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Antonella Cremonese
pubblicato il 30-07-2012

Perché l'anestesia scombina il nostro orologio biologico



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Una ricerca ha dimostrato come le sostanze che addormentano un paziente alterano i ritmi circadiani che regolano il nostro organismo

Perché l'anestesia scombina il nostro orologio biologico

E’abbastanza comune, dopo un’anestesia generale, risvegliarsi disorientati. Soprattutto rispetto alla percezione del tempo. Perché succede? Uno studio internazionale al quale hanno partecipato ricercatori israeliani, tedeschi, neozelandesi e americani, ha trovato una risposta: le sostanze usate per l’anestesia altererebbero i ritmi circadiani, cioè l’orologio interno che  ci dà il senso del tempo.

IL MODELLO DELLE API - Come provarlo? L’équipe ha scelto come modello l’ape da miele, che notoriamente si orienta nello spazio grazie a un senso innato dei movimenti del sole nel cielo, che sono di 15 gradi  per ora tenendo conto della rotazione della terra. L’ape deve questa capacità al proprio orologio circadiano, il quale, con  l’aiuto di queste informazioni, detta la direzione precisa (in inglese: vector fly) del volo dell’imenottero. I ricercatori si sono chiesti se un’anestesia,  sospendendo il senso del tempo nelle api, avrebbe anche influenzato la direzione del volo. I ricercatori hanno dapprima verificato che la loro ipotesi tenesse. Per questo, hanno misurato la direzione di alcuni vector fly  delle api con l’aiuto di rilievi fatti al compasso, nel momento in cui gli insetti, dopo aver lasciato l’alveare, vengono persi di vista. Poi si è trattato di sottoporre le api ad anestesia. Sono state attirate a un distributore di cibo nei pressi dell’alveare, e divise in due gruppi: uno, il cosiddetto gruppo-controllo,  è stato anestetizzato per 30 minuti , l’altro per sei ore. Addormentate, le  api sono state trasportate a 6 chilometri di distanza. I ricercatori hanno rilevato che per entrambi i gruppi di api il loro ritmo circadiano era stato alterato.

UNA SPECIE DI JET-LAG - Il giorno dopo, il gruppo sottoposto ad anestesia breve uscì dall’alveare con un’ora di ritardo rispetto alla consueta tabella di marcia, e il gruppo anestetizzato per sei ore fece registrare addirittura un ritardo di tre ore. Indagini di laboratorio hanno suffragato le osservazioni: gli effetti dell’anestesia influiscono sui livelli dell’RNA-messaggero dei tre maggiori geni che controllano l’orologio biologico. E’ la prima volta che dei ricercatori mostrano, in un modello animale che ha un orologio biologico molto vicino a quello dell’uomo, che un anestetico di uso corrente provoca dei profondi sfasamenti dei ritmi circadiani. Per spiegare le loro osservazioni, gli  autori della ricerca propongono un meccanismo: l’anestetico potrebbe esplicare la sua azione attraverso dei neurotrasmettitori, che sono implicati nel funzionamento dell’orologio circadiano nei mammiferi e negli insetti. Grazie alle api, oggi noi comprendiamo meglio l’origine di quel particolare jet-lag che provano i pazienti al risveglio dopo un’operazione.

 


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