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Pediatria
Caterina Fazion
pubblicato il 03-12-2022

Influenza, perché i più colpiti sono i bambini?



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L’influenza ora colpisce soprattutto i bambini al di sotto dei 5 anni, con i casi in aumento. Perché? Come comportarsi?

Influenza, perché i più colpiti sono i bambini?

Sono i bambini in età prescolare i soggetti più colpiti da questa influenza stagionale, che ha iniziato a manifestarsi in maniera massiccia a partire da fine ottobre. A evidenziarlo è il rapporto settimanale della Sorveglianza InfluNet, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in collaborazione con il Ministero della Salute.

Perché sono proprio i bambini i più colpiti? E perché è importante che anche loro si sottopongano al vaccino antinfluenzale?

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I DATI AGGIORNATI

Quanto ci aspettavamo per questa stagione influenzale 2022-2023 si sta verificando: a seguito della quasi totale abolizione delle misure di protezione la circolazione dei virus risulta totalmente priva di limitazioni. Il risultato? Influenza anticipata e migliaia di italiani a letto con febbre, tosse e raffreddore, non più solo a causa del Covid.

Il rapporto della Sorveglianza InfluNet parla chiaro: in sensibile aumento il numero di casi di sindromi simil-influenzali (ILI) in Italia. Nella 47° settimana del 2022 (21-27 novembre), infatti, l’incidenza è pari a 12,9 casi per mille assistiti (9,5 nella settimana precedente). Per quest'ultima settimana, i casi stimati di sindrome simil-influenzale, rapportati all’intera popolazione italiana, sono circa 762.000, per un totale di circa 2.552.000 casi a partire dall’inizio della sorveglianza.

Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpiti i bambini al di sotto dei cinque anni con 80.479 casi registrati solo nella 47° settimana e circa mezzo milione a partire da inizio sorveglianza. L’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti (29,6 nella settimana precedente). In tre delle Regioni che hanno attivato la sorveglianza InfluNet (Lombardia, Emilia-Romagna, Umbria) l’incidenza ha superato la soglia del livello di entità molto alta.

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NON SOLO INFLUENZA

La circolazione dei virus influenzali è certamente intensificata e massiccia, ma a far crescere il numero delle sindromi simil-influenzali, in queste prime settimane di sorveglianza, hanno concorso anche altri virus respiratori, seppur in misura minore. Oltre al Sars-CoV-2, si parla ad esempio di altri Coronavirus umani, Rhinovirus, virus Parainfluenzali, Adenovirus. Tra i piccolissimi preoccupa invece il Virus Resporatorio Sinciziale (RSV) che colpisce i neonati soprattutto in inverno, causando bronchioliti.

 

PERCHÈ I BAMBINI SONO I PIÙ COLPITI?

L’influenza colpisce ogni stagione invernale fino al 30% dei soggetti di età pediatrica. Tra i motivi troviamo sicuramente la mancanza di precedenti esperienze immunologiche, la relativa immaturità del sistema immunitario e la partecipazione ad attività scolastiche, ludiche e sportive con conseguente rischio aumentato di contagio.

Inoltre, non dimentichiamo il lungo periodo dal quale proveniamo, che ha messo tutti a maggiore rischio: dopo due anni di scarsa circolazione virale a cause della massicce misure di prevenzione, i soggetti non vaccinati hanno avuto ben poche possibilità di tenere sufficientemente alte le difese immunitarie.

Infine, a rendere più probabile la possibilità di un numero molto elevato di casi di influenza sta il fatto che quest’anno è prevista la circolazione di virus influenzali diversi da quelli che erano presenti negli anni precedenti. Ciò rende la protezione indotta dai vaccini utilizzati in quei periodi molto meno efficace, anche nei bambini.

 

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L’IMPORTANZA DELLA VACCINAZIONE

In Italia, il Ministero della Salute raccomanda la somministrazione del vaccino antinfluenzale a tutti i bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 6 anni, oltre che nei pazienti di qualsiasi età con patologie croniche a rischio di complicanze in corso di influenza.

Dato che la maggior parte dei casi guarisce senza complicanze, dopo qualche giorno di febbre alta, tosse, mal di testa e dolori muscolari, perché si ritiene necessario vaccinare anche soggetti così piccoli? Un numero non trascurabile di bambini può richiedere ricovero ospedaliero e possibile degenza in terapia intensiva, impattando in modo molto significativo sui piccoli malati, sulle loro famiglie e sull’intero sistema sanitario. Ogni tentativo di prevenzione di questa malattia in età pediatrica, tra cui anche l'uso della vaccinazione con uno qualsiasi dei vaccini registrati per l’uso pediatrico, risulta sensato e significativo.

 

LA RESPONSABILITÀ SOCIALE

L’influenza pediatrica, oltre ad avere un forte impatto medico e socio-economico, rappresenta uno dei fattori principali della diffusione dei virus nella popolazione generale, con aumentato rischio di infezione nella popolazione fragile di ogni età e negli anziani, di per sé a rischio di forme infettive gravi.

Ecco che la vaccinazione antinfluenzale, specialmente tra i più piccoli, assume un ruolo medico e sociale. Per questa stagione influenzale 2022-2023 che, come prospettato, si sta rivelando particolarmente impegnativa, si spera che tutti i pediatri vogliano aderire alla campagna vaccinale anche per i bambini. Si cerca in questo modo di raggiungere i livelli di copertura superiori a quelli dimostrati negli anni passati, rivelatisi piuttosto bassi. Ricordiamo il primo anno di pandemia quando solo il 19,9% dei bambini con meno di due anni si è vaccinato contro l'influenza, il 13,1% tra i 2-4 anni e il 9,2% tra i 5-8 anni.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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