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Cardiologia
Redazione
pubblicato il 02-05-2014

Una barriera per sconfiggere obesità e diabete



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Sperimentato con successo un dispositivo rivoluzionario che permette di evitare il by pass gastrico finora usato. Migliori risultati e minori effetti collaterali

Una barriera per sconfiggere obesità e diabete

Nella società del benessere obesità e diabete sono piaghe sociali in costante aumento. Il messaggio non è di certo una novità: la prevenzione rimane la prima arma. Alle volte però non basta e il ricorso a terapie d’urto è l’unica via per recuperare la situazione. Negli anni si sono sviluppate complesse tecniche chirurgiche che hanno consentito di trattare con successo –non senza effetti collaterali- pazienti con un destino già segnato. Una strada che oggi si arricchisce di un’arma in più: “Endobarrier”, un dispositivo che produce gli stessi effetti dell’intervento chirurgico di bypass intestinale con meno effetti collaterali e minori costi.

I DANNI

Come spiega il dottor Andrea Formiga, responsabile dell’Unità Operativa Chirurgia Generale ed Endoscopia digestiva del Polo Chirurgico Capitanio all’Auxologico di Milano, «il diabete è la quarta causa di morte nei paesi occidentali. La sua prevalenza nel mondo è in continua crescita e raddoppierà nel corso dei prossimi 20 anni».

Una malattia, il diabete di tipo 2, strettamente legato all’obesità, un problema che affligge oltre 4 milioni di italiani. Queste due patologie così interconnesse tra loro –continua Formiga- sono la causa di danni a carico di organi vitali quali cuore, reni e fegato così gravi da poter richiedere il trapianto». Ecco perché la cura combinata delle due problematiche rappresenta la vera sfida per la medicina.

 

CHIRURGIA BARIATRICA

Nei casi di obesità patologica intervenire chirurgicamente, attraverso la chirurgia bariatrica (o dell’obesità) può essere di grande aiuto per controllare meglio il diabete oltre che per vivere più a lungo e godendo di una migliore qualità della vita. «Tra gli approcci più conosciuti c’è il by-pass gastrico, una tecnica che permette al cibo di saltare parte dello stomaco e un tratto dell’intestino tenue in modo da ridurre la superficie di assorbimento e di conseguenza la quantità di nutrienti assimilati» spiega Formiga.

 

ENDOBARRIER

Un intervento invasivo, il by-pass gastrico, che un giorno potrebbe finire nel dimenticatoio in quanto rimpiazzato da un approccio del tutto simile ma con meno effetti collaterali. L’idea di fondo è la stessa del by-pass. La realizzazione completamente innovativa. «La tecnica –continua Formiga- consiste nell’introdurre un dispositivo endoscopico nel lume duodenale del paziente con l’obiettivo di ridurre l’assorbimento di cibo e modificare la produzione di insulina». Una sorta di guscio protettivo che crea una barriera tra cibo e la mucosa intestinale. «Un approccio –spiega l’esperto- che non richiede nessuna incisione poiché viene direttamente inserito dalla bocca del paziente e che può essere rimosso con facilità in qualsiasi momento». Un intervento mini-invasivo che porta il paziente ad uscire dall’ospedale già dopo 48/72 ore dall’intervento.

 

GLI STUDI

I risultati preliminari degli studi avviati sull’utilizzo dell’Endobarrier –ultimo in ordine di tempo quello pubblicato sulle pagine di Obesity Surgery lo scorso settembre- sono davvero incoraggianti. «Il dispositivo è stato in grado di portare alla perdita di oltre il 40 per cento dell’eccesso di peso e la remissione del diabete di tipo 2 con un netto miglioramento delle condizioni cliniche» spiega Formiga.

 

DUPLICE VANTAGGIO

I benefici, se confermati su larga scala, potrebbero portare un giorno all’utilizzo di Endobarrier come prima scelta del trattamento dell’obesità patologica. «A differenza della chirurgia bariatrica, con questo approccio è possibile eliminare il rischio anestesiologico e le possibili complicanze chirurgiche correlate» continua l’esperto. Ma i vantaggi non si fermano qui: con questa metodica è possibile ridurre i costi relativi al ricovero, degenza, sala operatoria, terapia intensiva e farmaci impiegati.

La riduzione dell’assunzione quotidiana di farmaci per controllo glicemico indotta dal nuovo presidio e la conseguente riduzione degli accessi ospedalieri dei pazienti diabetici per patologie correlate quali coronariopatie, problemi per arteriopatie obliteranti periferiche, neuropatie e nefroangiopatie consentiranno una riduzione complessiva delle spese mediche a carico del Sistema Sanitario Nazionale e degli enti assicurativi privati» conclude Formiga. Una realtà, quella dell’Endobarrier, in utilizzo già nei migliori centri statunitensi ed europei. Per l’Italia, a livello sperimentale, c’è il polo Polo Chirurgico Capitanio dell’Auxologico di Milano e l’ISMETT di Palermo.


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