L’insufficienza renale al 4°stadio si riesce a tenere sotto controllo con una dieta adeguata?
R. (domanda pervenuta tramite il form L’esperto risponde)
Risponde il professor Giuseppe Grandaliano, esperto in Nefrologia presso il dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche del Policlinico Universitario Agostino Gemelli.
Quando parliamo di stadio IV della malattia renale cronica, ci riferiamo a una fase avanzata della patologia, che precede la dialisi o altri trattamenti sostitutivi. È quindi un momento delicato, ma non significa che non esistano possibilità terapeutiche. Accanto ai farmaci, la dieta svolge un ruolo importante: se ben seguita, può aiutare a ritardare la dialisi, migliorare la qualità di vita e ridurre i costi sanitari. Deve però essere prescritta e monitorata con attenzione, per bilanciare correttamente proteine, sodio, potassio e fosforo, e per garantire un adeguato apporto calorico.
I FARMACI PIÙ UTILIZZATI
Negli ultimi anni sono stati introdotti numerosi farmaci capaci di rallentare la progressione del danno renale. Molti di questi restano utilizzabili anche nello stadio IV. Tra i principali ricordiamo:
- i farmaci che agiscono sul sistema renina-angiotensina-aldosterone,
- le gliflozine, introdotte più di recente, che hanno dimostrato di offrire benefici anche con una funzione renale già compromessa.
In questa fase, quindi, i farmaci continuano a svolgere un ruolo fondamentale.
IL RUOLO DELLA DIETA IPOPROTEICA
Accanto alla terapia farmacologica, la dieta ha un ruolo non trascurabile. In particolare, la dieta ipoproteica (a basso contenuto di proteine) si propone di ridurre il “superlavoro” dei nefroni ancora funzionanti, contribuendo così a rallentare la perdita di funzione renale. Se seguita con rigore, può ritardare l’ingresso in dialisi.
IPOPROTEICA NON VUOL DIRE IPOCALORICA
È però fondamentale che non si tratti di una dieta “fai da te”. Va prescritta e monitorata da nefrologo e nutrizionista. Non tutte le proteine, infatti, vanno eliminate: è necessario mantenere specialmente quelle ad alto valore biologico (carne, uova, pesce) in quantità controllata ed evitare quelle a basso valore nutrizionale, come quelle contenute in pane, pasta e prodotti da forno.
Inoltre, la dieta ipoproteica deve essere normocalorica. Lo scopo infatti, non è far perdere peso ai pazienti normopeso, ma preservarne la massa muscolare. Diverso è il caso dei pazienti obesi, per i quali dimagrire rappresenta un vantaggio anche per la salute renale.
ATTENZIONE AGLI ELETTROLITI
Un altro aspetto centrale è il controllo dell’apporto di sodio, con una dieta iposodica, indispensabile per il benessere renale e cardiovascolare.
Va poi monitorato anche il potassio nel sangue: i pazienti con malattia renale cronica hanno un rischio maggiore di sviluppare iperpotassiemia, favorita anche da alcuni farmaci utili a rallentare il danno renale. Per questo la dieta deve essere a basso contenuto di potassio per evitare l’impatto negativo sui livelli di pressione e sulla progressione della malattia renale.
OCCHIO AL FOSFORO
Un’attenzione particolare va posta anche al fosforo, che non solo influenza la progressione del danno renale, ma aumenta anche il rischio cardiovascolare.
Gli alimenti naturalmente ricchi di fosforo sono soprattutto i derivati del latte, in particolare i formaggi stagionati. Più pericoloso, però, è il fosforo inorganico, contenuto come additivo negli alimenti conservati (sodio ortofosfato) e in molte bevande gassate come le cole. Questo tipo di fosforo ha una biodisponibilità molto alta ed è assorbito rapidamente dall’organismo.
Per questo motivo, la raccomandazione è di preferire alimenti freschi ed evitare prodotti industriali conservati o bibite ricche di additivi fosfatici.

