Mi è stato diagnosticato un carcinoma vescicale di alto grado muscolo invasivo. Ho già fatto la Resezione Transuretrale di neoformazione Vescicale (TURB) e ora sto facendo la chemio neoadiuvante dopo la quale dovrei fare la cistectomia. Dato che con la TURB ho rimosso la neoplasia di 4 cm e la chemio con cisplatino e gemcitabina dovrebbe eliminare le cellule tumorali rimaste, se la vescica ha mantenuto la sua funzionalità, perchè la cistectomia va fatta lo stesso? È per via di un alto rischio di recidiva?
R. (domanda pervenuta tramite il form L'esperto risponde).
Risponde la dottoressa Elisa De Lorenzis, Urologa presso il Dipartimento Di Urologia, Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico – Milano.
Capisco bene la sua domanda e i suoi dubbi, ed è giustissimo chiarire questi passaggi.
Il carcinoma vescicale muscolo-invasivo, anche se rimosso con la TURB e trattato con chemioterapia, mantiene purtroppo un rischio elevato di recidiva locale e di diffusione. Questo accade perché:
- la TURB rimuove la massa visibile, ma non sempre garantisce l’asportazione di tutte le cellule tumorali infiltrate nella profondità del muscolo della vescica o disseminate microscopicamente nei tessuti circostanti anche perché non raggiungibili endoscopicamente;
- la chemioterapia neoadiuvante è molto importante, perché può ridurre la malattia, eliminare cellule circolanti e aumentare le probabilità di guarigione, ma da sola non è sufficiente a garantire un controllo locale stabile;
- il rischio di recidiva in sede vescicale, quando il tumore ha già interessato il muscolo, rimane alto se la vescica non viene rimossa. Una recidiva dopo terapia conservativa tende spesso a essere più difficile da trattare.
Per questi motivi, nelle linee guida internazionali la cistectomia radicale (con asportazione di vescica e prostata) rappresenta il trattamento standard per i tumori muscolo-invasivi. L’obiettivo è massimizzare le possibilità di guarigione definitiva, non solo di controllo temporaneo.
Le consiglio comunque di discutere apertamente questi dubbi con i suoi curanti: conoscendo nel dettaglio la sua situazione clinica e l’estensione della malattia, potranno chiarire meglio la strategia terapeutica.

