La marijuana «dilaga» tra gli adulti e gli anziani
La marijuana? È un vizio da giovani. Sono in molti a pensarla così, ma l'opinione diffusa non è così vicina alla realtà. L'atteggiamento «soft» maturato negli ultimi anni nei confronti della cannabissta infatti determinando un aumento dei consumi anche tra gli adulti. Dati stratificati per età, relativamente all'Italia, non ve ne sono. Ma le informazioni che arrivano dagli Stati Uniti, dove il consumo della marijuana è oggi autorizzato in 29 Paesi, confermano un trend dei consumi crescente anche tra i «baby boomers»: anziani e adulti nati dall'immediato secondo dopoguerra ai primi anni '60. Una situazione derivante tanto dall'utilizzo ricreativo quanto a scopo terapeutico, che fornisce uno spunto di riflessione: la dipendenza da quelle che spesso vengono definite droghe leggere non va ricercata soltanto tra i più giovani.
CANNABIS TERAPEUTICA E A USO RICREATIVO: QUALI SONO LE DIFFERENZE?
UNA «CANNA» SENZA ETA'
Oltreoceano, stando a quanto riportato in uno studio pubblicato sulla rivista Drug and Alcohol Dependence, il nove per cento degli adulti (50-64 anni) e il tre per cento degli anziani (over 65) ha fatto uso di cannabis nell'ultimo anno. A documentarlo il lavoro di un gruppo di ricercatori della New York University, che ha determinato i modelli di consumo della marijuana nelle persone con più di cinquant'anni. I ricercatori hanno analizzato le risposte fornite da oltre 17mila adulti coinvolti nell'indagine nazionale sull'uso delle droghe, nel 2015 e nel 2016. Oltre ai dati di prevalenza, i ricercatori hanno tratto informazioni anche circa l'età in cui i fumatori s'erano avvicinati alla marijuana. La quasi totalità degli adulti (92,9 per cento) ha dichiarato di aver fumato la prima «canna» entro i 21 anni, mentre il dato relativo agli anziani era di poco superiore al 50 per cento (poco più di uno su due fumava in pratica da oltre quarant'anni). Il che vuol dire che, con ogni probabilità, si tratta di fumatori che non hanno mai perso l'abitudine e che risultano dunque esposti da tempo ai principi attivi della cannabis.
Dati mai registrati prima, perché «considerando l'invecchiamento senza precedenti della popolazione statunitense, ci troviamo di fronte a un gruppo di adulti e anziani che fanno uso di cannabis a uso ricreativo come mai accaduto prima», ha spiegato Benjamin Han, ricercatore del centro per l'uso delle droghe e la ricerca sulla Hiv all'Università di New York e prima firma della pubblicazione. Gli studiosi hanno scoperto che soltanto il cinque per cento degli anziani coinvolti nello studio ritiene il consumo settimanale di marijuana un grave rischio per la salute. Questa è probabilmente una conseguenza logica, per chi è cresciuto negli anni '60. «In quell'epoca la rivoluzione controculturale rese molto popolare la marijuana, senza che nessuno si sia mai soffermato troppo sulle conseguenze negative del suo uso», hanno messo nero su bianco i ricercatori. Secondo Riccardo Gatti, direttore del dipartimento dipendenze dell'Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, «questo studio farà probabilmente aprire gli occhi a tutti, comunità scientifica e istituzioni: la cannabis non può più essere considerata soltanto un problema giovanile. Il fatto che sia vietata, almeno in Italia, porta ad associarla a un comportamento trasgressivo che appartiene maggiormente agli adolescenti e ai giovani adulti. Ma non è affatto da escludere che chi ha iniziato a fumare gli spinelli negli anni '60 e '70 continui a farlo ancora, anche se non con una cadenza regolare».
TROPPA CONFUSIONE ATTORNO ALLA CANNABIS
L'attualità della discussione attorno alla cannabis terapeutica, così come l'apertura di negozi che vendono cannabis light, «non fa altro che alimentare la confusione, che è ciò che desidera chi gioca sporco». Il rischio, secondo l'esperto, è quello di creare un mito «cool». Un po' come accaduto in passato con «la sigaretta al giorno che non fa male e il bicchiere di vino rosso che fa buon sangue». Con una novità, in questo caso: la grancassa del web, «che oggi ha soppiantato la tv: come una volta quello che passava dal piccolo schermo era sicuramente vero, così per molti è oggi rispetto ai messaggi che circolano in rete». L'unico vantaggio che può derivare da questa situazione è legato «all'incremento di studi scientifici con cui si cercherà di indagare le conseguenze della cannabis sulla salute, non soltanto dei ragazzi - prosegue l'esperto -. Quando se ne parla, ci si riferisce quasi esclusivamente allo sviluppo neurologico e cognitivo dei più giovani. Ma la verità è che sappiamo molto poco di quel che accade nel cervello degli adulti che fanno uso di marijuana».
Non a caso, i ricercatori statunitensi si sono soffermati sulle possibili interazioni farmacologiche registrabili negli anziani, molti dei quali assumono più pillole al giorno. Questo aspetto invita alla cautela anche nella prescrizione della cannabis a uso terapeutico, «i cui effetti non sta a me discutere», precisa Gatti, «ma che comunque può interferire con altri medicinali in una maniera a noi ancora sconosciuta». Il consiglio è quello di prendere soltanto i farmaci strettamente necessari, anche perché gli effetti collaterali dovuti alle «politerapie» non sempre risultano visibili agli occhi del paziente. Gli anziani sono i soggetti più deboli della popolazione: un motivo in più per ridurre al minimo la loro esposizione alla cannabis.
Le droghe più consumate dai giovani italiani
Cocaina La cocaina agisce come stimolante del sistema nervoso centrale. Viene assunta principalmente per via inalatoria, ma può essere pure fumata o iniettata. Euforia, apatia e psicosi sono gli effetti più frequenti registrati tra gli assuntori
Eroina Si tratta della droga meno diffusa tra i giovani di oggi, anche se le cronache raccontano di diverse recrudescenze. La sua assunzione avviene principalmente per via iniettiva. A seguire: inalazione diretta o dei fumi derivanti dalla combustione. Gli effetti: euforia, vampate di calore, confusione mentale, depressione respiratoria, costrizione delle pupille, sviluppo della dipendenza e aumento della tolleranza
Marijuana La marijuana è una sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di canapa. Al suo interno ci sono diverse sostanze psicoattive, stupefacenti e non, tra cui la principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente detto Thc)
Allucinogeni Si tratta sopratutto di sostanze alcaloidi che portano chi le assume a vedere immagini, sentire suoni e avvertire sensazioni riconosciute come reali, che nella realtà però non esistono
Stimolanti Le sostanze più diffuse di questo tipo, in questo caso, sono le amfetamine e i suoi derivati (ecstasy), smart-drugs, antidepressivi e acido gamma idrossibutirrico)
«Spice» La «spice» è diventata la droga più diffusa tra i giovanissimi, dopo l’erba vera e propria: a cui assomiglia, pur essendo però di produzione sintetica
Nuove sostanze psicoattive Ketamina, oppioidi, triptamine, fentanili, cannabinoidi e catinoni sintetici sono le più diffuse. Le nuove sostanze psicoattive possono comportare rischi per la salute individuale e pubblica e rischi sociali che colpiscono tutta la comunità, ma è ancora carente l'informazione sui rischi a esse associati
Energy drink Si tratta di bibite analcoliche contenenti in genere caffeina, taurina, vitamina B12, carnitina ed eccitanti naturali come zenzero, ginseng, ginkgo biloba, guaranà, tè verde oltre, ovviamente, a dolcificanti, anidride carbonica, coloranti e conservanti e vengono presentate come bevande che danno energia psico-fisica. Diverse ricerche hanno evidenziato il loro potenziale nocivo - indotto da caffeina e altre sostanze psicoattive in esse contenute - e una forte associazione da parte dei giovani con alcol e tabacco
Alcol Il consumo di bevande alcoliche caratterizza la maggior parte degli studenti, senza grandi differenze di genere per quanto riguarda il consumo nella vita. Anche tra minorenni e maggiorenni non si evidenziano grandi differenze, sebbene per i secondi l'acquisto di bevande alcoliche non rappresenti una violazione della legge
Fumo Il 43,8 per cento degli adolescenti ha fumato nel corso dell’ultimo anno e per il 24,4 per cento il consumo di sigarette nel 2016 è stato quotidiano. Sono le ragazze a far segnare valori superiori ai coetanei, anche se i valori risultano pressoché sovrapponibili