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Oncologia
Daniele Banfi
pubblicato il 05-06-2024

Tumore del polmone EGFR: i successi della terapia target



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Osimertinib si sta dimostrando utile in tutte le fasi della malattia. I risultati presentati ad ASCO cambieranno lo standard di cura

Tumore del polmone EGFR: i successi della terapia target

Osimertinib, un farmaco a bersaglio molecolare, si conferma ancora una volta una delle molecole cardine per la cura delle diverse forme di tumore del polmone con mutazione nel gene EGFR. A Chicago al congresso dell'American Society of Clinical Oncology sono stati presentati gli staordinari risultati dello studio LAURA sull'utilizzo di osimertinib nell'adenocarcinoma polmonare con mutazione di EGFR allo stadio III non operabile, una condizione che ancora oggi non prevede uno standard di cura condiviso. Somministrato dopo un trattamento standard di chemio e radioterapia, osimertinib ha mostrato un enorme vantaggio nella sopravvivenza libera da progressione, ovvero il tempo che intercorre tra l'inizio del trattamento e la ripresa della malattia. Un risultato storico che cambierà la pratica clinica.

CHE COSA SONO I TUMORI EGFR POSITIVI?

Nel trattamento del tumore al polmone l'immunoterapia ha giocato un ruolo fondamentale nel migliorare l'aspettativa di vita dei pazienti. Non tutte le forme di tumore al polmone però necessitano dell'immunoterapia. E' questo il caso dei tumori al polmone non a piccole cellule (NSCLC) positivi alle mutazioni ALK, ROS1 ed EGFR. L'avere o meno la mutazione rappresenta un fattore importante nella scelta delle terapie. Ad oggi infatti esistono diversi farmaci a bersaglio molecolare in grado di colpire selettivamente le cellule con questi "difetti". Secondo gli ultimi dati disponibili, circa il 20% degli NSCLC possiede la mutazione in EGFR. Il farmaco ad oggi maggiormente utilizzato per le mutazioni più comuni in EGFR (esone 19-21) è osimertinib, molecola di terza generazione dopo i capostipiti gefitinib, erlotinib e afatinib. 

QUANDO IL TUMORE È METASTATICO

La decisione sul quando somministrare le terapie a target molecolare dipendono essenzialmente dal grado di evoluzione del tumore. Quando la patologie è metastatica in fase IV -ovvero che ha dato luogo a metastasi a distanza- e non è operabile, osimertinib rappresenta lo standard di cura. I risultati dello studio FLAURA, presentati nel 2017 al congresso ESMO (European Society for Medical Oncology), mostrarono l'estrema efficacia della molecola nel migliorare la sopravvivenza libera da progressione, ovvero il tempo che intercorre tra l'inizio delle terapie e la ripresa della malattia, rispetto agli inibitori di EGFR di vecchia generazione.

QUANDO IL TUMORE È PRESO IN TEMPO

Quando il tumore è localizzato perché "preso in tempo", la rimozione chirurgica è la strategia principale per la cura delle neoplasie polmonari. Circa la metà dei pazienti con tumore di stadio I-II e tre quarti dei pazienti di stadio III presentano però una recidiva a cinque anni dall'intervento. Per anni a questi pazienti è stata proposta la chemioterapia adiuvante per evitare ciò ma i benefici non sono mai stati significativi. Con l'arrivo dei farmaci a bersaglio molecolare la situazione è radicalmente cambiata. Al congresso ASCO del 2020 furono presentati i primi risultati sull'utilizzo adiuvante di osimertinib. Condotto su 682 pazienti provenienti da 26 nazioni, lo studio ADAURA mostrò che a 5 anni di distanza dall'operazione era vivo l'88% dei pazienti trattati con osimertinib rispetto al 78% di quelli trattati con placebo. Un risultato che portò ad un cambiamento nella pratica clinica delle gestione dei tumori operabili in stadio I-II e III.

IL NUOVO STUDIO SULLA MALATTIA DI FASE III 

Cosa fare invece nei casi in cui la malattia è in fase III non operabile? Per questa categoria di malati, sino ad oggi, non vi erano grandi possibilità di intervento. Chemioterapia, radioterapia e immunoterapia hanno rappresentato sino ad ora la cura principale. Una situazione di stallo che verrà a breve sbloccata grazie ai risultati storici dello studio LAURA presentati quest'anno al congresso ASCO. L'analisi aveva l'obiettivo di confrontare l'utilizzo di osimertinib in questa categoria di pazienti immediatamente dopo aver ricevuto un primo ciclo di chemioterapia rispetto al solo ciclo di chemioterapia più placebo. Dalle analisi, condotte su 216 pazienti, è emerso che nei pazienti trattati con osimertinib la sopravvivenza libera da progressione mediana (PFS) -che è il periodo durante il quale la malattia non peggiora- è stata di ben 39 mesi. Questo significa che per oltre tre anni molti pazienti hanno vissuto senza vedere un peggioramento del loro tumore. In confronto, i pazienti che hanno ricevuto il placebo hanno avuto una PFS mediana di soli 6 mesi. Inoltre, altro dato da non trascurare, è quello relativo allo sviluppo di metastasi cerebrali: queste si sono verificate nell'8% dei pazienti trattati con osimertinib e nel 29% di quelli trattati con placebo.

CAMBIA LO STANDARD DI CURA

«Gli straordinari risultati di sopravvivenza libera da progressione dello studio di Fase III LAURA rappresentano un importante passo avanti per i pazienti con tumore del polmone di Stadio III non resecabile con mutazione di EGFR, per i quali non sono disponibili trattamenti mirati -ha commentato Filippo de Marinis, Direttore della Divisione di Oncologia Toracica dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano e Presidente di AIOT (Associazione Italiana di Oncologia Toracica)-. Osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84%, un risultato senza precedenti. Sulla base di questi dati, osimertinib dovrebbe diventare il nuovo standard di cura per questi pazienti».

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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