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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 17-05-2021

Il Parkinson è «asimmetrico» se parte dal cervello



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Quando il Parkinson parte dal cervello, viene colpito un emisfero e i tremori sono su un lato. Negli altri casi, la malattia potrebbe originare dall'intestino

Il Parkinson è «asimmetrico» se parte dal cervello

Il Parkinson è una malattia misteriosa. E ingannevole. Si presenta con una tale variabilità di sintomi che il medico può trovare difficoltà a distinguerli come tipici del disturbo oppure a mettere a confronto due malati. Nel tempo sono stati creati diversi modelli per dare ordine a tanti dolori o disabilità. Ora se ne presenta uno che vuol dar conto dell’asimmetria con cui in tanti (ma non in tutti) pazienti si osservano i caratteristici tremori e lentezza di movimenti in un solo lato del corpo. Succede, all’inizio, in 3 malati su 4. Poi: alcuni pazienti sviluppano costipazione, perdita dell’odorato, disturbi del sonno e altri sintomi parecchi anni prima della diagnosi di Parkinson. Altri no.

Si può scoprire la predisposizione alla malattia di Parkinson?

PARKINSON: IL RUOLO DELLA PROTEINA ALFA-SINUCLEINA

Cosa c’è sotto di unificante? Questo non si sa. Si ritiene coinvolta la proteina alfa-sinucleina che si diffonde tra i neuroni. Sul Journal of Parkinson’s Disease, Per Borghammer (direttore del Dipartimento di Medicina nucleare & Pet all’Università danese di Aarhus) ha presentato un modello unificante di tante variazioni tra i pazienti, col nome di alfa-sinucleina Origin and Connectome (Soc). Con il termine connettoma si può intendere come una mappa di tutte le connessioni neurali del cervello. Il modello Soc si basa su due idee: il luogo o l’origine dei primi aggregati di alfa-sinucleina e l’importanza dell’azione del connectoma nel trasmettere la malattia provocata dall'accumulo dell’alfa-sinucleina alle altre parti del sistema nervoso. Alla base di questa proposta di spiegazione sull’asimmetria del Parkinson ci sono studi di imaging, lavori condotti su modelli animali e analisi dei tessuti cerebrali post mortem.

Parkinson a due «facce»: la malattia può nascere (anche) nell'intestino


PRIMA IL CORPO O PRIMA IL CERVELLO?

Come luogo di origine del Parkinson, gli stessi studiosi avevano già considerato le due ipotesi: «body-first» e «brain-first». Cioè il primo apparire nel corpo (e precisamente nell’intestino) oppure a livello cerebrale. O nell’uno o nell’altro sito si formano gli agglomerati di alfa-sinucleina che, da lì, invade poi tutto l’organismo. Se l'origine della malattia è intestinale, ecco come primi sintomi disturbi enterici, stipsi, problemi col sonno. Quando il male origina dalla testa, invece, gli esordi sono caratterizzati dall'emergere di disturbi motori, tremori e lentezza dei movimenti. Ma bisogna vedere quale dei due emisferi è colpito. Perché le due parti del cervello, ricorda Borghammer, «hanno soltanto l’1 per cento delle loro connessioni rivolte all’altra metà». Per il resto, ciascun emisfero «lavora» con se stesso. Allora la «contaminazione» di tutto il cervello è lenta, all’inizio si hanno sintomi motori sballati nella parte destra del corpo se è colpito l’emisfero sinistro. E viceversa, se il primo aggregato di alfa-sinucleina si manifesta nell’emisfero destro.


Un sonno troppo agitato può anticipare la malattia di Parkinson

LA MALATTIA SI ALLARGA E DIVENTA SIMMETRICA

«Pian piano - osserva Borghammer - i sintomi si allargano anche all’altra area cerebrale prima esclusa e sparisce l’asimmetria dei movimenti. Più simmetrici sin dall’inizio sono i problemi di movimento quando il Parkinson nasce nell’intestino e pian piano arriva a invadere il cervello nel suo insieme. In questo caso, va osservato che il Parkinson più facilmente causa declino cognitivo». Può sembrare strano che questo non accada con la malattia «brain-first», con il cervello è colpito per primo. Ma il concomitante emergere di una forma di demenza si annovera più spesso quando il disturbo parte dalla pancia. Per concludere, lo studioso olandese ricorda che il Parkinson è il secondo più diffuso disturbo neurodegenerativo legato all’età (dopo l'Alzheimer) che colpisce il 3 per cento delle persone sopra i 65 anni e il 5 per cento dopo gli 85 anni.

UN MODELLO SCIENTIFICO INTERESSANTE DA STUDIARE

Fa un breve commento la neurologa Vincenza Fetoni, responsabile dell’Ambulatorio per i Disturbi del movimento dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano: «Quello del collega Borghammer è un bel modello scientifico che permette di capire come nasce e si diffonde questa malattia. Di modelli per spiegare il Parkinson ne esistono anche altri, parecchi. Però finora non si era capita l'origine dell’asimmetria. Quando il paziente si presenta da subito con una malattia bilaterale, vuol dire che l’origine del Parkinson è intestinale. Così si spiega anche perché i disturbi di sonno e il declino cognitivo siano più legati a un avvio periferico per il fatto che questo arriva prima alle parti inferiori del tronco encefalico. Il grande distributore della malattia su tutto l’organismo sembra a questo punto essere proprio il connectoma».

 

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Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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