Nuovi bersagli molecolari nel microambiente del carcinoma prostatico
- DoveUniversità degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli
- Durata12 mesi
- Area di ricercaNon definito
Il carcinoma prostatico (PCa) origina da cellule epiteliali diventate cancerose, ma contiene anche cellule stromali come i fibroblasti associati al carcinoma (CAF), che insieme creano un microambiente in cui le cellule tumorali proliferano e invadono.
Una proteina chiave per lo sviluppo del PCa è il recettore degli androgeni (AR) che lega tutti gli ormoni steroidi come il DHT, il testosterone e il progesterone. Recentemente AR è stato scoperto anche nei CAF: qui, interagendo con una proteina chiamata Filamina A, i CAF sembrano promuovere l’invasività del le cellule tumorali.
Obiettivo del progetto sarà sperimentare una nuova molecola, il peptide Rh, capace di inibire il legame tra Filamina A e AR nei fibroblasti associati al carcinoma. Nel progetto verrà valutata l’efficacia di questa molecola prelevando campioni da 50 pazienti con PCa a diverso grado di malignità: nello specifico, verrà valutata la capacità di Rh di bloccare l’invasività dei CAF e delle cellule epiteliali cancerose, oltre che l’interazione tra queste due componenti (cioè il tumore e il suo microambiente).
I risultati potranno aprire la strada a ulteriori studi e allo sviluppo di applicazioni terapeutiche per il carcinoma prostatico.
Dove svilupperà il progetto:
Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli
Il ruolo degli esosomi nella progressione del cancro prostatico
- Dove
- Durata12 mesi
- Area di ricercaNon definito
La progressione e lo sviluppo del carcinoma prostatico sono dovuti alle interazioni tra il tumore e i fibroblasti associati al carcinoma (CAFs), cellule
che si ritrovano nel microambiente che circonda la neoplasia. I CAFs sono in grado di “comunicare” e trasmettere informazioni alle cellule tumorali grazie a piccole vescicole che trasportano RNA e proteine, chiamate esosomi.
Obiettivo del progetto sarà isolare gli esosomi prodotti dai CAFs derivanti da pazienti con carcinoma prostatico a diverso grado di malignità. Le vescicole saranno poi messe a contatto con linee cellulari di tumore della prostata, per valutare gli effetti sulla proliferazione e invasività delle cellule tumorali. Verrà inoltre valutata la capacità di alcune molecole (precedentemente identificate) di interferire con l’invasività e la proliferazione indotte dagli esosomi.
I risultati del progetto potrebbero dare indicazioni utili alla pratica clinica, come lo sviluppo di test per la diagnosi precoce, diventando così un valido strumento diagnostico.
Dove svilupperà il progetto:
Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Napoli
Dove svilupperà il progetto: