Quali sono i cibi cosiddetti FODMAPs? Ed è vero che fanno male?
Caterina
Risponde il professor Maurizio Vecchi, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico - Professore ordinario e Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Digerente - Università degli Studi di Milano
Il termine FODMAPs è l’acronimo di Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols.
Si tratta quindi di carboidrati a catena corta, presenti prevalentemente nella frutta e nella verdura, difficili da digerire o assorbire a livello del piccolo intestino e pertanto fermentabili da parte del microbiota colico. Con tale meccanismo essi possono determinare gonfiore e/o dolore addominale, stipsi ma anche diarrea, cioè molti dei disturbi tipici della sindrome dell’intestino irritabile; uno degli approcci terapeutici di questa condizione ne prevede infatti la sospensione temporanea.
I cibi che contengono FODMAPs sono numerosi e vari: molta frutta fresca (angurie, albicocche, ciliegie, mele, pere, pesche e prugne) e in scatola, il latte e i latticini freschi contenenti lattosio, molte verdure quali asparagi, broccoli, cavolfiori, cipolle, finocchi, melanzane, legumi ma anche derivati del frumento.
Per la presenza di FODMAPs in così tanti cibi è ovvio che una dieta che ne sia priva non può essere portata avanti a lungo. In genere la sospensione massimale si prescrive per 15-20 gg per poi iniziare a reintrodurre progressivamente gli alimenti.