di aiuto?

«La diffusione e condivisione dei dati, finora focalizzata sulle malattie rare, si sta diffondendo anche in altri ambiti», conclude Busetto. «La European Association for the Study of Obesity (EASO) ha una rete di centri, chiamati COMs (Collaborating Centres for Obesity Management), diffusi su tutto il territorio europeo, che puntano a creare un database molto grande che metta in evidenza tutte le diverse forme di trattamento e i diversi tipi di pazienti. Il nostro problema attuale, infatti, è quello di uscire da una visione molto semplicistica dell'obesità basata solo sul peso e su qualche misura antropometrica aggiuntiva. Serve invece una visione più complessiva e una maggiore fenotipizzazione del paziente per ottenere trattamenti sempre più personalizzati. Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale. Quando si hanno a disposizione enormi moli di dati con una serie infinita di variabili, questi vanno rielaborati per ottenere informazioni importanti, utili e sfruttabili. Si parla di numeri talmente tanto grandi che riuscire ad analizzarli solo con le nostre capacità sarebbe impossibile».

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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