Cure oncologiche, come evitare che danneggino il cuore
Aumenta la sopravvivenza dei malati di tumore, ma aumentano gli effetti cardiovascolari negativi delle terapie (e del tumore stesso). I consigli utili
Il «nemico» non è sempre vincente. Oggi quasi sei adulti su dieci sono vivi cinque anni dopo una diagnosi di tumore, con picchi di eccellenza che riguardano le neoplasie del seno (87%) e della prostata (92%). Tre milioni in assoluto sono gli italiani sopravvissuti cinque anni dopo aver scoperto la malattia. Un quadro migliore rispetto al passato che permette di concentrarsi sulla riduzione degli effetti collaterali delle terapie.
Tra questi ci sono i possibili danni al cuore. La chemioterapia, le terapie biologiche e la radioterapia possono infatti provocareipertensione, infarto e cardiopatia ischemica. È quanto evidenziato da un gruppo di ricercatori austriaci in uno studio presentato nel corso del congresso della Società Europea di Imaging Cardiovascolare. Cento i soggetti osservati, suddivisi in tre gruppi: 43 erano pazienti oncologici già trattati, 36 avevano ricevuto una diagnosi ma non ancora iniziato le cure e 21 le persone sane arruolate nel gruppo di controllo. Sottoponendoli a un’ecocardiografia, i ricercatori hanno valutato la frazione di eiezione ventricolare, un parametro che descrive la capacità del cuore di pompare sangue in tutto l’organismo a partire dal ventricolo sinistro. È emerso che entrambi i gruppi di pazienti avevano una funzione cardiaca alterata, rispetto ai soggetti sani. Ma ciò che è parso nuovo «è il ritrovamento di una ridotta tensione, generata dalla contrazione, conseguente a una disfunzione miocardica, nel gruppo di pazienti ancora non sottoposti ad alcun trattamento - spiega Rajdeep Khattar, cardiologo al Royal Brompton Hospital di Londra e tra gli autori della ricerca -. Ciò vuol dire che il tumore, anche senza l’intervento dei farmaci, può avere un contraccolpo sulla salute del cuore».
UN BINOMIO DETTATO (ANCHE) DALL’INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE
Di rado, alla diagnosi di un cancro, si indaga la presenza di fattori di rischio cardiovascolari: come l’ipertensione, il colesterolo alto e il diabete. Già a settembre una ricerca pubblicata su Heart aveva svelato l’elevata presenza - nei malati oncologici non ancora in cura - di alcuni marcatori responsabili di una riduzione della funzionalità cardiaca. E da uno studio apparso su Cancer Research, mirato a indagare le cause di decesso - sette anni dopo la diagnosi - di 1.807 sopravvissuti al cancro, si è visto che il una persona su tre era morta per disturbi cardiaci. Un dato non sorprendente per Nicola Maurea, direttore della struttura complessa di cardiologia dell’Istituto Nazionale dei Tumori Fondazione Pascale di Napoli. «Gli effetti collaterali cardiaci delle terapie antitumorali stanno crescendo a causa dell'invecchiamento della popolazione. Molti pazienti arrivano alla diagnosi con cardiopatie silenti o con fattori di rischio cardiovascolari. E mentre si è tutti concentrati a eliminare il cancro, questi problemi non sono riconosciuti o non vengono adeguatamente trattati. Così il rischio aumenta, a seguito della chemioterapia o della somministrazione di farmaci biologici».
ECCO TUTTI I BENEFICI DELLA DIETA MEDITERRANEA
PREVENZIONE A TAVOLA
I cardiologi chiedono di essere interpellati al momento della diagnosi e non dopo aver già somministrato la terapia, da individuare - anche - sulla base della salute cardiovascolare del paziente. Un modo per assicurarsi la massima efficacia e il minimo impatto della stessa sul cuore, che dipende anche da alcune scelte individuali. Gli specialisti, riuniti nelle scorse settimane nel capoluogo campano per un workshop internazionale di cardioncologia hanno sottolineato anche l’importanza del controllo del peso e dello svolgimento dell’attività fisica (2-3 volte a settimana)per ridurre il rischio di recidiva. Da ridurre, se non si riesce ad abolirli, il fumo e l’alcol. Quanto alla dieta, meglio sceglierne una ricca in vegetali e a ridotto apporto di carni rosse e dolci. È bene sapere che «alcuni alimenti possono contrastare gli effetti cardiotossici della chemioterapia e delle cure biologiche - chiosa Michelino De Laurentiis, direttore della divisione di oncologia medica enologica dell'Istituto Pascale -: si tratta dell’olio di sesamo, della soia e del riso integrale. I latticini non devono essere eliminati del tutto né è necessario diventare vegani».
Il decalogo per proteggere il cuore durante le cure oncologiche
Controllo del peso corporeo Il peso può incrementare sotto l’effetto delle terapie. Per questo motivo un supporto nutrizionale adeguato è fondamentale nella prevenzione del sovrappeso, per abbassare il rischio di malattie cardiovascolari e ridurre quello di recidiva
Stile di vita attivo Vale la pena abituare il corpo al movimento ogni volta che è possibile, spostandosi per esempio a piedi o in bicicletta ed evitando, quando possibile, ascensori e scale mobili
Sport con regolarità Pratica attività fisica almeno 2-3 volte a settimana contrasta gli effetti collaterali delle terapie e riduce nettamente sia il rischio cardiovascolare sia di recidiva del tumore
No al fumo di sigaretta Il consiglio, valido per la prevenzione primaria di almeno 17 tumori, lo è anche per tutti coloro che hanno già avuto un tumore. I benefici dello smettere di fumare risultano infatti validi anche dopo anni di esposizione alle sostanze nocive sprigionate dalle sigarette
Meglio evitare gli alcolici L'astinenza completa da bevande alcoliche è quanto raccomanda l'Organizzazione Mondiale della Sanità per chi vuole prevenire i tumori. L'indicazione risulta valida in realtà anche nei pazienti: per le possibili interazioni tra alcol e farmaci e per il potenziale cancerogeno dell'etanolo che suggerisce cautela nelle persone che hanno già ricevuto una diagnosi di tumore
Sì al monitoraggio regolare della pressione sanguigna In caso di ipertensione, una terapia farmacologica adeguata assunta sotto controllo medico è quello che può servire: in associazione o dopo la fine delle cure oncologiche
Grassi sotto controllo I valori di colesterolo e trigliceridi possono alterarsi in corso di terapie oncologiche. Per ridurli sì a dieta, attività fisica ed eventuali farmaci ipolipemizzanti (sotto indicazione medica)
Equilibrio a tavola Una dieta ricca in vegetali, limitando o abolendo la carne rossa e gli zuccheri e i dolci, è l'ideale per accompagnare un percorso di cure oncologiche. Diete estreme, come per esempio la dieta vegana, sono più difficili da rendere equilibrate. E, peraltro, non esiste nessuna chiara dimostrazione di eventuali vantaggi
Quando occorre integrare la dieta? Il paziente oncologico, assieme al proprio specialista di riferimento, può valutare l’opportunità di assumere calcio e vitamina D per contrastare la tendenza all’osteoporosi indotta dalle terapie praticate
L'importanza della valutazione da parte del cardiologo Un percorso di cure completo non dovrebbe prescindere dal consulto di un cardiologo specializzato nell'assistenza ai malati oncologici. Il suo contributo può essere utile per avere un approccio ottimale al controllo integrato dei rischi oncologici e cardiaci