
L'alimentazione è un fattore chiave nella prevenzione dei tumori e la carne rossa e lavorata è spesso al centro del dibattito sulla salute. Comprendere il ruolo di questi alimenti nella dieta è essenziale per fare scelte alimentari informate e consapevoli. In questa pagina si esplorano le conoscenze scientifiche riguardanti il consumo di carne rossa e lavorata e il loro impatto sul rischio di sviluppare tumori.
18%
è l'aumento del rischio di sviluppare il tumore del colon-retto. Il 30% in caso di alto consumo di carne rossa, il 40% in caso di alto consumo di quella processata.
50g
è la quantità settimanale di carne lavorata che sarebbe opportuno non superare.
2-3
è il limite massimo raccomandato di porzioni di carne rossa da consumare ogni settimana.
Carne rossa
La carne rossa comprende tutte le carni derivanti dai mammiferi, come manzo, maiale, agnello, vitello, cavallo e capra. È fonte di proteine di alta qualità, ferro eme, zinco e vitamina B12.
Vantaggi e criticità della carne rossa
La carne è fonte di proteine caratterizzate dalla presenza di aminoacidi essenziali, aminoacidi che il nostro organismo non produce e che vanno introdotti attraverso la dieta. Questo però non giustifica un eccessivo consumo di carne, poiché gli stessi aminoacidi li possiamo trovare anche in legumi, pesce, frutta secca, uova e formaggi.
Diversi studi scientifici hanno associato a un consumo eccessivo di carne, un aumento del rischio di tumori; in particolare, studi epidemiologici hanno evidenziato che il consumo frequente di carne rossa è correlato a un aumento del rischio di sviluppare tumori del colon-retto. L'International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato la carne rossa come probabile cancerogena per l'uomo (Gruppo 2A).
Carne lavorata
La carne lavorata si riferisce alla carne che è stata trasformata attraverso processi come salatura, stagionatura, fermentazione, affumicatura o altre lavorazioni per migliorarne il sapore o la conservazione. Esempi includono salsicce, prosciutto, bacon, salame e wurstel.
Vantaggi e criticità
La carne lavorata può essere gustosa e pratica ma contiene spesso additivi e conservanti, come nitrati e nitriti, che possono formare composti cancerogeni durante la cottura ad alte temperature. Il consumo regolare di carne lavorata è stato associato a un aumento significativo del rischio di tumori del colon-retto. La IARC ha classificato la carne lavorata come cancerogena per l'uomo (Gruppo 1), basandosi su evidenze sufficienti che dimostrano un legame tra il consumo di carne lavorata e il cancro del colon-retto.
Meccanismi d'azione
La cottura ad alte temperature della carne rossa e lavorata può portare alla formazione di ammine eterocicliche (HCA) e idrocarburi policiclici aromatici (PAH), composti chimici che hanno dimostrato di essere cancerogeni negli animali. Inoltre, i nitrati e nitriti utilizzati come conservanti nella carne lavorata possono formare nitrosamine, anch'esse cancerogene. Altre motivazioni per cui si osservano correlazioni tra il consumo di carni rosse e processate e cancro al colon retto potrebbero essere anche l’eccesso di grassi saturi, la presenza di ferro eme che se in eccesso causa processi di ossidazione nelle cellule danneggiandole e l’effetto negativo sulla composizione del microbiota.
Raccomandazioni per il consumo: carne rossa e lavorata
Per ridurre il rischio di tumori associato al consumo di carne rossa e lavorata, si consiglia di limitare l'assunzione di carne rossa a 2-3 porzioni alla settimana e di evitare o ridurre significativamente il consumo di carne lavorata. Optare per metodi di cottura più salutari, come la cottura al vapore o alla griglia a basse temperature, e preferire fonti proteiche alternative come legumi, pesce e carni bianche.