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Neuroscienze
Fabio Di Todaro
pubblicato il 31-10-2018

Scoperto l'enzima che trasforma le cellule della pelle in neuroni



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L'enzima «chiave» (KMT2B) per i processi di rigenerazione è stato individuato in uno studio a cui hanno partecipato due ricercatori finanziati dalla Fondazione Umberto Veronesi

Scoperto l'enzima che trasforma le cellule della pelle in neuroni

«Trasformare» le cellule della pelle in neuroni, in modo da collocarli (poi) al posto di quelli che non funzionano più. C'è (pure) la «firma» di due ricercatori sostenuti dalla Fondazione Umberto Veronesi, Sina Atashpaz (2016) e Pierre Luc Germain (2017), oltre che di Giuseppe Testa (membro del comitato scientifico), in calce alla ricerca che ha confermato la possibilità di modificare l'identità di una cellula. L'esperimento, per adesso, è riuscito nei topi. Ma l'auspicio dei ricercatori è quello di poter raccogliere le stesse evidenze anche nell'uomo. Un risultato (pubblicato sulla rivista Cell Reports) che aggiunge un tassello al filone della medicina rigenerativa, il cui obiettivo ultimo è la possibilità di rimpiazzare tessuti malati partendo da altre cellule dello stesso paziente.

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NEURONI NUOVI A PARTIRE DAI FIBROBLASTI

Oggi si sa che basta orchestrare l’attività di pochi geni, chiamati fattori di trascrizione, per riportare (come avvenuto in questo caso) una cellula della cute allo stadio staminale embrionale o convertirla direttamente in neurone. Proprio quest’ultima applicazione, descritta per la prima volta nel 2010, ha aperto la possibilità di riprogrammare i fibroblasti, cioè le cellule di supporto della pelle, in neuroni funzionali e comparabili a quelli in vivo. Il tutto è avvenuto in due settimane e senza passare dallo stadio di staminale. Il lavoro coordinato da Testa - che insegna biologia molecolare all'università degli Studi di Milano ed è direttore del laboratorio di epigenetica delle cellule staminali all'istituto Europeo di Oncologia - ha portato alla scoperta del meccanismo che presiede questo «cambio di identità»: finora rimasto ignoto. 

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IL RUOLO DELL'ENZIMA KMT2B

I ricercatori hanno evidenziato come, in assenza dell'enzima KMT2B, i fibroblasti non riescono a generare neuroni maturi e divengono invece principalmente cellule muscolari. Il gene che codifica per la proteina enzimatica è noto da tempo, ma non era mai stato associato a questo processo. Oggi invece si sa che ha un ruolo cruciale nel modificare le proteine della cromatina attorno a cui il Dna è avvolto, contribuendo all’attivazione dei geni. KMT2B è dunque fondamentale tanto per permettere il «cambio di identità» quanto per incanalare le cellule della pelle verso la linea neuronale (invece che in quella muscolare).


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UNA PROSPETTIVA PER CURARE LA DISTONIA?

Nel tempo, la scoperta potrebbe avere una ricaduta anche terapeutica nell'ambito della distonia, un disordine del movimento caratterizzato da gravi disturbi motori. I ricercatori hanno infatti verificato che tre dei geni controllati da KMT2B e coinvolti nel processo di riprogrammazione risultano alterati nelle persone distoniche risultano alterati. Soltanto un'ipotesi, per adesso, che dovrà essere validata attraverso studi epidemiologici.


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Fabio Di Todaro
Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora come redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal 2013. Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a stampa, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).


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