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Pediatria
Donatella Barus
pubblicato il 28-07-2021
aggiornato il 24-08-2021

Vaccino Covid-19 dai 12 anni? Ecco cosa sappiamo



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Aperta la possibilità di vaccinare i bambini a partire dai 12 anni. I dati su efficacia e sicurezza dei vaccini, le posizioni dei paesi europei e dei pediatri italiani

Vaccino Covid-19 dai 12 anni? Ecco cosa sappiamo

Ormai in tutte le regioni sono aperte le adesioni per la vaccinazione Covid-19 anche a partire dai 12 anni d’età. Vediamo di chiarire quali farmaci sono a disposizione e cosa dicono i pediatri italiani.

 

I VACCINI APPROVATI PER I BAMBINI DAI 12 ANNI

In Europa sono due i vaccini contro il Covid-19 raccomandati dall’Agenzia del farmaco (EMA) per i ragazzi a partire dai 12 anni: Spikevax prodotto da Moderna e Comirnaty prodotto da Pfizer-BioNTech. Si tratta di vaccini a mRNA, sino a poche settimane fa approvati, rispettivamente, a partire dai 18 e dai 16 anni. Le modalità di somministrazione dei vaccini sono le stesse previste per gli adulti. L'Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato l'estensione delle indicazioni terapeutiche per Comirnaty il 31 maggio e per Spikevax il 28 luglio 2021.

 

L’EFFICACIA

Il via libera di EMA è arrivato dopo la valutazione dei risultati dei farmaci su una popolazione di giovanissimi. Nel caso di Comirnaty è stato considerato lo studio di oltre duemila bambini e ragazzi fra i 12 e i 16 anni. La risposta immunitaria indotta dal farmaco (misurata con il livello di anticorpi circolanti) è risultata analoga a quella della fascia 16-25 anni. A un migliaio di bambini è stato iniettato il vaccino, a un altro migliaio un placebo. Nel primo gruppo nessuno ha sviluppato Covid-19 (0 su 1.005), nel secondo 16 su 978. L’efficacia registrata è quindi del 100 per cento nel prevenire la malattia, ma l’Agenzia italiana del farmaco precisa che «il tasso reale potrebbe essere compreso tra il 75% e il 100%». Per Spikevax, EMA ha considerato i dati su 3.732 bambini fra i 12 e i 17 anni. Anche qui la risposta anticorpale e l’efficacia del vaccino si sono confermate simili a quelle riscontrate nei giovani adulti. Nessuno dei 2.163 bambini vaccinati ha sviluppato Covid-19, contro 4 bambini sui 1.073 che hanno ricevuto il placebo.

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GLI EFFETTI COLLATERALI

Anche nel caso degli effetti indesiderati, non sembrano esserci differenze rilevanti fra i giovanissimi e gli adulti. Fra i più frequenti, dolore nel sito di iniezione, mal di testa, stanchezza, dolori articolari o muscolari, febbre, brividi, talvolta nausea. Si tratta di disturbi che, se si presentano, sono di lieve o moderata entità e si risolvono nell’arco di pochi giorni. L’Agenzia europea ha concluso che anche a partire dai 12 anni i vaccini portano benefici che superano in modo significativo i rischi, soprattutto per i ragazzi più vulnerabili di fronte a Covid-19.

 

I CASI DI MIOCARDITE

EMA ha preso in considerazione i casi di miocardite (un’infiammazione del cuore) e di pericardite (un’infiammazione della membrana che avvolge il cuore) segnalati dopo vaccinazione con Comirnaty e Spikevax. Cosa sappiamo? Ema ha analizzato casi di miocardite registrati in Europa, 145 in persone vaccinate con Comirnaty e 19 con Spikevax (rispettivamente su 177 milioni di dosi e su 20 milioni di dosi iniettate in Europa al fine maggio). I casi di miocardite analizzati dopo vaccinazioni Covid-19 nei ragazzi hanno avuto un decorso simile a quello tipico di questa infiammazione, risolti nella quasi totalità dei casi col riposo e con le cure opportune. I sintomi si sono verificati entro 14 giorni dalla vaccinazione, perlopiù in giovani maschi.

 

LE RACCOMANDAZIONI

Dato che aumenta il numero degli adolescenti vaccinati, raccomanda EMA, è utile sapere che in circostanze molto rare può verificarsi questo problema e occorre consultare un medico se si presentano i seguenti sintomi: fiato corto, battito cardiaco alterato, dolore al petto. Naturalmente, come previsto dalla farmacovigilanza, il monitoraggio prosegue.

 

I DATI DAGLI USA

Il Comitato per la valutazione del rischio in farmacovigilanza ha esaminato anche i dati provenienti dall’estero. Negli USA, dove i ragazzi fra i 12 e i 17 anni vaccinati sono milioni (il 30 per cento della popolazione in quella fascia d’età, a fine giugno) i CDC, Centers for Disease Control and Prevention, hanno soppesato i rischi e i benefici della vaccinazione Covid-19 a quest'età. Per ogni milione di seconde dosi di vaccino, in un periodo di 120 giorni si avrebbero dai 64 ai 79 casi di miocardite, ma si eviterebbero 14.200 casi di Covid-19, 398 ricoveri, 109 ricoveri in terapia intensiva e 3 decessi.

 

LE SCELTE DEI PAESI EUROPEI

Al momento, circa la metà dei Paesi europei ha deciso di estendere ai 12 anni l’età minima per la vaccinazione anti Covid-19. Oltre all’Italia la Francia, la Spagna, l’Austria, la Slovenia, l’Ungheria, la Cechia, la Slovacchia, la Danimarca, la Svizzera, la Romania, la Bulgaria, la Lituania, la Lettonia e l’Estonia. Altri (Germania**, Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Finlandia) raccomandano la vaccinazione solo ai bambini in condizioni di vulnerabilità di fronte al Covid-19 o che vivono con persone fragili. Grecia, Cipro, Croazia, Irlanda, Islanda, Norvegia e Ucraina, con diversi minimi d’età dai 15 ai 18 anni, per ora non hanno esteso il vaccino ai bambini (dati Sky News).

**AGGIORNAMENTO: il 19 agosto la Ständige Impfkommission (STIKO), l'organo federale tedesco cui spettano le raccomandazioni nazionali sull'uso dei vaccini autorizzati, ha aggiornato la sua posizione "dopo un'attenta analisi dei dati", provenienti dagli oltre 10 milioni di adolescenti vaccinati in USA e da modelli matematici, rilevando un aumento di rischio per i bambini dalla variante Delta di Sars-CoV-2; i benefici della vaccinazione Covid-19 superano di gran lunga i rischi dei rari eventi avversi correlati e la vaccinazione è attualmente raccomandata a tutti i ragazzi a partire dai 12 anni anche in Germania. Obiettivo: per la "protezione diretta dei bambini e adolescenti vaccinati dal Covid19". Comprese le sue conseguenze psicosociali. Lo Stiko continua ad essere contrario alla vaccinazione come discriminante d'accesso alla vita sociale per i bambini.

 

COSA DICONO I PEDIATRI ITALIANI

Le diverse società scientifiche che raccolgono i pediatri in Italia si sono espresse in maniera concorde, in queste settimane, a favore della vaccinazione dei ragazzi a partire dai 12 anni. «Anche se la fascia pediatrica dai 12 anni in su risulta essere tra quelle meno colpite dal Sars-CoV-2, recenti evidenze scientifiche hanno dimostrato in tale fascia di età la presenza di gravi complicanze» dichiara la Società italiana di pediatria (SIP), che raccomanda la vaccinazione «per tutti i bambini e gli adolescenti di età pari o superiore a 12 anni privi di controindicazioni per gli specifici vaccini autorizzati per età».

Insomma i problemi seri causati dall’infezione di Covid-19 sono rari, ma esistono, e si sa poco delle sequele a medio-lungo termine dell’infezione, compresi la sindrome infiammatoria multisistemica MIS-C e il long Covid.

Se il primo obiettivo è non far sviluppare la malattia ai bambini, i pediatri sottolineano però anche ragioni di salute pubblica: «la fascia di età pediatrica e adolescenziale può fungere da serbatoio per la diffusione del virus nell’intera popolazione. (…) implementare un’offerta vaccinale universale aiuterà notevolmente a ridurre non solo la circolazione dello stesso virus, ma soprattutto il rischio di generare varianti potenzialmente più contagiose o capaci di ridurre l'efficacia degli stessi vaccini in uso».

Un terzo ordine di ragioni ha infine a che fare con la salute intesa in senso più ampio: la vaccinazione è una misura necessaria (certo non sufficiente ma necessaria) per dare la possibilità di tornare a scuola in presenza e ad una vita sociale più completa a bambini e ragazzi che hanno già pagato un prezzo elevato alla pandemia.

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Donatella Barus
Donatella Barus

Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.


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